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Lezione quotidiana di Kabbalah – 30.09.2015

Scritti di Rabash, articoli “I gradini della scala”, articolo 4 (1989)
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Scritti di Baal HaSulam, TES, volume 6, parte 16, punto 164
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Scritti di Baal HaSulam, articolo “L’insegnamento della Kabbalah e la sua essenza”, titolo “Anima”
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Il romanzo della costruzione spirituale

Dr. Michael LaitmanDomanda: Se ancora non abbiamo raggiunto la rivelazione spirituale, ma stiamo solo studiando, stiamo facendo il lavoro spirituale o no?

Risposta: State facendo il lavoro spirituale perché volete raggiungere la spiritualità, sebbene non siate ancora in essa. Come l’uomo che costruisce una casa. È possibile costruirla per oltre 20 anni, ma siete impegnati nella costruzione della casa. Avete l’obiettivo di raggiungere la spiritualità e progredite, vi avvicinate fino ad entrarci. Anche se ci volessero 20 anni, qual è il problema?

Domanda: Cos’è più importante: studiare e prepararci all’ascesa verso la spiritualità o essere nella spiritualità stessa? Una volta lei ha detto che il Creatore ci ama di più quando ci stiamo solo preparando piuttosto che quando siamo nella spiritualità stessa?

Risposta: Invero, per tutto il tempo in cui vi state preparando, state facendo degli sforzi come un bambino, come il bambino piccolo che ancora non sa verso cosa sta avanzando. Proprio nel luogo dell’occultamento si hanno più opportunità di attivare e rivelare la vostra attitudine verso il Creatore: “la forza della fede”. Come nel nostro mondo siamo più toccati e gioiamo di più per un bambino piccolo.

Nella spiritualità non è così, tuttavia c’è il fascino di questa ingenuità che proviene da questo sincero desiderio, come la conformità tra la radice e il ramo. La più grande ricompensa arriva e si rivela all’uomo come risultato del suo sforzo nel tempo del suo periodo di occultamento, in questi 20 anni.

Noi pensiamo che questo periodo di preparazione sia tempo perso e vorremmo evitarlo per entrare nella spiritualità il prima possibile e cominciare davvero a lavorare in piena comprensione. Tuttavia, non comprendiamo che proprio questi anni sono così preziosi. E qui sta il problema, perché resta solo chi ha il desiderio autentico di rimanere e gli altri scompaiono.

Domanda: Cosa è il desiderio autentico?

Risposta: Il desiderio autentico è chiamato Reshimo ed è destinato alla correzione a seconda della radice dell’anima.

Domanda: Ma noi tutti vogliamo attraversare il Machsom?

Risposta: Naturalmente tutti lo vogliono, ma alcuni vengono a studiare due volte a settimana, come te, altri vengono tutti i giorni. Ci sono quelli che la sera guardano il football e ci sono persone che escono a divulgare.

Domanda: Come posso far nascere dentro di me questo desiderio autentico di cui stiamo parlando?

Risposta: Con l’aiuto dell’ambiente.

Domanda: Ma io sono già in un ambiente così meraviglioso! Cos’altro posso fare?

Risposta: Hai bisogno di integrarti con esso in modo da diventare un tutt’uno senza alcuna differenza. Questo è chiamato: essere un solo uomo in un solo cuore, e qui si trovano tutte le difficoltà. Ogni volta ti riprometti che lo farai, ma quando arriva l’opportunità, all’improvviso sgattaioli lontano. Tuttavia con questo, se rimani e studi semplicemente, il tempo in seguito farà il suo lavoro.
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Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah 05.03.2014, Gli Scritti di Baal HaSulam

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Scritti di Rabash, “I gradini della scala”, articolo 23 (1990)
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Scritti di Baal HaSulam, TES, volume 6, parte 16
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Scritti di Baal HaSulam, articolo “L’insegnamento della Kabbalah e la sua essenza”, titolo “Anima”
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Più è impenetrabile l’oscurità, più luminosa è la luce

Dr. Michael LaitmanDurante la festa di Sukkot, le capanne simboleggiano il nostro abbraccio al Creatore. Giungiamo al collegamento a Lui attraverso l’ausilio di una speciale illuminazione circostante, detta Sukkah (Capanna).

Noi lavoriamo davanti al Creatore, adattandoci a Lui, e questo rapporto è descritto come le azioni dell’uomo con le quattro specie di piante (Arba’a minima) nella capanna, ovvero, nella Luce Circostante (Ohr Makif).

Per portarsi in conformità al Creatore, in una mano ho l’Etrog (il frutto del cedro) e nell’altra Lulav, Hadassim e Aravot (un ramo di palma, tre rami di albero di mirto e due rami del salice di fiume). Le ultime tre specie rappresentano le mie proprietà che devo coordinare con il Creatore.

. Tre rami di albero di mirto (Sefirot Hesed, Gevurah e Tifferet)
. Due rami del salice di fiume (Sefirot Netzach e Hod)
. Un ramo di palma (Sefira Yesod)
. Etrog (Malchut)

Unendoli durante i sette giorni della festa di Sukkot, mi aggrappo a questa unione nei pensieri e nei desideri, collegandomi in questo modo al Creatore nella Luce fluente. Dopo tutto, anche le Luci giungono gradualmente e sono chiamate con gli stessi nomi: Hesed, Gevurah, Tifferet, Netzach, Hod, Yesod e Malchut.

Come risultato, se uso nel modo giusto tutto ciò che mi è stato dato, allora mi correggo e arrivo ad abbracciare completamente il Creatore, e questo è chiamato “La gioia della Torah” (Simchat Torah) poiché ho usato tutta la Luce Circostante che lavorava su di me aiutandomi a raggiungere l’adesione. La Luce che mi ha corretto e mi ha portato all’adesione al Creatore ora è chiamata Torah.

Com’è scritto: “Io ho creato l’inclinazione al male, Io ho creato per questo la Torah come una spezia, poiché la Luce in essa riforma”. L’inclinazione al male è quello stesso strato di occultamento. Io uso tutte le Luci che mi giungono e, grazie a questo, esse convertono questo preciso occultamento in rivelazione, e nel punto in cui l’occultamento è più grande, profondo e scuro, sarà rivelata in seguito più Luce.

In questo modo giungo alla festa di Simchat Torah, all’esplosione di gioia che arriva immediatamente dopo Sukkot.
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Dalla trasmissione di Kab TV (Vita nuova), del 05.10.2015

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Due parti inseparabili

Dr. Michael LaitmanLa nostra realtà è divisa in mondi, Partzufim e Sefirot, che sono l’involucro e il luogo in cui si trova l’anima. L’anima è il risultato dell’evoluzione di questa struttura e si sviluppa dal suo punto interno.

Analogamente, nel nostro mondo si è sviluppata per prima la natura inanimata e poi la natura vegetale su questo pianeta, poi gli animali e infine l’uomo. Questo è precisamente il modo in cui si è sviluppato il sistema spirituale che ha preceduto il sistema della natura.

Esiste una correlazione tra il sistema dei mondi e tutti i suoi meccanismi, e il sistema dell’anima che è nel sistema dei mondi. I mondi sono solo la parte esterna, mentre l’anima è l’interno.

Esiste di fatto una sola anima, ma noi non la percepiamo. Dovremo raggiungerla in futuro. Quanto più ci connettiamo, più diventiamo parte di questo sistema e più cominciamo a percepirlo. Tuttavia, nel frattempo, siamo disconnessi da questa sensazione.

Il sistema dei mondi è diviso in interiorità ed esteriorità. L’interiorità è il sistema del mondo di Ein Sof (Infinito) e il mondo di AK e Atzilut. L’esternalità sono i mondi di BYA, incluso questo mondo che è il livello inferiore.

Esiste un’anima che ha subito la frantumazione in questi mondi e anche lei comprende due parti: l’interiorità e l’esteriorità, sia prima che dopo la frantumazione, sia per motivi di corruzione che di correzione.

L’interiorità delle anime sono le persone che anelano direttamente al Creatore (Yashar-El), che bramano l’adesione a Lui. 5.774 anni fa, Adam è stato il primo a scoprire questo anelito, e scoprì il sistema dell’anima generale e dei mondi.

In seguito, ci sono state venti generazioni fino a quando Abramo ha riunito in un gruppo le persone che volevano raggiungere il Creatore e l’ha chiamato Israele (Yashar-El). In questo modo, l’ha distinto da tutti gli altri, in modo che sarebbero stati in grado di iniziare a lavorare secondo il principio di “Ama il prossimo tuo come te stesso”, e raggiungere l’equivalenza della forma con il Creatore, e di conseguenza raggiungere il sistema superiore.

Successivamente, questo gruppo ha subito una frantumazione ed è stato esiliato; ad oggi, questo gruppo, insieme a tutti coloro che aderiranno giorno per giorno, si sta formando e si prepara alla correzione. In generale, la fase di correzione è arrivata non solo per questo gruppo, ma per tutta l’umanità.

Nel complesso, la divisione in due parti si mantiene per tutto il percorso: la nazione di Israele (che anela al Creatore) è divisa in due parti, GE (Interiorità) e AHP (Esteriorità). L’umanità è divisa anch’essa in interiorità ed esteriorità, e nel complesso possiamo identificare le due parti in ogni individuo, in quanto “l’individuale e il generale sono uguali”. Questo si riferisce sia ai mondi che alle anime, dopo che l’anima generale è stata frantumata.

L’interiorità e l’esteriorità sono opposte l’una all’altra, e la Luce Superiore opera su di loro al fine di coordinare il sistema dei mondi e il sistema delle anime.

L’influenza della Luce Superiore su di noi è divisa anch’essa in interiorità ed esteriorità, perché c’è una divisione nei vasi in due parti rispetto alla Luce, il Creatore, il sistema superiore; la separazione delle funzioni è percepibile in ogni aspetto.

Di conseguenza, l’esternalità dei mondi è chiamata le nazioni del mondo e l’interiorità si chiama Israele, in base alla direzione di Yashar-El. La nazione di Israele e le nazioni del mondo sono divise anch’esse in interiorità ed esteriorità.

Ogni mondo, ogni Partzuf, nel sistema generale in cui esistono le anime fino alla connessione in una sola anima; tutto questo sistema operativo che gestisce le anime è anch’esso diviso in interiorità ed esteriorità, in GE (Vasi di dazione) e AHP (Vasi di ricezione).
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Dalla Lezione quotidiana di Kabbalah 03/03/2014, Gli Scritti di Baal HaSulam

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Scritti di Baal HaSulam, articolo “L’insegnamento della Kabbalah e la sua essenza”, titolo: “Anima”
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Chiusi nell’universo

Dr. Michael LaitmanIl Kabbalista è lo scienziato che indaga la vita, questo mondo, la realtà in cui ci troviamo. Tuttavia, egli indaga con degli strumenti speciali, con dei nuovi sensi che si sono sviluppati in lui. Noi intanto non abbiamo questo tipo di sensi attraverso i quali sarebbe possibile scoprire il mondo superiore che ora ci è nascosto.

Questo sesto senso è la sensazione di una forza superiore, amore e dazione, che adesso non possediamo. Percepiamo il nostro mondo attraverso il nostro ego con i suoi cinque sensi materiali.

Il nostro desiderio egoista vuole sapere, capire e sentire la realtà in cui ci troviamo. Un approccio come questo ci blocca in una sorta di sfera chiusa, questo universo.

L’universo ci sembra gigantesco, ma, in realtà, non è niente rispetto al mondo che si trova oltre i suoi limiti. Dobbiamo uscire da questa sfera e sentire la realtà fuori di noi, e per questo abbiamo bisogno di un ulteriore senso basato sulla dazione.

Adesso, abbiamo solo i sensi di ricezione, quindi immaginiamo tutto in questo modo e siamo limitati a questo mondo fisico. Noi chiamiamo tutto ciò che viene scoperto attraverso i cinque sensi materiali il mondo in cui viviamo, ma questo mondo ci è stato dato soltanto in modo che, attraverso questa vita, potessimo uscire oltre i suoi limiti in un mondo superiore, più esterno e più esteso. Come possiamo uscire se immaginiamo tutto al nostro interno? Pertanto, abbiamo bisogno di sviluppare il senso della dazione invece del senso di ricezione. Questa nuova sensazione di dazione ci porta fuori della nostra sfera fisica.

La Saggezza della Kabbalah è stata progettata per sviluppare nell’uomo il desiderio di dare, amare, e per concedergli la sensazione del mondo esteriore. In questo modo scopriamo che esiste un’altra realtà che si trova proprio accanto a noi, ma si rivela solo attraverso un nuovo approccio: da te verso l’esterno.

Pertanto, è scritto “Amerai il prossimo tuo come te stesso” che è la grande regola generale della Torah, poiché indica quale caratteristica dobbiamo sviluppare dentro di noi per sentire il mondo superiore, la forza superiore.

Continua …
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Dal Programma alla Radio israeliana 103FM, 16.08.2015

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Il Creatore precede ogni cosa

Dr. Michael LaitmanPer quale motivo comprendiamo il mondo in cui viviamo? Perché lo percepiamo. Se iniziassimo a sentirlo in un modo diverso allora lo comprenderemmo come qualcos’altro di sentito dentro di noi.

In altre parole, la sensazione deve precedere la comprensione. È impossibile capire una realtà che non percepiamo. Questo non succede. Certe volte è possibile comprendere qualcosa nel nostro mondo in base alla nostra immaginazione poiché abbiamo dei modelli di percezione di oggetti particolari ed è possibile immaginarli in qualche forma. Questo però è un problema.

Siamo pronti, per esempio, ad immaginare il sapore dell’uva con il benzene? Ovvero, sino a che non abbiamo fatto l’esperienza tangibile di qualcosa, i Kelim (Vasi) non si creano dentro di noi, visto che i Kelim sono i desideri, le sensazioni e prima di questo il nostro cervello non ha nulla con cui lavorare.
Il nostro problema con il Creatore allora, è che Egli è l’unica forza e noi abbiamo la possibilità di sentirci in questo mondo separati da Lui, e questa è la cosa più grande che Egli abbia mai fatto. Egli ha creato qualcosa come se esistesse fuori da Lui (Esistenza dall’assenza), e precisamente da questa non esistenza è possibile iniziare a conseguire il Creatore.

Tuttavia, è impossibile comprenderLo con l’intelletto, poiché le Sue caratteristiche, i modi e le attività sono per noi completamente incomprensibili. I livelli di avvicinamento al Creatore sono in base al grado di equivalenza con Lui. Il problema più grande del nostro avvicinarci è che, ad ogni passo verso il Creatore, dobbiamo capire sempre di più, sentire, conoscere ed aggrapparci interiormente al fatto che tutti i nostri movimenti entro i nostri desideri, pensieri, spinte e piani, qualunque essi siano mentre siamo diretti a Lui, e anche tutte le attività opposte quando vogliamo deviare e mentire a noi stessi, in tutto questo il Creatore ci precede.

Non fa differenza come percepiamo noi stessi, in quali desideri, pensieri o azioni, noi Lo scopriamo sempre per primo e, dopo noi stessi. Ed allora io dove sono? Si sta chiarendo che l’“io” di ognuno di noi si trovi proprio nella comprensione che il Creatore è ovunque e che, a questo punto, bisogna aderire a Lui. Allora l’“io” gradualmente, aderirà al Creatore in alcune parti, in alcuni punti, sino a raggiungere la piena equivalenza con Lui. Questa forma è chiamata Adamo (Uomo).

Comunque, per noi è difficile immaginarlo, visto che tutto avviene dentro i nostri desideri, e questo sarà realizzato solo quando inizieremo a spostarci all’interno della nostra analisi interiore verso la scoperta del Creatore in ogni cosa, dentro di noi e intorno a noi, secondo il principio “Non esiste nulla tranne Lui”.

Ciò che sto pensando adesso è il Suo pensiero. La mia reazione a questo pensiero è la mia reazione o la Sua reazione? In che cosa possono essere equivalenti i nostri pensieri? In che cosa posso vedere la differenza tra Lui e me? Se non sono d’accordo con il pensiero che si è acceso dentro di me, significa che questo disaccordo viene da Lui, e qui inizia a chiarirsi il punto in cui la mia forma differisce dalla sua.

Questa è un’analisi molto interessante. All’inizio è faticosa, ma in seguito inizia ad essere interessante. Dopo tutto, è un gioco interiore continuo, infatti aggiunge e apporta un significato interiore alla nostra vita, apporta energia interiore, è una sorgente di movimento. Se l’uomo comincia a cercare il Creatore in tutte le sue pulsioni, sentimenti e pensieri, anche nei movimenti inconsapevoli e nelle reazioni istintive, significa che sta cercando le parti nelle quali è diverso dal Creatore.

Nella natura inanimata, vegetale e animale, il Creatore si manifesta istintivamente. Tutto succede in questi ambiti secondo delle leggi definite. Non ci sono problemi, e tutte le leggi della natura sono seguite in modo preciso.

Allora non possiamo lamentarci contro gli animali, e nemmeno gli animali possono lamentarsi gli uni con gli altri. Tutto è in un equilibrio particolare: chi mangia che cosa, chi esiste alle spese di chi. Ogni cosa è definita dall’inizio. Tutto deve esistere in questo modo. Esiste una trasmissione precisa ed istintiva della Natura. Il Creatore agisce dentro di loro naturalmente e non viene espresso in alcuna forma.

La stessa cosa succede nelle persone nelle quali il Creatore non vuole essere rivelato. Egli lavora istintivamente. Vediamo che tutti i grandi politici, economisti ed in parte anche gli scienziati (ci sono alcuni che sono già consapevoli della loro differenza), senza parlare della gente comune, esistono tutti istintivamente. Il Creatore si è rivelato a loro.

In che modo Egli si è rivelato a noi? Per prima cosa, Egli ci obbliga a cercare la ragione della nostra esistenza, nel senso di iniziare la Sua ricerca, e ci porta a sentire in quali posti e modi stiamo iniziando a crescere sopra il nostro livello animale. Se adesso sono coinvolto in questo, sto cercando di capire in quale posto dentro di me, nei miei pensieri e nei miei sentimenti, posso aggrapparmi al Creatore, dove Egli mi mette costantemente alla prova, mi dirige dall’interno. Questo pensiero è correlato al livello di Adamo. Desidero innalzarmi al di sopra del comportamento istintivo e voglio riconoscere consapevolmente la direzione del Creatore, consapevolmente dal mio punto di vista. Questa è esattamente la direzione verso la quale dobbiamo andare.

Qui iniziamo a staccarci da Lui e a connetterci consapevolmente a Lui, come se precedentemente fossi sotto la direzione istintiva del Creatore. Tutto quello che ho fatto, tutta la mia vita precedente doveva essere esattamente così. Tutto è dovuto a Lui!

Da questo momento in poi, voglio sentire la sua attività in tutti i miei sentimenti e desideri, in tutto quello che mi succede e, dopo questo, decidere se sarò d’accordo con la sua azione, su come posso aderire a Lui consapevolmente.

Devo sentirLo, devo sentire questo è Lui e questo sono io, e che Lui sta facendo qualcosa dentro di me. Sono d’accordo con i Suoi desideri e pensieri con il cuore e con la mente, con quello che sta facendo con me? Se non lo sono, devo connettermi a Lui e aderire a Lui al di sopra dei miei desideri e pensieri. Questo è un lavoro molto grande. Qui inizio a separarmi dal Creatore (questo è chiamato “l’analisi dello stato”) e dopo fare la correzione, connettermi a Lui (e questo è chiamato “Correzione ed adesione”).

La distanza tra Lui e me è determinata dal mio ego, che sto iniziando a scoprire dentro di me, e più lavoro su me stesso, più il mio ego cresce da un meno ad un enorme più, o dal comportamento istintivo alla consapevolezza che Egli è Colui che agisce in questo modo, ma io sono ancora d’accordo con Lui e mi muovo indietro verso di Lui. Questo procede come in un cono, e noi dobbiamo collegare questi due sistemi alla linea di mezzo.

Attraverso la comprensione che senza l’ego non possiamo separarci da Lui, diventare una creatura indipendente, diamo grande soddisfazione al Creatore. Solo allora iniziamo a capire che cosa è l’esistenza dall’assenza, e da lì ci colleghiamo all’”esistenza dall’esistenza”.
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Dalla Lezione di Kabbalah del 07/02/2014

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Il pentimento prima di Rosh Hashanah

Dr. Michael LaitmanPer chiedere perdono, bisogna sapere che cos’è l’amore per le persone come te e che cosa significa farsi queste domande “Cos’è che non ho fatto in nome di questo amore? Se è necessario sentire di avere l’amore per altri, che è la principale Mitzvah (Precetto) della Torah, lo sento o non lo sento affatto?”. Molte persone pensano che sia sufficiente fare solo le Mitzvot (Precetti) fisiche.

I Kabbalisti ci consigliano di unirci in gruppi di 10, in modo che insieme possiamo verificare se ci stiamo veramente trattando bene a vicenda. Stanno tutti cercano di prendere le distanze dal proprio ego e si connettono agli altri, si integrano con i desideri di tutti e sentono l’amore tra di noi?

Se ci rendiamo conto che tutto questo non esiste, ci sentiamo da biasimare, quindi chiediamo perdono. Il perdono serve per non uscire dalla condizione principale di “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Oggi, questa condizione è diventata un imperativo per tutto il mondo per poter uscire dalla crisi globale. Ma il popolo di Israele deve essere il primo a realizzarlo, e noi non lo facciamo. Quindi chiediamo la forza che ci aiuti a raggiungere questo amore. Vediamo chiaramente di non essere preparati a svolgere questa condizione da soli, tuttavia, possiamo chiedere aiuto. E concludiamo il Selichot (Perdono) chiedendo di poter compiere la principale Mitzvah e far avvicinare le persone. Attraverso questo, ci avviciniamo sempre più anche noi alla forza superiore, al Creatore.

L’uomo non può realizzarlo da solo, quindi lavoriamo in gruppo, questo è il modo in cui controlliamo se abbiamo raggiunto o meno la reciproca dazione e la connessione. Altrimenti abbiamo bisogno di chiedere la forza per aiutarci a connetterci e per raggiungere l’unione. Questa richiesta comune è chiamata preghiera e deriva dalla nostra connessione, dal centro del nostro cerchio, come una colonna che si erge verso l’alto. Quando esaminiamo la nostra unione, raggiungiamo il Selichot.

Da questo punto, vediamo che senza studiare la Saggezza della Kabbalah è impossibile scoprire cosa chiedere, da cosa dobbiamo essere attratti, lo scopo della Creazione e come la Torah è collegata alle Mitzvot di amore per gli altri e di amore per il Creatore attraverso l’intero ordine della correzione. La Saggezza della Kabbalah ci insegna come realizzare noi stessi secondo ciò che è scritto nella Torah. L’unica Mitzvah è quella di superare il nostro ego e di raggiungere la connessione e l’unione tra tutti. Essa comprende, al suo interno, tutto il resto delle Mitzvot, le quali sono correzioni individuali del nostro ego. Il desiderio egoistico è composto da 613 parti, dobbiamo correggerle tutte a cominciare dalla più semplice fino a quelle sempre più difficili. Così è necessario effettuare le 613 correzioni, chiamate le 613 (Taryag) Mitzvot.

Quando ci aiutiamo l’un l’altro, in ultima analisi, raggiungiamo la redenzione, nel senso che scopriamo la forza superiore, il Creatore, dentro la nostra connessione reciproca corretta della dazione e dall’amore. Questo è il perdono prima di Rosh Hashanah. Ovviamente, è impossibile iniziare un nuovo anno, un nuovo inizio, il livello successivo, verso il quale dobbiamo salire grazie alla nostra correzione, senza chiarire tutto quello che abbiamo passato. E questa è l’essenza del pentimento, chiedere con maggior vigore alla Luce che Riforma di correggerci e di renderci possibile il raggiungere un’unione ancora più forte.

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Dalla trasmissione di Kab.TV “Selichot” 17.08.2015

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