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Accorciare la lunga strada

L’evoluzione dell’uomo in tutta la storia del suo sviluppo ha come scopo quello di trovare piacere nelle nostre vite, riempimento, possibilmente eterno ed assoluto. Ma alla fine, arriviamo sempre ad un “punto morto” perché il piacere è momentaneo, transitorio ed imperfetto.

Quando una persona comincia a capire questo, allora è pronta a parlare con noi. Altrimenti è inutile, non ci ascolterebbe.

Domanda: Ma le persone che studiano Kabbalah e hanno familiarità con i suoi principi attraversano questo percorso abbastanza rapidamente. Quando vedi il sistema, allora non c’è bisogno di correre dietro ai piaceri del momento.

Risposta: Le persone che giungono alla saggezza della Kabbalah non hanno ancora risolto molti dei loro problemi. Gli sembra di poter risolvere i problemi con l’aiuto di questa saggezza, e poi in seguito restano delusi, lasciano, e poi tornano nella prossima reincarnazione, o se il tempo lo permette, tornano in questa vita.

Domanda: Ma questa saggezza accorcia notevolmente la strada.

Risposta: No! La conoscenza non aiuterà mai contro le sensazioni. Tu puoi dire ad una persona tutto quello che vuoi, ma essa farà, in ogni caso, quello che vuole e non quello che sa.

Siamo stati creati dal desiderio di ricevere. Il nostro cervello è progettato solo per mostrarci dove è possibile ricevere questi desideri il più in fretta possibile. Siamo come dei cani che cercano i piaceri secondo il senso dell’olfatto. I nostri desideri ci guidano, quindi non vi è alcuna possibilità di accorciare il percorso.

5.000 anni fa , in tutti i libri kabbalistici, si diceva che alla fine del 20° secolo l’umanità avrebbe cominciato a essere scoraggiata dal suo sviluppo egoistico e che poi la scoperta della saggezza della Kabbalah sarebbe diventata possibile. E fino ad allora, era proibito per i Kabbalisti parlarne, e tutti pensavano che fosse una specie di segno, che riguardasse il misticismo, la chiromanzia, la magia ei miracoli. Solo ai giorni nostri la scienza della Kabbalah è stata scoperta. Molti ancora non lo vogliono capire perché non sono ancora sfuggiti dalle vecchie idee su questo.

Fino ai nostri tempi abbiamo dovuto percorrere la via della sofferenza e delle delusioni all’interno dello sviluppo egoistico. Ma dai nostri giorni in poi, una volta raggiunto il punto di delusione totale, è possibile avanzare in avanti. E qui abbiamo una scelta: continuare per la via della sofferenza oppure preferire la via della saggezza della Kabbalah. Ma andare attraverso la via della Kabbalah significa iniziare immediatamente a salire al livello superiore successivo. Questo significa creare un secondo livello, parallelo al piano inferiore.
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(Da Kab.TV “Conversazioni con Michael Laitman, 27.09.2013)

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NASA: La fine della Civiltà

Dalle notizie (Dal The Guardian): “Un nuovo studio sponsorizzato dal Centro Goddard Space Flight della NASA ha evidenziato la possilità che la civiltà globale industriale potrebbe cadere nei decenni a venire per lo sfruttamento di risorse non sostenibile e per via della distribuzione disomogenea della ricchezza.

“Sapendo che questi avvertimenti catastrofici sono spesso tacciati di essere strani e subiscono giudizi controversi, lo studio cerca di utilizzare dei dati storici incontrovertibili che mostrano come “il processo di sviluppo – decadenza sia veramente un ciclo ricorrente della storia” Infatti sono abbastanza comuni i casi di rovina delle civiltà attraverso cadute precipitose – spesso che durano secoli –“

“Il progetto di ricerca è basato su di un nuovo modello multidisciplinare “Human and Nature Dynamical” (HANDY) guidato dal dott. Safa Motesharrei, specialista in matematica applicata, della Fondazione Nazionale delle scienze Americana, con il supporto del Centro di sintesi socio – ambientale, in associazione con una squadra di scienziati di materiale naturalistiche e sociali. Lo studio basato sul modello HANDY è stato accetato per la pubblicazione nella rivista specializzata Elsevier Journal, Ecological Economics.

“Attraverso l’analisi della dinamica di queste crisi umano-naturali, il progetto ha identificato i fattori salienti che si relazionano tra di loro e che spiegano il declino delle civiltà e che possono aiutarci a determinare il rischio che stiamo correndo oggi: ovvero la popolazione, il clima, l’acqua, l’agricoltura e l’energia[…]

“Questi fattori possono portare alla rovina quando convergono e generano due caratteristiche sociali cruciali: la mancanza di risorse dovuta ai freni posti sulla capacità di occuparsi dell’ecologia, e la stratificazione economica della società in Elites (ricche) e le Masse (o “le persone comuni”) [i poveri]. Questi fenomeni sociali hanno giocato un ruole centrale nel carattere o nel processo della rovina” in i casi negli ultimi 5000 anni.

“Al momento il livello elevato di stratificazione sociale è collegato all’ultra consume di risorse, con “Elite” soprattutto nei paesi industrializzati che sono risponsabili sia per:

“…la ridistribuzione non equa del surplus nella società controllata dalle Elite. Le masse della popolazione anche se producono la ricchezza hanno a disposizione solo una piccola parte di questa, di solito giusto al livello si sussistenza o poco di più”

“Comunque gli scienziati ci illustrano che gli scenari peggiori non sono inevitabili,e suggeriscono che regolamentazioni e cambiamenti strutturali potrebbero evitare la fine, se non sgombrare la strada verso una civilizzazione più stabile”

“Le soluzioni principali sono ridurre la diseguaglianza economica per assicurare una distribuzione delle risorse più giusta e di ridurre drammaticamente il consumo delle risorse facendo ricorso a risorse rinnovabili meno intensive e riducendo la crescita della popolazione.

“Il collasso può essere evitato e la popolazione può raggiungere un equilibrio se il tasso per persona di consumo della natura viene limitato ad un livello sostenibile e se le risorse sono distribuite in un modo ragionevolmente equo.”

Il mio commento: L’egoismo umano non può essere fermato; ci porta tutti quanti in modo irreversibile verso la morte. Anche di fronte alla morte non sarà in grado di contenersi! Così non possiamo nemmeno parlare della consapevolezza della morte. Solo una guerra globale, dove tutti perderanno tutto, fermerà la nostra civilizzazione egoista e ci obbligherà a riarrangiare il nostro atteggiamento verso la vita. Oppure possiamo avanzare se accettiamo il metodo dell’educazione integrale.
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