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Assenza precede presenza

Dr. Michael LaitmanBaal HaSulam, “Questo è per Giuda”: Il Creatore ha creato l’esistenza dall’assenza. Perciò, non c’è una singola creazione che non era assente in precedenza. Però in ogni elemento l’assenza ha una forma distinta in ogni elemento di creazione, perché quando la dividiamo, si realizza in quattro tipi: inanimato, vegetale, animale, e parlante, scopriamo che l’inizio dell’inanimato è necessariamente completa assenza.

Tuttavia, l’ inizio del vegetale non è completa assenza, ma semplicemente il suo grado precedente, il quale, rispetto a sé, è considerato assenza. E in materia di semina e di decadimento, che sono necessari per ogni seme, vengono ricevuti dalla forma dell’inanimato. Inoltre, è lo stesso con l’assenza del vivente e del parlante: la forma vegetale è considerata assenza rispetto al vivente, il quale è considerato assenza rispetto al parlante.

La cosa principale che una persona deve chiarire sul suo livello attuale allo scopo di salire al prossimo livello è che lui non ha il livello superiore! Come già detto: “L’assenza precede la presenza”. Non so esattamente cosa deve essere il mio livello successivo, ma sento che mi manca! Se la mia mancanza rispetto al livello successivo è abbastanza matura, mi muovo su di esso. Significa che “l’assenza precede la presenza”.

Succede questo nella transizione dal livello dell’inanimato al livello del vegetale, e dalla forma di livello del vivente al livello di parlante. Come si può ascendere dal livello del parlante al livello del Creatore? Dove possiamo cominciare a chiarire quello che ci manca?

Perciò, il testo ci insegna che l’assenza che precede l’esistenza dell’uomo è la forma bestiale. Questo è il motivo per cui è scritto, “un puledro di asino selvaggio è nato uomo,” come è necessario per ogni persona per iniziare nello stato bestiale. E la scrittura dice, “L’uomo e la bestia Tu conserva, Signore”. E come a una bestia è dato tutto quello di cui ha bisogno per il suo sostentamento al compimento del suo scopo.

Pertanto, dobbiamo capire dove si trova il vantaggio della forma dell’uomo sopra la bestia, dalla prospettiva della loro preparazione. Infatti, si discerne in loro dei desideri, siccome i desideri dell’uomo sono certamente diversi di quelli di una bestia. E in tale misura, la salvezza dell’uomo da parte di Dio differisce dalla salvezza divina della bestia.

Si scopre che abbiamo bisogno di sentire che non vogliamo il Creatore e il mondo spirituale, ma che vogliamo rimanere bestie che continuano con la propria vita comoda all’interno del nostro recinto e nulla di più. Questo significa che devo scoprire i miei desideri veri nello stato attuale e il mio rifiuto di lasciarli anche di un millimetro. Questa è una sensazione di assenza.

Io non sento che mi manca il livello successivo e ora vedo che non mi manca in alcun modo. Secondo la mia natura sono pronto a rimanere sul livello corporeo per sempre. Senza questa sensazione non posso raggiungere il riconoscimento della forma negativa.

Questo ci insegna che la forma dell’assenza è la negazione della presenza. E conosciamo la forma della presenza, redenzione, dal verso: “Ed essi non insegnano più a ogni uomo suo vicino … poiché tutti Mi conosceranno, dal più piccolo fino al più grande di loro”. Perciò, la forma di assenza precedente, significa forma dell’esilio, ed è solo l’assenza della conoscenza del Signore. Questa è l’assenza dell’Aleph, il quale manca nella Gula (esilio), ed è presente in Geula (redenzione) –  Dvekut (Adesione) con il “Campione del mondo”. Precisamente questa è la redenzione delle nostre anime, né più né meno, come abbiamo detto, che tutte le lettere di Geula sono presenti in Gula ma l’Aleph è il Campione del mondo.

Se tutto ciò che ci manca è la rivelazione del Creatore, la forza di dazione, non per il nostro piacere ma perché sia un attributo più sublime, siamo pronti ad avanzare allo stato di redenzione.
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(Dalla terza parte della Lezione di Kabbalah 31.03.2014, Scritti di Baal HaSulam)

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Favole nocive per i bambini

Dr. Michael LaitmanNotizie (dal Blog di Scientific American): “La letteratura e il cinema sono ricchi di topolini parlanti e papere che portano vestiti (anche se occasionalmente sono raffigurati senza pantaloni) e cani che si collocano da cani, bene, a cani che potrebbero anche essere persone.

“I racconti sono uno dei metodi principali che la nostra specie usa per capire il mondo naturale. Dare attributi umani agli animali non è per niente un fenomeno recente: dèi antichi spesso erano ibridati umani-animali (o animali come umani). Nel racconto classico illustrato da Arthur Rackham, tre orsi siedono intorno ad una tavola e mangiano avena, come essere umani.

“Questi animali-gente antropomorfi nella nostra cultura sono dati come onnipresenti, una psicologa dell’università di Toronto, Patricia A. Ganea si chiede come questo tipo di rappresentazioni influisce sul modo di pensare dei bambini rispetto agli animali veri.

“I bambini piccoli hanno già difficoltà a distinguere la realtà dalla fantasia, specialmente prima di aver raggiunto il loro quinto compleanno. E mentre tanti bambini sono in grado di distinguere la realtà dalla fantasia quando si tratta di rappresentazioni visive di animali, per cui la distorsione può anche essere rispecchiata nel contenuto della storia stessa. Scrive Ganea, ’La coscienza umana, la sapienza, le abilità spesso sono attribuite a personaggi animali (ad esempio le foche risolvono i misteri, i gatti costruiscono le case, e i topolini guidano le macchine) e anche gli oggetti inanimati (ad esempio le lampade hanno facce e ballano il tango, i treni si sforzano contro ogni previsione a conseguire obiettivi impossibili)’.

“Insieme, i risultati dimostrano che il linguaggio conta di più che l’illustrazione quando si tratta di imparare a conoscere la biologia e la psicologia degli animali. Anche quando i racconti sono accompagnati da immagini realistiche, se il linguaggio era antropomorfo, i bambini hanno trasferito quella falsa conoscenza ad animali veri.

“Soprattutto, non è solo che i bambini non sono riusciti a imparare dei fatti veri quando sono stati esposti al racconto antropomorfo; questi racconti effettivamente hanno reso più difficile per loro imparare. Erano anche più propensi a pensare agli animali in termini umani, dopo aver letto i libri rispetto a non averli mai visti i libri!

“I bambini trasferiscono le abilità fantastiche degli animali non-umani dei loro libri di fiabe nei modelli di vita reale? Se è così, poi questi tipi di racconti potrebbero ostacolare seriamente l’abilità di un bambino ad imparare e ricordare i fatti veri di animali reali, o almeno a distinguere i fatti dalla finzione. Sarebbe vero particolarmente per i bambini in area urbana e suburbana, che hanno poche occasioni per interagire regolarmente con animali reali, almeno rispetto alle loro controparti rurali. Presentare animali a bambini in modo simile agli esseri umani, che agiscono e si comportano come loro è probabile che sia controproducente per l’apprendimento di informazioni scientificamente accurate del mondo biologico e ciò può influenzare la visualizzazione dei bambini del mondo biologico’.

“Il problema è in realtà più diffuso di quanto sembra: adulti umani, almeno negli Stati Uniti, sono anche molto propensi ad infondere ad animali non-umani emozioni e motivazioni simili a quelle degli esseri umani. E’ una linea difficile da solcare. La ricerca sta rivelando sempre di più le somiglianze fondamentali fra la nostra specie e il resto del regno animale, ma ci sono anche aspetti della cultura umana che sono, infatti, unici alla nostra specie. È ragionevole suggerire che un animale può sentire qualcosa di complesso come orgoglio o imbarazzo? Siamo pronti ad attribuire un’emozione simile complessa, senso di colpa, ai cani, ma a uno sguardo più profondo si rileva che mentre i cani infatti hanno uno sguardo ‘colpevole’, probabilmente non sanno che hanno trasgredito. Se i bambini sono abitualmente esposti a questi tipi di rappresentazioni antropomorfe degli animali, non c’è da meravigliarsi che crescono fino a diventare degli adulti che guardano animali non-umani come se fossero persone che indossando abiti per animali.”

Il mio commento: A proposito, nel giudaismo non ci sono racconti di umani che sembrano essere animali, e se la Torà parla di un asino parlante, succede al comando di Dio. La Kabbalah in generale riguarda i testi della Torà come segreto, il cui significato si rivela solo a uno che ha raggiunto l’amore degli amici.
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