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Le azioni pratiche determinano il risultato

Domanda: Quando vengo a pregare in disperazione totale, devo chiedere di cambiare, io ho bisogno di chiedere che un amico avanzerà spiritualmente?

Risposta: Le preghiere sono chiamate il desiderio del cuore, il desiderio incontrollato del cuore. Posso dire quello che voglio, nulla aiuterà, sono soltanto i movimenti delle labbra. Potrei danzare, piangere, o rotolare per terra; questo non produce alcun risultato. La cosa principale è che cosa sto provando nella profondità del mio cuore.

Un desiderio è chiamato cuore e la quarta fase del mio desiderio è quello nascosto da me. A volte quando è rivelato, mi fa tremare. E questo aspetto è sentito dalla Luce, la contatta, perché è come il nome di quattro lettere del Creatore.

L’ultima fase si trova effettivamente in contatto con la fase superiore di Keter. Un anelito di connessione appare in essa che è opposta a quella di “Keter”: Una delle due vuole avere il controllo completamente (in qual caso questa fase è chiamata “Faraone” che vuole tenere la Luce dentro di sé), o l’opposto, che vuole somigliare a “Keter, ” la caratteristica di dazione.

Non abbiamo nessun controllo su questa fase, infatti non la intuiamo e non la sentiamo. Qui sono necessarie tutti i tipi di azioni pratiche! Non si tratta solo di sedere e meditare; la saggezza della Kabbalah non lo riconosce! Tutto questo non esiste! Puoi andare profondamente dentro di te, pensare che puoi avere tutti i tipi di intenzioni, ma tutte queste sono indagini interiori che sono determinate in definitiva dal lavoro preliminare e dal lavoro che ne consegue. Queste investigazioni sono obbligatorie solo per capire cosa ho ottenuto, quanto posso sentire quello che sono nel momento presente.

Allora, se noi vogliamo veramente evocare la Luce circostante su di noi, è necessaria un’azione; il risultato, l’influenza della Luce che da’ forma al corretto anelito del nostro desiderio nel suo ultimo aspetto. Come è scritto, “Il Creatore mette la preghiera nella mia bocca”. Anche se la persona non sta pensando a niente, ma meccanicamente effettua ciò che è necessario, alla fine, i suoi normali pensieri si trasformano in pensieri meravigliosi.

E il contrario è anche vero. Esiste il monito: “La sua saggezza è superiore alle sue azioni”. Questo non è consentito! Si ritiene che quando la saggezza di una persona supera i suoi atti, si uccide spiritualmente. Tutti tipi di filosofie, le intenzioni, i pensieri, che studiano dalla mattina alla sera non sono buoni. Il nostro mondo è un mondo di azioni. Ci troviamo nella fase finale del mondo di Assiya, tradotto come “azione”.
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Dal Congresso di San Pietroburgo “Giorno Due” 13.07.2013, Lezione 3

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La connessione con la Luce

Ci sono due fasi nello sviluppo umano: la più alta e la più bassa. Inoltre, noi (NOI) rappresentiamo la fase più elevata perché abbiamo il punto nel cuore (•). Ci preoccupiamo dello sviluppo; sentiamo e capiamo la sua importanza; ce ne prendiamo cura; non ne siamo indifferenti; abbiamo una connessione con la Luce, che non conosciamo da noi.

Invece, l’umanità non ha alcun contatto diretto con la Luce, e gli uomini vivono sullo schema della nostra civiltà, prendendosi cura delle necessità comuni per il cibo, il sesso, la famiglia, il denaro, l’onore, il potere e la conoscenza. Gli uomini non hanno bisogno di niente altro.

Tuttavia, oggi c’è una situazione speciale: il mondo sta sprofondando nella crisi. Praticamente, tutti la sentono e non possono farci niente. Qui, noi dovremmo capire che questa crisi è provocata dal fermo approccio della Luce, che si manifesta in noi, svalutando l’istituzione della famiglia, distruggendo l’educazione dei bambini, negandoci l’empatia nelle relazioni tra le persone, ed indebolendoci. In generale, i molti aspetti della crisi ci portano ad un punto in cui il precedente benessere e le vecchie abitudini sembrano “scivolarci tra le mani come acqua”. Questo succede perché non siamo capaci di entrare in contatto, in connessione, con la Luce che viene rivelata sempre di più.

Quindi, abbiamo una ragione per metterci in contatto con gli uomini e spiegare loro perché si sentono male. Baal HaSulam a questo riguardo scrive che dobbiamo diventare un “regno di sacerdoti”, per entrare in contatto con gli uomini e per dire loro come correggere la situazione, come fronteggiare la crisi. Infatti, l’uscita dalla crisi è nell’unione (Σ) attraverso il metodo dell’educazione integrale(∫).

Se ci uniremo, la crisi scomparirà perché nella nostra unione incominceremo a rivelare la Luce. Spetta a noi, adesso, ma non ce la facciamo; è sempre più occultata, e di conseguenza, percepiamo una crescente oscurità. Se eguagliamo la Luce, allora la manifestiamo nella sua qualità originale, illuminiamo la vita con il bene, che costruisce tutte le connessioni tra di noi e ci appaga.

In questo modo, abbiamo solamente due semplici opportunità:

  • O ci uniamo, diventando uguali alla Luce, di modo che venga rivelata in noi;
  • o non ci uniamo, e allora la Luce sarà rivelata comunque, ma a suo tempo, lungo il cammino del dolore e della sofferenza, che sono la causa della nostra crescente divergenza tra la Luce e noi.

Tuttavia, la stessa umanità non riesce a comprendere il metodo della correzione e non riesce a percepire qualcosa perché non possiede la cosa più importante, il punto nel cuore. Quindi, dipende da noi: grazie al punto nel cuore, abbiamo una connessione con la Luce. Quindi, per l’appunto, dobbiamo diventare un punto di connessione tra la Luce e l’umanità intera.

Inoltre, in tutte le generazioni da Adamo fino ad ora, i Kabbalisti hanno creato solamente specifici gruppi, oggi, ma non è abbastanza. In passato, il potere spirituale del gruppo era sufficiente per rivelare la Luce. Ci sono stati vari periodi in cui i gruppi erano composti da alcuni uomini solamente, e poi dozzine, e centinaia, e migliaia. Ad ogni modo, noi dobbiamo integrare i nostri piccoli gruppi in tutti gli altri uomini.

Noi, il nostro gruppo, non possiamo ottenere la connessione con la Luce se non prendiamo in considerazione tutta l’umanità. Abbiamo un grande desiderio e tuttavia non siamo in grado di realizzarlo. Gli anni passano e noi siamo apparentemente “inattivi”. Inseriti nei nostri gruppi, siamo come un cane che corre su se stesso per prendersi la coda. Mettiamo in campo sforzi giganteschi e riscuotiamo piccoli effetti.

Perché? Perché ci manca il bisogno, la sensazione della necessità. Non abbiamo la grande mancanza con la quale potremmo raggiungere la Luce. Non l’ avremo, non importa quanto duramente lavoriamo.

Questa è la ragione per cui i gruppi “stanno a galla” da anni. I gruppi devono avere tutta l’umanità connessa ad essi, non miliardi di persone tutte insieme, ma è necessario iniziare a lavorare in questa direzione. I gruppi devono “rivolgersi alle masse” e connetterle a noi.

Allora in risposta, avremo un grande desiderio, un grande bisogno. Sì, si tratta solamente di un semplice bisogno naturale “terreno” che si basa sulle necessità ordinarie; in questo modo, trasformeremo il tutto in un impulso spirituale e chiederemo al Creatore l’appagamento spirituale. Noi eleviamo il loro desiderio e chiediamo: “Dacci la Luce! Dacci l’unione!”. Questo desiderio spirituale risveglia la Luce che in risposta ci influenza, viene rivelata in noi, e noi la portiamo agli uomini.

Così facendo, questa Luce risolverà tutti i problemi. Nel nostro mondo non ci manca niente se non la connessione tra le persone. Attraverso la corretta interconnessione, saremo in grado di gestire tutto. La sola cosa che ci serve è di costruire correttamente le relazioni tra di noi.
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Dal Congresso virtuale  “One America”  16.11.2013, Lezione 1

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