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Senza le interferenze non abbiamo bisogno del Creatore

Dr. Michael LaitmanDomanda: Che cosa dipende da noi?

Risposta: Solamente la costruzione della giusta mancanza dipende da noi; mentre la Luce Superiore è assolutamente ferma, immobile. Solamente nella misura della forza della mancanza e delle sue componenti è possibile vedere la Luce in base alla sua intensità e qualità.

In base a quanti discernimenti ci sono dentro la mancanza, vedremo la Luce semplice, la Luce di Nefesh—che si trova nell’immobilità (Nefisha), senza movimento—o la Luce di Ruach (il vento) che già si muove e che si trova nel movimento. Dopo di questo, scopriamo Ohr Neshama che ci mostra la fonte da cui arriva la Luce. Iniziamo a vedere in essa il desiderio di Colui che è Superiore che è attribuito a noi.

Dopo di questo, arriva la Luce di Haya che ci mostra in che modo, con il nostro desiderio forte, complesso, e versatile, possiamo anche entrare in contatto con la Luce Superiore ed iniziare a lavorare con essa.

Poi arriva l’ultima Luce, la Luce di Yechida, quando tutto è unito attraverso la reciproca dazione.

Domanda: Qual è la differenza tra l’intensità della Luce e la Qualità della Luce?

Risposta: Intensità e qualità sono due componenti dell’intensità della Luce. Nello stesso modo, nell’elettricità, c’è un alimentatore che è determinato in base al numero di voltaggio della corrente. Questo determina quanto si può produrre dall’alimentatore, in altre parole, la capacità di funzionare e di compiere il lavoro richiesto.

La quantità e la qualità sono insieme corrette. Nella Luce Superiore, non c’è alcuna differenza tra la quantità e la qualità. Riguarda soltanto coloro che ricevono. Tutta la sostanza del livello inanimato ha lo stesso valore di quello vegetativo. Ne consegue che una parte vegetativa è grande in qualità, in contrasto all’intera natura del livello inanimato, che è grande in quantità.

Domanda: Allora, che cosa abbiamo bisogno di domandare?

Risposta: Abbiamo bisogno di domandare solamente la mancanza. E’ un bene che adesso stiamo ricevendo una mancanza durante la divulgazione. Non c’è niente che abbia più valore di questo. Sentirci obbligati con il mondo intero è la cosa migliore in assoluto. Questa è la stessa mancanza nella quale scopriamo tutta la realtà, tutti i fenomeni del Creatore.

Questa mancanza ci obbligherà a sentire quanto desideriamo il Creatore. Fino ad oggi, non abbiamo avuto bisogno del Creatore, ma, oggi, Egli è diventato per noi una necessità, come l’aria, non per niente è scritto, “Venga il Faraone!” in quanto, senza il Faraone, non avremmo bisogno del Creatore.

Dalla Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.05.2014

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Dr. Michael LaitmanDalla stampa (The Economist): “’La VIRTU’ secondo George Bernard Shaw, ‘è una tentazione insufficiente’. Ma una nuova ricerca sugli schemi di consumo orientati dall’ambiente suggerisce che la virtù e l’auto-indulgenza spesso vanno mano nella mano.

“Un recente saggio di Uma Karmarkar della Harvard Business School e di Bryan Bollinger della Duke Fuqua School of Business sostiene che ai compratori che si portano le loro borse quando comprano generi alimentari piace ricompensarsi per questa cosa. Per due anni gli autori hanno seguito le transazioni in un supermercato dell’America. Potrà non sorprendere il fatto che i clienti che si portavano le loro borse compravano più prodotti ecologici di quelli usavano le borse del supermercato…

“Uno studio del 2011 condotto in Massachussets mostra come si fa si tiene da conto l’acqua. Nell’esperimento, 150 appartamenti sono stati divisi in due gruppi. Una metà ha ricevuto indicazioni sul risparmio dell’acqua con valutazioni settimanali dell’uso; l’altra metà è servita come modello di controllo.

“Le famiglie costrette ad usare meno acqua lo hanno fatto: i lori consumi sono scesi ad una media del 6% rispetto al gruppo controllato. L’imprevisto è stato che il loro consumo di energia è salito del 5.6%. L’auto-assoluzione è stata però così forte, in altre parole, che in sostanza ha superato di gran lunga l’originale azione virtuosa.

“Il non sentirsi in colpa sembra non accadere quando una condotta virtuosa è obbligatoria. In uno studio, i partecipanti si sono dovuti immaginare ad agire nell’ambito di un servizio alla comunità. Poi è stato chiesto loro di scegliere tra due ricompense: una indulgente verso se stessi (un paio di jeans alla moda) e una pratica (un aspirapolvere). Se fosse stato detto loro di essere stati condannati a compiere un servizio alla comunità per via di una violazione del codice della strada, sarebbero state di meno le probabilità che scegliessero i jeans, che avrebbero invece scelto se si fossero immaginati come dei volontari. Il modo migliore per far sì che gli uomini facciano del bene, sembra essere nel farli sentire male di loro stessi”.

Il mio commento: Ci viene comandato di agire o in base alla natura (il cammino della sofferenza) o in base alla Kabbalah (il cammino della Luce) al fine di renderci conto della mancanza di significato della nostra natura egoistica, dalla quale, in questo caso, c’è la possibilità di scappare.

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