Raggiungere la felicità

Dr. Michael LaitmanOpinione (Hugh Mackay, ricercatore sociale, autore di dodici libri tra cui 5 best seller): “Io contesto il concetto di felicità. Non ho problemi con le persone felici ma l’idea che tutto quello che facciamo sia parte integrante della ricerca della felicità a me sembra un’idea davvero pericolosa, ciò è la causa di quella malattia contemporanea della società occidentale che è la paura di essere tristi. E’ davvero strano oggi sentire gente che dice ‘Scrivi tre cose che oggi ti hanno reso felice prima di andare a dormire’ o ‘Sii felice’ e ‘La felicità è un tuo diritto per nascita’ e così via. In un certo senso stiamo insegnando ai nostri figli che la felicità è la posizione di base, questa è spazzatura. Noi dovremmo sforzarci di diventare persone complete e di questa completezza fanno parte la tristezza, il disappunto, la frustrazione, il fallimento, cioè tutte quelle componenti che fanno di noi quello che siamo. Felicità, vittoria ed appagamento sono piccole cose gradevoli che incontriamo nella nostra vita ma non ci insegnano molto. Tutti dicono che si cresce tramite la sofferenza ed appena si ritrovano in situazioni dolorose dicono ‘Svelto! Vai avanti! Tirati su!’. Solo per un anno vorrei avere una moratoria sulla parola ‘felicità’ e rimpiazzarla con la parola ‘completezza’. Chiedetevi ‘Questo contribuisce alla mia completezza?’ e se state passando una brutta giornata, allora la risposta è si”.

Il mio commento: La Kabbalah offre la possibilità di rapportarsi col mondo nella linea di mezzo, per determinare tutto in base ai benefici che avremo raggiungendo lo scopo dell’esistenza, che sta nel punto in cui si incontrano la felicità e le difficoltà. Ma è necessario scoprire il vero motivo, che può stare solo al di sopra della vita che ci conduce a questo obiettivo, e paragonare ciò che accade con l’avvicinarsi della meta.
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