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Ottenere il fine della vita

Domanda: Come possiamo proteggierci dalla possibilità di cadere nei desideri materiali durante la lettura del libro dello Zohar?

Risposta: Lo studio della Torà significa che io mi aspetto la Luce che Riforma, come è scritto “Ho creato l’inclinazione verso il male e la Torà come la spezia”. Questo sino al punto di rendermi conto di avere una tendenza cattiva e che desidero liberarmene ma che non posso farlo in nessun modo se non attraverso quello che imparo con gli amici, quando raggiungo uno stadio in cui studio e mi aspetto la Luce che Riforma. Questa è detto studiare la Torà.

Ovvero, studiare la Torà richiede una preparazione, un grande desiderio di connettere qualcosa in me che solo la Torà può fare e nessun altra cosa. Non ci sarà medicina da qualche dottore che mi può aiutare quì, nessun allenamento, o particolare abilità in qualcosa. Questo è semplicemente al di là delle possibilità di un solo essere umano. Non siamo pronti per questo.

Devo avvicinarmi al Libro dello Zohar in questo stato. Poi certamente dovrò aspettarmi che questo studio mi renda sano, che corregga in me quello che determina la mia inclinazione verso il male. Può addirittura darsi che quanto sento al momento non sia la vera inclinazione verso il male, ma adesso è quello che penso.

Che cos’è l’inclinazione maligna? Essa sono tutti quei tipi di desideri che mi impediscono di raggiungere la correzione. La Torà dice che sono come delle istruzioni per raggiungere la correzione. Se non correggi questi desideri, allora non raggiungerai il fine della creazione.

E visto che questi desideri mi impediscono di raggiungere il fine della creazione io li chiamo “cattivi”. Non li cancello; piuttosto mi aspetto che la Torà li corregga. Come? Non lo so. Infatti è scritto “Visto che la luce che vi è in esso lo porterà verso il bene”. Questo significa che questi desideri rimangono, ma che prendono un carattere diverso.

Domanda: Di cosa ho bisogno per raggiungere la disperazione riguardo alle mie sole forze?

Risposta: Cerca di fare tutto il possibile. “tutto quello che la tua mano riesce a fare [sino che] hai forza per farlo, fallo …” (Ecclesiaste 9:10). Devi esaminare cosa ti disturba dal raggiungere la spiritualità, il fine della vita. Qual è il fine della vita? Raggiungi questo stato alla fine della tua vita o prima di essa e puoi andare ancora avanti.

Non vedi la tua vita come unica e irripetibile. Vedi la tua vita come un frammento della tua esistenza, e in questo frammento vui raggiungere uno stato in cui entrare nel prossimo livello. Questo è detto raggiungere il fine della vita, raggiungere il fine della creazione. Ecco perché esistiamo qui per questo periodo di qualche decennio.

Tutti possono raggiungere questo. Cosa ti ferma? Questo è quanto devi capire e vedere affinchè tu possa raggiungere uno stato oltre questa vita solo e solamente alla condizione che tu sia dotato del desiderio di dare.

Devi acquisire questo desiderio attraverso lo studio della Torà e sotto certe condizioni, attraverso un avanzamento nella connessione, lavorando in un gruppo, con la disseminazione, facendo tutto per poter raggiungere la dazione. Dopo tutto l’intero mondo è immerso nel desiderio di ricevere come tutto il tempo della nostra esistenza mentre gli stadi che sono oltre questo mondo esistono nel desiderio di dare.
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(Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 25.03.2014, Lo Zohar)

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L’ Universo di Einstein

Nelle notizie (da Nature): Un manoscritto che giaceva inosservato dagli scienziati da decenni, ha rivelato che Albert Einstein si dilettò con un’alternativa a ciò che oggi conosciamo come la teoria del Big Bang, proponendo invece che l’Universo si espande costantemente ed eternamente. Il lavoro recentemente scoperto (Era stato conservato in bella vista presso l’ Archivio Albert Einstein a Gerusalemme), scritto nel 1931, è rievocativo di una teoria sostenuta dall’ astrofisico britannico Fred Hoyle quasi 20 anni dopo. Einstein ben presto abbandonò l’idea, ma il manoscritto rivela la sua continua esitazione ad accettare che l’Universo è stato creato durante un singolo evento esplosivo. […]

“Il manoscritto era probabilmente una bozza iniziata con entusiasmo su un’idea accurata e ben presto abbandonata, come l’autore realizzò che stava prendendo in giro se stesso”, dice il cosmologo James Peebles della Princeton University nel New Jersey. Non sembra esserci alcuna traccia di Einstein che menzioni ancora una volta questi calcoli.

“Ma il fatto che Einstein sperimentò con il concetto di stato stazionario, dimostra la sua resistenza costante all’idea di un Big Bang che inizialmente trovò abominevole, anche se altri teorici avevano dimostrato essere una conseguenza naturale della sua teoria generale della relatività “

Il mio commento: Anche se nelle mie lezioni ho sempre parlato del Big Bang come punto di partenza d’inizio del nostro mondo, tutto ciò che studiamo è visto solo in relazione all’uomo, un osservatore che, in questo caso, sente e percepisce ciò che prova “in se stesso”, nelle sue proprietà, e ciò è necessario non per parlare del mondo che ci circonda e dei suoi cambiamenti, ma per il cambiamento della “percezione dentro di noi” e dei suoi cambiamenti come nuove Reshimot si manifestano in noi. Vedere la percezione della realtà nell’ Introduzione al Libro dello Zohar.
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