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Lezione quotidiana di Kabbalah – 04.04.2014

Scritti di Baal HaSulam, Igrot, Lettera 13
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Zohar per tutti, Parashat “Bo” (Vieni a Faraone), Brani selezionati
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Scritti dell’ Ari, Shaar HaKavanot (Le porte delle Intenzioni), Sukkot
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Riassunto della Lezione quotidiana di Kabbalah
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Scritti di Baal HaSulam
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Scritti di Baal HaSulam, Igrot, Lettera 66
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Domanda proibita

Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar,” Paragrafo 67: Quando un uomo di Israele migliora e dà dignità alla propria interiorità, che è Israele in quell’uomo, rispetto all’esteriorità, che sono le nazioni del mondo in lui, cioè, quando un uomo stabilisce la maggior parte dei propri sforzi per migliorare ed esaltare la propria interiorità, per fare del bene alla propria anima, ed effonde minori sforzi, quelli proprio necessari, per sostenere le nazioni del mondo in lui, vale a dire le necessità del corpo, come è scritto (Avot, 1), “Rendi la tua Torà permanente e il tuo lavoro temporaneo”, così facendo, un uomo fa sì che i figli di Israele si elevino sia nell’interno che nell’esterno del mondo, e le nazioni del mondo, che sono l’esteriorità, si renderanno conto e riconosceranno il valore dei figli di Israele.

Domanda: C’è interiorità e c’è esteriorità. Per me è chiaro. Tuttavia, non capisco cosa preferire una rispetto all’altra significhi.

Risposta: C’è l’anima e c’è il corpo. Qui “corpo” non è usato nel senso fisico della parola. A livello della parola, il corpo è il desiderio di ricevere. Cos’è innanzitutto un essere umano?

Non è il corpo fisico. Anche una scimmia ha delle mani e un gallo ha le gambe. Gli esseri umani si trovano al di sopra del livello animato perché hanno la capacità di arrivare al Creatore. Anche se gli esseri umani appartengono al livello animato, hanno comunque una potenzialità aggiuntiva: il desiderio di cercare il Creatore.

Noi siamo degli “strani esemplari di scimmia” che hanno degli orizzonti di sviluppo illimitati.

“Cosa stai cercando nella nostra foresta?” chiedono gli esemplari di scimmia; “Hai perso qualcosa?”

“Sto cercando i miei fratelli. Voglio trovare nostro padre.”

“Tuo padre è qui, non lo vedi?”

“No. Sto cercando la fonte della vita. Manca qualcosa nella mia vita. Voglio sapere perché vivo. Non c’è nient’altro a parte le banane là fuori? E’ difficile per me stare alle regole senza cercare”.

“Senza cosa…?”

“Non conosco ancora me stesso, ma devo trovare un senso nella vita. La mia esistenza è insipida e non sa di niente.”
“Prova queste meravigliose banane!”

“Non servirà! Ho sempre un desiderio che va al di là dell’avere soltanto il cibo quotidiano.”
Questo desiderio in più è chiamato “un Uomo” (Adam). La nostra ricerca interiore si dirige verso un’aspirazione a diventare simili (Domeh) al Creatore, alle Sue qualità e alla Sua natura.

Una scimmia inizia a cercare senza aver alcun riferimento affatto. Fino a questo punto, la ricerca è racchiusa in uno sviluppo egoistico.
Lo sviluppo è rigidamente orientato a guadagnare più soldi, ad avere più successo, e a costruire di più. Questo processo va avanti da centinaia di migliaia di anni: c’è stata l’agricoltura, poi è apparsa l’industria, delle interazioni sociali complicate, infinite conquiste umane, e ancora la scimmia non è mai completamente felice o soddisfatta.

Dentro al groviglio dei desideri delle scimmie è latente una forte pressione a percepire il Creatore. Ma questa aspirazione è disarticolata, implicita, come se fosse nascosta sotto molti strati di vestiti, di altri desideri. Nuove inesplorate terre e continenti sembrano così attraenti alle scimmie! Le scimmie si sforzano di esplorare il mondo e le sue leggi: “Cosa c’è lassù nei cieli? Cosa c’è nella profondità della Terra? Cosa c’è nella mente e nei cuori dei nostri amici?” Gli esemplari di scimmia sviluppano le scienze e le tecnologie che rappresentano le pietre miliari evolutive nel linguaggio che le scimmie comprendono.

In sostanza, nella profondità delle loro menti, dietro a tutti gli sforzi possibili nella scienza, nella filosofia e nelle ultimissime tecnologie, gli esemplari di scimmia aspirano alla rivelazione della fonte della realtà.

Con il tempo, gli esemplari di scimmia diventano molto più forti e iniziamo a chiamarsi “esseri umani”. Questa situazione continua fino a quando un desiderio, una volta nascosto, non si manifesta più chiaramente. Allora, gli esemplari di scimmia iniziano a cercare alcune forze naturali; si impegnano nel misticismo e nell’astrologia, iniziamo a cercare i sacramenti, notano i “segni” che sono intorno e dentro di loro. Riconoscono misteriose qualità a diverse cose e fenomeni e creano innumerevoli teorie. Ne consegue che ancora non trovano nulla.

Tuttavia, il desiderio più profondo degli esemplari di scimmia piano piano si manifesta e si manifesta ancora di più. All’improvviso, tra migliaia di esemplari di scimmia grandemente sviluppati ne salta fuori uno di nome “Adamo“. Non è stato per caso che i suoi genitori gli hanno dato questo nome particolare. Questo enorme desiderio creatosi tutto nuovo, alla fine, diffonde la forza superiore che ha messo in moto la realtà intera con tutto quello che sia mai esistito.

Quest’uomo è chiamato “il primo uomo” (Adam Ha-Rishon) poiché egli è colui che ha acquisito una forma umana: l’uguaglianza con la forza superiore. In questo modo, egli ha rivelato il Creatore.

Egli è stato seguito da molti altri nel corso di venti generazioni prima di Abramo. Alcuni di loro hanno cercato di conseguire il livello umano.
Di conseguenza, la sete di rivelare la forza superiore è costruita su questo stereotipo di scimmia. Fino a qui, il loro egoismo li stava solamente accompagnando verso questa forza. Essi cerano di costruire una vita migliore e provano vari rimedi poiché il loro richiamo interiore è ancora nascosto.

Allora stesso modo, noi “induciamo” i nostri figli ad impegnarsi in attività vantaggiose mettendo in campo delle cose che si presentino bene e che siano buone per loro, in modo che piano piano si muovano verso la direzione desiderata. Lo stesso vale per gli esemplari di scimmia, che lentamente si avvicinano alla domanda sul significato della loro vita che è sollecitata da numerose sfide, delusioni, e conquiste. Questo è il modo in cui ogni avanzamento avviene.

Nell’antica Babilonia, c’erano enormi controversie tra gli uomini. Essi non avevano idea di come risolverle. La situazione divenne così acuta che essi iniziarono ad urlare: “Vogliamo conoscere il nostro Re!”. Questo era un modo di pensare avanzato, da esemplari di scimmia progrediti. A loro sembrava che fossero passati centinaia di migliaia di anni durante i quali proclamavano di voler “familiarizzare” con la forza superiore. Essi non erano che dei primitivi adoratori di idoli, essi costruirono ziggurat. Con la loro torre che raggiungeva i cieli, in sostanza, essi erano impegnati in azioni spirituali in rapporto alle forze della natura, sebbene egoisticamente.

In breve, questo è il momento in cui è iniziato il desiderio degli esemplari di scimmia di rivelare la forza superiore. Tuttavia, essi non sapevano come raggiungerla. Essi avevano una tendenza lunga di molti millenni di progresso sociale e tecnico alle loro spalle, così decisero di continuare su questa strada ma si imbatterono in una crisi poiché è impossibile raggiungere il Creatore in questo modo.

Dobbiamo capire che essi vivevano alquanto modestamente, avevano abbastanza da mangiare, e tutti i loro sforzi erano diretti a conseguire la forza superiore.

Al tempo della Babilonia, gli esemplari di scimmia si avvicinarono allo stato umano fino ad un certo livello. Qualcosa cambiò in loro. Essi iniziarono ad aspirare alla fonte, alla forza superiore.

Da allora in poi, lo sviluppo di una nuova metodologia di conseguimento ebbe inizio. Questa metodologia ci rivela la verità. Non ha importanza se la verità è piacevole o comoda. Io non sto cercando la comodità; invece, io voglio sapere.

Possiamo continuare su questo cammino di conseguimento soltanto acquisendo un livello di egoismo ancora più grande. Ciò significa che ci dobbiamo spostare al livello successivo.

L’egoismo Babilonese “aggiuntivo” permise ad una piccola parte ( approssimativamente cinque mila uomini su tre milioni) di prevalere, elevarsi al di sopra del proprio egoismo, diventare Galgalta ve Eynaim ed unirsi al gruppo di Abramo. La maggioranza non fu in grado di far fronte al proprio egoismo e si dimenticarono dello scopo della loro vita, “la torre verso i cieli”, cioè, la ricerca della forza superiore. Essi caddero sotto il peso dell’amore per se stessi e furono dispersi per il mondo e continuarono a costruire la loro esistenza materialistica.

L’egoismo ingigantito li divise in due parti: interno ed esterno. Questo processo continua fino ad oggi: una piccola parte, la casa di Abramo, Israele, si sviluppa e si corregge, mentre la parte più grande (AHP) dovrebbe solamente arrivare alla disponibilità a correggersi, ma non è in grado di farlo da sola ed è corretta solamente attraverso Galgalta ve Eynaim. Questo piega perché anche il mondo intero deve attraversare una grande crisi e molte delusioni in modo che, alla fine, essi si connettono con Galgalta ve Eynaim e lo sostengono.

Come ha detto il profeta Yeshayahu (Isaia) , “le nazioni del mondo” reggeranno “i figli di Israele” sulle loro spalle verso il Tempio. Essi sono in grado di farlo sebbene non siano in grado di correggersi esse stesse. Galgalta ve Eynaim è un punto di passaggio tra l’AHP, le “nazioni del mondo,” e la forza superiore.

Dunque, insieme, entrambe le parti, conseguiranno la correzione completa.

Perché gli esemplari di scimmia preferiscono l’interiorità all’esteriorità? Essi si fanno una domanda sullo scopo della vita: “Perché non faccio le cose dopotutto? Per cosa vivo? Perché sviluppo l’industria, le scienze, la cultura, l’educazione, ed i sistemi politici? Perché scopro nuove terre? Perché conquisto il mondo?”

Oggigiorno, almeno metà del mondo attraversa diversi livelli di diseguaglianza. Un enorme numero di persone prendono degli anti-depressivi, droghe leggere o alcool. Questi sono i segni della debolezza e della disperazione. Nessuno ha una risposta alla domanda più profonda mai fatta: “Perché sono qui?”

Gli uomini non se ne rendono conto, ma sentono il vuoto e la devastazione. Se fossero privati della televisione o di altri mezzi di comunicazione che li confondono sempre di più, se fossero liberati di tutto ciò che “inghiottono” con forza dall’alba al tramonto, con cosa resterebbero?

Gli uomini sono costretti a lavorare duro, ma non è necessario. Lavorando duro, essi sono di proposito distolti dalla domanda più grande evocata per natura. Oggi, questa domanda diventa molto pericolosa. E’ come uno scontro che può innescare un fuoco grandissimo.

Nessuno vuole ascoltare questa domanda. Gli uomini hanno paura del dolore che si portano dentro. Quando un uomo si fa questa domanda, l’intera vita di un uomo si trasforma in grande spasmo doloroso. Chi lo vuole? Gli uomini stanno cercando di trovare un po’ di gioia; essi non vogliono essere sommersi da una totale disperazione.

Gli uomini sono pronti ad uccidere quando le domande sul significato della loro vita provocano un dolore che non può essere curato da una qualsiasi medicina che si conosca.

Il genere umano fa tutto quello che può per evitare la sofferenza: turismo, moda, cinema, TV, intrattenimento; non c’è fine alle “alternative”. Fate tutto quello che volete, ma non svegliate l’angoscia che non ha soluzione.

Nonostante tutto, la domanda sul senso della vita risveglia senza riguardo dei politici o di altre figure professionali che sanno come capovolgere questa domanda. I loro sforzi non hanno successo perché contraddicono lo scopo della creazione.

Tuttavia, gli uomini hanno bisogno di “cucinare” e “maturare” internamente. In tutti i modi, questo processo dipende dall’opportunità di avere un ampio accesso alla metodologia della correzione che comporta un rimedio bell’e fatto, una bellissima vita satura di senso di eternità e di perfezione così come un’ascesa infinta per tutti, invece delle malattie o dell’assurdità della nostra attuale esistenza.

Da una parte, la metodologia della correzione presenta una chiara spiegazione della situazione in cui ci troviamo in questo momento. Spiega il perché questa situazione ci è accaduta e come correggerla. Dall’altra parte, ci fa avere una forte tecnica pratica di correzione che ci mostra degli immediati risultati positivi.
[129005]

(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah dello 03.03.2014, Gli scritti di Baal HaSulam)

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Chi può sentire la Torà?

La Torà, “Esodo” (Ki Tissa) , 34:4-34:7: Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon mattino e salì sul Monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamo il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui proclamando: “Il Signore!, il Signore!, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conosceva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione”.

“Fino alla terza e quarta generazione” si riferisce al terzo e al quarto livello quando la luce proviene già da uno stato spirituale e tutte le Reshimot (geni spirituali) si fermano. Nel complesso questo è quello che raggiunge Mosè ed esprime nella sua realizzazione. Egli vede chiaramente le due linee: la destra e la sinistra, la benedizione e la maledizione, che scendono dal Creatore e gestiscono l’ego tirandolo in avanti in perfetto accordo tra loro, costringendolo a voler cambiare.

Domanda: Tutte le persone possono sentire ciò che il Creatore proclama?

Risposta: No. Solo l’attributo di Mosè, gli altri non possono sentire niente! Il punto non è dove loro si trovano poiché la montagna simbolizza unicamente la distanza. Quindi sotto all’odio, dove sono i restanti attributi di una persona, che non percepiscono l’attributo della dazione e non esiste per loro.

Grazie alla prima restrizione loro stessi si sono messi al di sotto, e loro possono guardare ciò che sta accadendo solo a distanza. Una montagna coperta di fumo significa che l’ego è nascosto al popolo. Loro non capiscono nemmeno che l’ego è davanti a loro e che devono superarlo. Loro non lo sentono come il Monte Sinai diventa il deserto del Sinai attraverso il quale devono passare.

La montagna diventa un deserto, perché il popolo non può salire al livello di Mosè, e ai loro desideri egoistici sembra che adesso si apre gradualmente davanti a loro per avanzare. Avanzare significa che loro correggono ogni desiderio che hanno e alla fine salgono al Monte Sinai, ma questo avviene durante i 40 anni di pellegrinaggio.

Si scopre quindi che solo la persona che è vicina agli attributi di Mosè può ascoltare la Torà che Mosè scrisse. Infatti la Torà è completamente nascosta a tutti, in modo che tutti i tentativi e gli sforzi sono solo esercizi che li aiutano ad avvicinarsi a Mosè, per decifrare tutte le fasi della sua ascesa e seguirlo.

Allora non solo leggeranno, ascolteranno, e sentiranno tutto ciò che viene detto nella Torà, ma potranno anche effettivamente compierla, il che significa che potremo raggiungere lo stato di amore e dazione. La Torà non è un segreto, ma un metodo che può essere rivelato a noi solo nella misura in cui lo accettiamo in anticipo. Il suo compimento nel nostro mondo è molto semplice se cominciamo ad attuarlo con precisione, senza progetti astrusi.
[129825]

(Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” del  16.09.2013)

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