Il segreto essenziale degli ebrei, Parte 55

Dal libro: Il segreto essenziale degli ebrei, M. Brushtein

L’animale non è un essere umano

L’animale, a differenza dell’uomo, vive secondo la legge della natura, però in natura non è accettato uccidere qualcuno per profitto e per il bene del profitto. Gli animali in genere sono molto più tranquilli rispetto a ciò che pensa la maggior parte della gente. A proposito, gli animali preferiscono non affrontare il “re della natura.”

Storie spaventose che si raccontano del lupo (come la tigre) sono impreziosite dalla fantasia delle persone inattive e quasi tutte contengono poca verità.

Un branco di lupi, impazzito dalla fame, a volte può attaccare le persone, anche adulti armati; può succedere che i lupi uccidano e mangino un umano, ma in ogni caso, le minacce di lupi nei paesi dove la popolazione dei lupi è elevata, non è così grande come si è spesso immaginato.

Un lupo solitario attacca raramente un adulto, anche uno armato solo con un randello; questo comportamento può essere causato solo da circostanze speciali, come un lupo rabbioso o un lupo femmina che teme per i suoi cuccioli. (Alfred E. Brehm, Brehm’s Life of Animals/Brehm’s Vita degli Animali)

Certamente un animale non è un essere umano. Gli animali non sono in grado di quanto segue:

“Con un adeguato profitto, il capitale è molto audace. Un certo 10 per cento garantirà il suo impiego ovunque; certo il 20 per cento produrrà entusiasmo; il 50 per cento audacia positiva; il 100 per cento renderà pronti a calpestare tutte le leggi umane; il 300 per cento, e non vi è un crimine in cui ci sarà scrupolo, né un rischio che non si possa correre, anche per la possibilità del suo proprietario di essere impiccato.” (Thomas Joseph Dunning)

Un’immagine surreale è davanti a noi. L’essere umano, il grado più alto della natura, si comporta molto peggio degli animali. Perché l’intelletto, del quale un uomo è così orgoglioso, porta molto più male che bene? Perché l’umano può fare tali cose indicibili alla sua specie?

Ora Dadon ha raggiunto la tenda

Barcolla all’indietro: una vista spaventosa

Proprio davanti ai suoi occhi sono caduti

Spogliato di elmo e armatura a catena

Entrambi i suoi principi, nobili uccisi

Trafitto ciascuno dall’attacco dell’altro

E i loro cavalli erranti in libertà

Sul prato marchiato con gli zoccoli e segnato,

Sul prato-verde insanguinato

‘Figli … i miei figli …’ gemette il padre,

Si lamenta ‘entrambi i miei falchi strangolati’,

‘La vita è persa – guai a me’

‘Qui sono stati uccisi non due, ma tre.’

Lamento degli uomini e delle unioni matrimoniali

Presto risuona con nenie pesanti

Gola e scogliera, Il cuore della montagna

Trema. Ecco, le tende si separano

Sulla tenda … Il premio di fanciulle.

Regina di Shamakhan, radiante

Lambert come la stella del mattino,

Saluta silenziosamente lo zar.

Silenziato dal suo sguardo fisso sfolgorante

Come un uccello notturno di giorno.

Egli si alza intorpidito – lo sguardo di lei stordisce

Sì! Alla morte di entrambi i suoi figli.

(Aleksander S. Pushkin, “la storia del gallo d’oro”)

Fonte: La storia del gallo d’oro http://www.artrusse.ca/pushkin/tale_cockerel.htm

E la posizione di questa creatura è sulla sommità dello sviluppo della natura? Sembra almeno illogico. Come avrebbe potuto, chi è in grado di distruggere milioni di suoi simili, essere sopra tutte gli altri? Com’è potuto accadere che il “re della natura” è in grado per alcune idee illusorie di distruggere non solo gli altri, ma anche se stesso?

E allo stesso tempo.

Come può tutto questo essere combinato con alti ideali, la cultura, l’arte, i principi morali e il potente intelletto?
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