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I figli dell’universo, Parte 1

Dr. Michael LaitmanDomanda: Usciamo nello spazio aperto, nell’universo che, effettivamente, ci ha dato la vita. L’universo è il sistema di creazione composto di materia ed energia. Esso comprende il mondo che conosciamo incluso lo spazio e il tempo.

L’universo è dinamico e secondo la teoria del Big Bang, si sta sviluppando da un punto d’inizio e sta gradualmente espandendosi. Nel complesso, cosa possiamo estrarre da ciò che sappiamo dell’universo?

Risposta: Primo, studiando qualcosa dobbiamo determinare l’essenza delle ricerche. Il ricercatore è una persona che è anche parte della natura, dell’universo, del sistema globale.

Dobbiamo capire gli attrezzi della ricerca che abbiamo; si manifesta il nostro primo errore: diamo per scontato che siamo in grado di studiare la natura oggettivamente.

Però nel frattempo, come abbiamo già detto, siamo parte di essa, e siamo una parte abbastanza difettosa e molto personale. Apprezziamo e lodiamo ciò che ci fa bene, e, dall’altro lato, sottovalutiamo e sminuiamo ciò che ci fa male. Il tutto si svolge nel nostro subconscio.

Inoltre, siamo molto limitati nelle nostre sensazioni, nei nostri sentimenti, e nei nostri sensi; non sappiamo dove loro ci fanno fallire e ci ingannano. Non possiamo percepire l’errore che facciamo nei nostri attributi analitici e nella nostra abilità a chiarire e paragonare le cose. Non è in nostro potere perché manchiamo dei criteri per esaminare le cose e semplicemente non abbiamo nulla con cui confrontare la nostra mente e i sentimenti.

Se siamo pronti almeno a riconoscere i nostri limiti, è una buona cosa. Allora ci rendiamo conto che non c’è nulla di assoluto nella nostra percezione e che non sapremo mai ottenere l’Assoluto. Anche se possiamo investigare qualcosa, sono solo i livelli sotto di noi: l’immobile, il vegetale, e l’animato. Essi non sono così sviluppati come siamo noi e in qualche misura possiamo studiarli.

D’altra parte, non possiamo studiare noi stessi. È perché tutto è raggiunto solo da un livello superiore. Questo l’unico modo in cui possiamo ottenere la radice, e di conseguenza non conosciamo noi stessi perché la nostra radice, la potenza, il piano, è su un livello superiore rispetto a noi. I motivi sottostanti la nostra essenza rimangono irraggiungibili.
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Da Kab.TV “Una Nuova Vita” 2.03.2014

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Qual è la differenza tra Kabbalah e religione?

Dr. Michael LaitmanNon vi è alcun collegamento tra la Kabbalah e la religione. La religione è emersa dal fatto che le persone avevano ricevuto un testo kabbalistico, ma non sapevano come leggerlo e capirlo correttamente.

Come regola generale, un uomo religioso, aprendo la Torà o qualche altro libro scritto da Kabbalisti che hanno raggiunto il mondo superiore e lo interpreta in immagini materiali del nostro mondo, vale a dire, in termini a lui comprensibili.

Ad esempio, ‘il viaggio degli antenati’, lui lo percepisce come un viaggio sulla terra e non dentro se stessi a diversi livelli di egoismo. Lui tratta l’uccisione, le sconfitte, le vittorie, e altri eventi e fenomeni descritti nella Torà, come tutti tipi di avventure del nostro mondo. Lui è come un bambino a cui tu le racconti di qualcosa di più elevato, ma che percepisce tutto a livello che vede intorno a sé.

Il problema è che c’è un unico linguaggio per la descrizione del mondo spirituale e per il nostro mondo. Pertanto, una persona che è al livello del nostro mondo prende tutto alla lettera, e questa è la fonte della religione. Ma una persona che è salita al livello spirituale lo interpreta correttamente perché per lui questa è la Kabbalah, il mondo superiore, l’interazione con il Creatore.

Domanda: Come può una persona religiosa rapportarsi alla Kabbalah?

Risposta: Si dice che ogni uomo giudica tutto dal suo livello, nella misura della sua corruzione. Quindi qui arriva un grosso problema.

I Kabbalisti capiscono che le persone religiose comuni, entro gli stretti confini della loro percezione limitata, interpretano la Torà in modo non corretto. Ma hanno bisogno di mantenere il loro livello di fede semplice. Essi dovranno studiare la Torà a loro modo, fino a quando arriverà il momento della loro correzione.

Le persone religiose legano la Kabbalah al livello materiale, non rendendosi conto che i Kabbalisti la capiscono in modo diverso (ad un livello superiore), come un bambino non capisce un adulto. Pertanto, essi sdegnano i Kabbalisti, ritenendo che la Kabbalah è una cosa dannosa che porta l’uomo lontano dalla religione. La Kabbalah allontana davvero l’uomo dalla religione, perché gli mostra la vera pace e il vero scopo della creazione.

Di fatto una persona religiosa compie i comandamenti in modo egoistico: solo per lo scopo di avere una buona vita in questo mondo e per guadagnarsi il bene nel paradiso nel mondo avvenire. Non ha alcuna relazione con le leggi dell’unità e della regola di “Ama il tuo prossimo come te stesso.”

Un Kabbalista soddisfa il comandamento “ama il prossimo tuo”, perché è la base di tutta la sua vita in cui egli rivela il Creatore e raggiunge la proprietà della dazione e dell’amore.

Pertanto, la Kabbalah e la religione hanno obiettivi completamente diversi, tecniche diverse, e diversi atteggiamenti nei confronti della Torà. Questa profonda contraddizione li separa e li rende polarmente opposti. Speriamo che col tempo le persone religiose capiscano l’importanza del passaggio graduale dalla religione alla Kabbalah.

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Da Kab.TV “Racconti Brevi” 22.10.2014

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