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Il Linguaggio segreto del Creatore

Dr. Michael LaitmanNon c’è nessuno tranne Lui” è il concetto principale e più importante nella saggezza della Kabbalah e in generale nella vita di un uomo. Prima di tutto, è la base fondamentale di tutta la nostra visione della vita e della percezione della realtà poiché tutto deriva da una sola forza.

Spetta a noi sapere come rapportarci a ciò che Lui disegna dentro di noi, e a come Lui ci ha costruito in modo da farci pensare che è come se esistessimo dentro un corpo in una realtà esterna, come se i desideri e i pensieri fossero risvegliati in noi in ogni momento in modo che ci sembri che noi esistiamo mentre la realtà è qualcosa che abbiamo intorno.

Ma tutto questo è in complesso un disegno immaginario che non esiste veramente; è solamente a noi che sembra così. Attraverso il giusto atteggiamento verso la realtà e verso di noi, attraverso tutto quello che percepiamo dentro i nostri sensi, possiamo raggiungere la vera percezione del potere superiore. Scopriamo che Egli esiste e che di fatto è Lui che determina e modella tutto per noi.

“Non c’è nessuno tranne Lui”, significa che tutto ciò che percepisco arriva dal Potere Superiore, che disegna questo scenario per me. Spetta a me rapportarmi all’intera realtà che arriva da Lui.

Io me ne dimentico in ogni momento, ed ogni momento è un nuovo modo di percepire una nuova realtà come se io esistessi e l’ambiente circostante esistesse di per sé, senza derivare da alcuna sorgente esterna.

In ogni momento devo concentrare la mia percezione, la mia visione interiore, i miei pensieri e le mie sensazioni interiori, sul fatto che alla fine tutto questo si risveglia in conseguenza dell’influenza che la forza superiore ha su di me. Esiste un punto particolare dentro di me e questa forza disegna tutto il resto per me. Dentro questo punto io percepisco me stesso ed il mondo nel quale tutto ruota e si trasforma.

Io devo dire che tutto ciò che sento come un’interferenza che mi fa deviare dalla giusta percezione arriva dal Creatore e da “Non c’è nessuno tranne Lui”: solamente Lui crea questa realtà e mi confonde in ogni momento. Spetta a me dire che tutto questo è per il mio stesso bene. Il che vale a dire che tutto ciò che mi attira o che respingo, tutto ciò che entra nella mia strada, è Lui che organizza tutto in modo preciso affinché, in base a tutte queste interferenze, mi indirizzerò in ogni momento alla sola fonte che risveglia tutto dentro di me.

In questa guerra tra me ed il Creatore (che mi confonde sempre), incomincio a rapportarmi al mondo come se esistesse di per se stesso, per via delle varie persone che mi influenzano e che risvegliano in me varie impressione e oltre a questo io continuo a cambiare me stesso. In tutto questo, spetta a me vedere solamente Lui.

In questo modo chiarisco tutti i reshimot (i ricordi), nel senso dell’intera rappresentazione che compiono davanti a me e nella quale io partecipo. Se persisterò, chiarendomi al meglio possibile, mi sembrerà di avanzare. Ma non è vero; non avanzerò in questo modo.

E’ logico che se mi rapporterò al Creatore in questo modo, allora mi ritroverò in un conflitto, in opposizione a Lui; ci ritroveremo uno contro l’altro. E questo atteggiamento non è corretto. Infatti, il Creatore ha organizzato tutti questi stati per me di modo che io mi possa dirigere sempre verso di Lui. Sbaglierò, mi confonderò, e non ce la farò a restare sempre direzionato verso di Lui e sentirò che tutta questa immaginaria realtà esiste su qualche schermo tra Lui e me, e su questo schermo Lui proietta il mondo per me.

Se un uomo vuole continuamente posizionare il Creatore dietro a questo intero scenario, raggiunge la disperazione assoluta perché non è in grado di reggerlo. Questa disperazione è utilissima, mirata dal Creatore. Infatti, quest’uomo inizia a sentire di avere bisogno di aiuto dall’alto, perché non è in grado di connettersi a questa sorgente, a questa singola causa che costruisce per lui la realtà che ha intorno a sé in ogni momento. E allora l’uomo si sfoga con una richiesta, con una preghiera, con un pianto, con un risentimento per avere sempre dentro di sé il desiderio ardente di essere in connessione con la sorgente, con la causa, con il Creatore, e per questo Egli gli sfugge. Una richiesta si viene a formare nell’uomo, la richiesta corretta affinché il Creatore lo aiuti. Significa che l’uomo interrompe il gioco, la competizione contro il Creatore, mente il Creatore aveva dato all’uomo la percezione del mondo in modo che egli potesse percepire se stesso. E l’uomo sente che questa è la realtà. Si rapporta ad essa senza connessione alla causa che la costruisce, che è la forza superiore. L’uomo vede che è sempre staccato dal Creatore e che si trova ad agire nello scenario di una realtà immaginaria.

Se la richiesta dell’uomo si avvicina ad essere sempre di più una richiesta interiore, l’uomo inizia a sentire di avere un dialogo con il Creatore sulla realtà, rivestita da interferenze, che egli non vede più come interferenze ma come aiuti. In questo modo egli si costruisce in modo da potere comprendere e percepire il Creatore. Inizia ad imparare il linguaggio, a come il Creatore si rivolge a lui attraverso tutta questa realtà e a come egli attribuisce tutta questa realtà al Creatore e sa come risponderGli.

E allora, dal suo lamento, dalla sua protesta contro il Creatore, l’uomo arriva a ringraziare. Inizia a comprendere che questo è il modo in cui il Creatore lo fa evolvere, crescere, lo educa. Egli gli insegna a comprendere il linguaggio superiore, che non passa attraverso le parole o le lettere ma attraverso il mondo circostante.

Il mondo intero, tutte le sensazione dell’uomo riguardo se stesso ed il mondo, tutte le sue percezioni diventano un linguaggio molto ricco, in quanto il mondo intero sta mostrando all’uomo come il Creatore si relaziona con lui e come l’uomo si relaziona con il Creatore in risposta.

Il mondo diventa uno schermo sul quale, attraverso varie forme, colori, suoni, attraverso tutte le differenziazioni nella percezione del mondo, l’uomo inizia ad identificare un codice assolutamente unico e nascosto. In conseguenza a tutto questo, l’uomo inizia a percepire e a comprendere il Creatore.

Invece di lamentarsi contro il Creatore per il fatto di non avere controllo sul mondo e per il fatto che non riesce ad identificare la sorgente, la forza superiore, la causa unica, egli inizia a ringraziare il Creatore per tutto quello che succede. A questo proposito è detto, “Il mondo intero è utile per lui”. Questo è il modo in cui un uomo avanza.

La domanda che incomincia a dipanarsi è, “Perché il Creatore ha fatto tutto questo?” Nella misura in cui l’uomo è pronto a ringraziare il Creatore, ad identificarsi con Lui, a staccarsi da se stesso, come se egli stesso non esistesse affatto, essendo invece pronto a penetrare nello scenario che il Creatore gli presenta e ad identificarsi con la forza superiore, allora egli inizia veramente a sentire, per mezzo di questo linguaggio, che è rappresentato dal mondo intero, di aver aderito al Creatore e che Egli procede insieme a lui attraverso i mezzi stessi delle interruzioni, dei cambiamenti, delle forme colorate, dei suoni, delle sensazioni e dei pensieri.

L’uomo si identifica con il Creatore e si cambia così tanto che inizia ad avanzare insieme al Creatore con lo stesso movimento. E non solo riceve delle impressioni dal Creatore, ma prova a reagire, ad aderire a questa forma, a questo mondo, a questo scenario. Non va dietro al Creatore come un bambinetto, ma insieme incominciano a lavorare con la stessa modalità, alla stessa velocità. E allora questo mondo scompare.

Il mondo è dunque il risultato della differenza tra l’influenza del Creatore sull’uomo e la reazione dell’uomo rispetto ad essa. Ma se essi iniziano ad essere uguali, a muoversi alla stessa velocità, e ad ogni passo e ad ogni movimento non c’è alcuna differenza tra l’azione che il Creatore inizia e l’azione che l’uomo finisce, e tutto succede insieme, allora la forma del mondo, lo scenario del mondo, scompariranno, (“Olam” [mondo] dalla parola “Halam” [nascosto]). Allora l’uomo ed il Creatore si connetteranno. Questo stato è chiamato “adesione”. Questo è ciò che dobbiamo raggiungere.
[135210]

Dal Congresso in Francia “Uno per tutti e tutti per uno”, 2° giorno 10.05.2014, lezione 2

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La causa di assuefazione è la solitudine…

Dr. Michael LaitmanMessaggio: Sono passati un centinaio di anni da quando sono state proibite le droghe. E durante questa lunga guerra alla droga i governi hanno creato la storia dell’assuefazione, che abbiamo adottato come verità. Ma la verità vera ci obbligherà a cambiare noi stessi!

Esperimento 1: Si è messo un ratto in una gabbia da solo, con due bottiglie d’acqua: una con acqua normale e l’altra con acqua ed eroina (cocaina). Il ratto, prova l’acqua con la droga, e ritornerà ad essa fino a quando non si uccide. Tuttavia, ciò si verifica solo se il ratto si trova in una gabbia da solo.

Esperimento 2: Si è costruito un parco per ratti: palline colorate, cibo migliore, gallerie che girano e alcuni amici. Insomma tutto ciò che il ratto può sognare. Tutti i ratti assaggiano l’acqua di entrambe le bottiglie. A questi ratti, con questo tipo di ambiente, l’acqua con la droga non è piaciuta!

Journal of Time: tra i soldati americani che hanno combattuto in Vietnam, l’eroina è stata usata spesso nella gomma da masticare. Inoltre, secondo l’Archivio di General Psychiatry, nella Seconda Guerra Mondiale il 20% dei soldati tedeschi erano eroinomani. Ma il 95% dei soldati tossicodipendenti ha smesso. Hanno preso la vita militare per piacevole. La droga non serviva più.

Esperimento 3: I ratti sono stati tenuti in isolamento e con forza riempiti di droga per due mesi, fino a quando ne sono diventati completamente dipendenti, il loro cervello si è impregnato di chimica. Successivamente vengono posti in un parco per ratti. Per un po’ di tempo hanno continuato ad utilizzare la droga, ma poi hanno smesso e sono tornati alla vita normale. La buona cellula li ha salvati.

Altresì, molte persone stanno prendendo diamorfina (nome medico dell’eroina) per alleviare il dolore. Ma quando si fermano, nonostante mesi di utilizzo, ritornano alla vita normale.

I tossicodipendenti di strada sono come i ratti isolati, soli, con l’unica fonte di conforto, la droga.

In ospedale il paziente è come il ratto nella seconda gabbia, quando torna a casa trova il buon ambiente.

Il contrappeso dell’assuefazione non è l’astinenza. È unione con le persone. La lotta contro la droga aumenta il numero di tossicodipendenti, dopo il carcere si trovano inabili e ciò garantisce un maggiore isolamento.

C’è un’alternativa. È possibile costruire un sistema che è progettato per aiutare i tossicodipendenti a recuperare il collegamento con il mondo ed essi lasciano la loro dipendenza.

Il Portogallo è il primo paese in Europa per consumo di droga, l’1% della popolazione utilizzava eroina. Hanno provato la guerra alla droga, ma il problema è peggiorato. Poi hanno depenalizzato le droghe e hanno stanziato denaro per la socializzazione dei tossicodipendenti in modo che abbiano uno scopo nella vita, per il quale si alzano la mattina.

Questo non vale solo per i tossicodipendenti. Questo vale per tutti noi, perché ci fa pensare in modo diverso. Gli esseri umani sono animali collegati. Hanno bisogno di comunicazione e di amore. Il detto più saggio del ventesimo secolo è: “Solo connessione”. Ma abbiamo creato l’ambiente e la cultura, che ha eliminato questo collegamento e ha offerto una parodia si chiama “Internet”.

La crescita della tossicodipendenza è un sintomo del nostro stile di vita, dobbiamo prestare più attenzione a questi esseri che vivono intorno a noi. Il 21 ° secolo è il secolo della solitudine. Tutti abbiamo bisogno di parlare di riabilitazione sociale per il recupero dalla malattia, ogni isolamento è come una fitta nebbia.

Il mio commento: Il ripristino della buona comunicazione reciproca tra le persone, a dispetto del nostro egoismo, è una panacea assoluta per tutti i nostri mali. E poi, attraverso la realizzazione dell’unità, andremo verso il mondo superiore, la perfetta esistenza eterna.
[1531333]

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