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Una missione condivisa

Domanda: Perché abbiamo bisogno di andare fuori alla gente? Non sono loro che hanno bisogno di venire a noi?

Risposta: Come fanno a sapere se non siamo coinvolti con la divulgazione? Se non avessi aperto il sito Internet nel 1996 che parlava della saggezza della Kabbalah, chi avrebbe saputo di esso?

E più tardi, quando il gruppo era già stato creato, abbiamo organizzato un viaggio negli Stati Uniti e abbiamo effettuato delle letture in undici città principali. Da qui hanno cominciato tutti i nostri gruppi in America che esistono ancora oggi.

Se non usciamo al pubblico comune, come fa a sapere la gente della scienza della Kabbalah e che è aperta all’apprendimento? Se non diffondi il tuo prodotto bene, poi chi verrà a sapere di esso a parte te? La divulgazione è la cosa più essenziale.

Se non c’è divulgazione, poi è come se il sangue non esce dal cuore verso il resto degli organi. È precisamente tramite questo che si esce dalla sorgente sempre, dal centro, divulgando a cerchi esterni c’è una reazione che ritorna. E se tu ti siedi semplicemente ad aspettare poi non accadrà mai nulla.

Tutti i mestieri sono basati su questo: se non fai pubblicità del tuo prodotto, nessuno lo comprerà. Dal 50 al 70% del prezzo del prodotto viene speso in pubblicità. Oggi, non ci sono problemi producendo qualsiasi prodotto; oggi questo costa pochi centesimi. Però la cosa principale è di venderlo con successo: per convincere che questo prodotto vale i soldi pagati. E il 70% di ciò che viene pagato è stato sprecato in pubblicità.

Se semplicemente sono rimasto a casa, nessuno avrebbe saputo di me. Dapprima ho pensato di fare questo; ho pensato che mi sarei seduto a scrivere libri. Però non c’era scelta, il tempo era convincente. Non è mio uso viaggiare ovunque ed esibirmi, ma cosa si può fare? Vediamo dalla Torah che entrambi Abramo e Mosè da prima non volevano accettare la loro missione. Ogni uno di loro ha detto direttamente che lui non voleva questo e ha respinto la missione con tutta la sua forza, ma senza una scelta, furono costretti ad accettarlo.

Così dobbiamo prendere esempio da loro. Nessuno ha mai voluto una missione come questa perché non si ha intenzione di pubblicizzare qualcosa di utile e buono per l’ego e si ottiene solo umiliazione, bastonate, e problemi da esso. Basta soltanto guadare alla descrizione della vita di Mosè, e questo era, anche se lui era il condottiero del popolo. È possibile dire la stessa cosa del Re Davide, tutta la sua vita fu coinvolta in guerre.

Non c’è scelta. Dobbiamo portare avanti la nostra missione ma oggi tutti noi possiamo salire la strada regia insieme.
[130425]

(Dalla seconda parte della Lezione di quotidiana di Kabbalah del 20.03.2014, Lo Zohar)

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Un cuore generoso

La Torà, “Esodo (VaYakhel) , 35:4-35:6: E Mosè disse a tutta la comunità dei figli di Israele, dicendo: “Questo il Signore ha comandato: ‘Prelevate su quanto possedete un contributo per il Signore. Quanti hanno cuore generoso, portino questo contributo volontario per il Signore: oro, argento e rame, tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo di capra …

Il nostro cuore è l’ego. Ma quando una certa inclinazione alla dazione, connessione e l’amore appare in un cuore e capisce che è impossibile continuare a vivere egoisticamente, si chiama un cuore generoso.

Oggi abbiamo già realizzato attraverso la sofferenza che dovremmo in qualche modo cambiare l’umanità: la nostra natura, la società, le connessioni tra di noi, perché il mondo ha già sviluppato e ha sofferto abbastanza per sentirsi deluso con la sua attuale evoluzione egoistica. Pertanto, il termine “generoso”, in senso spirituale, significa “dare”. Un cuore generoso è il riconoscimento della nostra natura egoistica e  lavorare al di sopra di esso.
[130804]

(Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” del 10.10.2013)

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