Marx aveva ragione?

Dr. Michael LaitmanOpinione  (Umair Haque, consulente e autore londinese, direttore di Havas Media Labs):

  • “L’impoverimento. Marx sosteneva che il capitalismo rende i lavoratori poveri: voleva dire che il loro lavoro sarebbe stato ‘sfruttato’ – non solo in senso puramente etico, ma in uno più stretto economico: perché i salari reali sarebbero stati ridotti e le condizioni di lavoro peggiorate. Come ha fatto Marx a pronosticare questo? Direi facendo una media: i salari in molte economie avanzate – particolarmente nel capitalismo più puro, hanno un senso finanziarizzato – e hanno fallito nel tenere il passo con la produttività; non per anni, ma per decenni. (Il salario medio americano è stato stagnante per circa 40 anni.) In termini macro, la quota del reddito dei lavoratori è crollata, mentre la parte del leone di crescita è maturata per quelli in cima.
  • La crisi. Siccome i lavoratori sarebbero stati pagati sempre meno, il capitalismo sarebbe stato incline a croniche, perpetue crisi di sovrapproduzione – e loro non avrebbero avuto i mezzi per acquistare o investire in beni sufficienti soldi per mantenere l’economia ronzio. Quindi Marx aveva previsto, si sarebbe arrivato a una specie di ‘povertà in mezzo all’abbondanza.’ […]
  • “La stagnazione. Ecco la più controversa – e più curiosa – previsione di Marx. Come tutte le economie di stagnazione, i tassi reali di profitto scenderanno. Come fare per tirarli su? Al primo sguardo, sembrano essere stati completamente screditati: i profitti aziendali stanno sfondato il tetto fino a livelli stratosferici. Ma pensateci di nuovo, in termini economici: la previsione di Marx interessa il ‘profitto reale,’ non solo numeri di misteriosa carne servita dai contatori di fagioli, e masticata con gusto da ‘analisti’. […]
  • “L’alienazione. Se i lavoratori vengono separati dal risultato del loro lavoro, sostiene Marx, il loro senso di autodeterminazione diminuisce, alienandoli dal senso del suo significato, scopo e riempimento. Cosa sta facendo Marx a questo punto? Direi abbastanza bene: la maggior parte dei luoghi di lavoro moderni umani, anche se autoproclamati per tutte le loro comodità, sono bastioni di noia spaccaossa e succhiatori mediocri di anime, pieni di squallidi incontri, attività lugubri, e obiettivi inutili che sono un bel po’ ‘alienanti. […]
  • “Feticismo dei prodotti. Un oggetto feticcio è più che un simbolo: si crede di avere in realtà il potere del simbolo rappresentativo (come un idolo, o un totem con proprietà magiche). Marx sosteneva che in base alle regole dell’epoca industriale del capitalismo, le materie prime saranno diventate talismani venerati, adorati attraverso scambi transazionali, intrise di poteri mistici che danno loro valore intrinseco – e oscurando il loro valore reale e delle stesse persone che hanno lavorato su di loro, in primo luogo. E’ uno dei concetti e sfumature più sottili di Marx. Ha retto? Ancora una volta, io posso solo indicare una società in furiosa ricerca per il di più, il più grande, più veloce, più economico, più perverso, ora, che si tratti di templi al dettaglio di mega-centri commerciali dell’America, o rivoltosi di Londra che vanno a rubare, non il pane, ma i videogiochi. “

Il mio commento: Marx aveva ragione nel fatto che egli credeva che solo l’educazione umana e l’istruzione possono portare una persona alla trasformazione del sistema capitalistico in un vero socialista, e se succede violentemente, da pressioni esterne (una rivoluzione), e non dal libero arbitrio delle persone corrette, ci sarà un altro nazismo tedesco oppure in stile sovietico.
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