Destinati ad unirsi

Dr. Michael LaitmanLe regole degli indifesi

Il racconto di Purim è una metafora che ci racconta il ruolo della nazione ebrea e della sua ultima svolta all’ interezza. Mordechai prima sembra essere debole. Si siede al cancello del re e sembra essere senza potere, un ebreo tipico nella diaspora. Di fronte a lui c’è un ministro di tutto rispetto, Haman, che vede che può annientare gli ebrei che sono in esilio.

Domanda: Perché deve annientare gli ebrei?

Risposta: Haman sente che turbano il suo governo. E’ vero che gli ebrei sono in esilio sotto una dominazione straniera e qualsiasi persona può umiliarli, ma, nonostante il fatto che essi sono indifesi, hanno un attributo nascosto enorme che le nazioni del mondo non possono supportare.

Tutti intorno a loro sentono che non hanno il grande vantaggio che hanno gli ebrei e che non lo avranno mai. Essi sentono che capiamo meglio e che siamo molto collegati ad alcuni santi segreti della creazione.

Ricordo che decenni fa una donna anziana in Siberia, dove nessuno ha mai visto gli ebrei, mi ha detto, “il Creatore ti ama.” Si scopre che durante la Seconda Guerra Mondiale quando sua madre le disse delle intenzioni dei fascisti, aveva detto, “Hitler non può vincere poiché sta operando contro gli ebrei.”

Questo sentimento è vivo fra le nazioni del mondo. Questo è il motivo per cui Ahasuerus e specificamente Haman volevano annientarci. Questo è il motivo dell’olocausto, altrimenti sembra che non ci siamo preoccupati dei nazisti. La nostra esistenza è dolorosa e fa male a chi ci circonda, come se impediamo loro di raggiungere l’interezza.

Abbiamo dato all’umanità la Torà, la fonte delle due maggiori religioni. Abbiamo posto le basi per l’istruzione e la cultura. Siamo una nazione che sembra governare il mondo non dal potere, ma dalla saggezza, dalla profondità, dall’ essere vicino alle fonti segrete celate, che gli altri non possono ottenere. Questo è un onere pesante per le nazioni.

Un fattore minaccioso

Tuttavia, possiamo raggiungere la bontà solo attraverso il riconoscimento del male. Questa è la ragione per cui abbiamo bisogno di Haman che invoca il male in noi in modo che il conflitto con lui ci spinga verso la bontà. Senza questo fattore non potremo tornare dall’esilio alla terra d’Israele. Haman invoca paura negli ebrei, una paura molta seria, esistenziale. Poi, Mordechai manda Ester per chiedere al re l’aiuto in modo da annullare la sentenza.

In risposta, lei dice, “Non posso. Con chi posso andare? Ho bisogno di un desiderio, una mancanza, ho bisogno di una necessità. Ho bisogno di portare il grido del popolo al re. Non ho nulla di mio da raccontargli. Raccogli gli ebrei nella capitale e digli di digiunare e pregare per il Creatore per tre giorni.” Ester non può venire al re con le mani vuote. Ha bisogno di una richiesta che può nascere solo dal digiuno, quando gli ebrei non vogliono nulla tranne la connessione e l’unità fra loro. Questo è quello che deve spiegare Mordechai ai suoi fratelli, che solo una connessione e l’unita fra loro può salvarli, e altrimenti, che stanno per morire. Si tratta di uno dei due.

Due facce reali

Poi, gli ebrei hanno ascoltato e hanno visto che non erano uniti, e volevano esserlo. E’ con questo desiderio che Ester è venuta al Re, e lui ha aiutato, ma questo è già il re superiore. Ahasuerus è solo un lato del Creatore, la guida con l’attributo di Din (giudizio). Oltre a questo, c’è il lato della misericordia.

Gli ebrei devono provare a raggiungere l’unità e vedere che non possono farlo. Infatti, non è in nostro potere unire veramente. Allora, come ci dice il libro di Ester, se chiediamo per l’aiuto dall’alto con la mancanza giusta, possiamo averla. Allora, invece di Haman, Mordechai monta il suo cavallo, e raggiungiamo il successo, il nostro stato più alto, e una vita felice.
[155204]

Dal programma di Radio Israeliano 103FM, 1.02.2015

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Lezione introduttiva: “La Luce di Purim” – 15.03.2011
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