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Lezione quotidiana di Kabbalah – 31.03.2014

Scritti di Baal HaSulam, Shamati, Articolo 179 “Le tre Linee”
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Il Libro dello Zohar, Brano Selezionati
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Scritti di Baal HaSulam, “Questo è per Giuda”
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“La Rivoluzione Circolare”

Opinione (Frans van Houten, Direttore Operativo [Chief Executive Officer] di Royal Philips): “Oggi, il mondo ha bisogno di un mutamento di paradigma simile. Però questa volta è il modello economico prevalente che deve essere trasformato […] Il problema è che il mondo ha mantenuto a lungo un focus miope sulla produzione e sul consumo della merce al minor costo possibile. Un’economia lineare basata sull’uso rapido, sullo smaltimento e sostituzione della merce, è il risultato.

“Sostenere il modello attuale richiederebbe risorse facilmente accessibili ,illimitate e spazio infinito per i rifiuti – qualcosa che chiaramente non è possibile. Infatti, le conseguenze della nostra economia usa e getta – emissioni di anidride carbonica alle stelle, flussi di rifiuti ingestibili, e la difficoltà crescente dell’estrazione delle risorse, per citarne alcuni – sono già evidenti.

“Per trovare un’alternativa sostenibile, uno deve soltanto guadare la natura, dove niente viene sprecato. … Questo richiede una nuova generazione di materiali, come sviluppo e produzione innovativi. Richiede anche una domanda di modelli nuovi di commercio, un concetto ridefinito di titolarità e uso legale, regole nuove per appalti pubblici, e strategie di finanziamento nuove. Finalmente, un’economia circolare chiede una logistica di adattamento e una cultura di direzione che abbraccia nuovi sistemi e premia i progressi verso la sua istituzione.

“Però il commercio non può trasformare l’economia da solo. Allo scopo di spostare l’attenzione delle imprese dalla minimizzazione del costo iniziale per massimizzare il valore totale, garantendo la protezione della salute e il benessere della gente, i governi devono cambiare le loro procedure di appalto implementando i requisiti di esecuzione per circolarità, in questo modo contribuendo a stimolare la domanda per nuove soluzioni.

“Allo stesso tempo, i consumatori devono essere aperti a utilizzare prodotti che non possiedono. Perché l’economia circolare è intrinsecamente sistemica, può succedere solo se tutte le parti interessate disegnano, creano, e possiedono insieme i prodotti e i servizi. […]”

“Come tutte le grandi transizioni nella storia umana, lo spostamento dal lineare all’economia circolare sarà tumultuoso. Esso sarà caratterizzato da pionieri e scettici, vittorie e ricadute.”

Il mio commento: I capitalisti non cambiano mai il loro obiettivo: in ogni caso il massimo profitto. Il nostro egoismo non può pensare ad altro. La transizione all’economia solidale, dove solo le necessità sono prodotte in modo ecologico per l’ambiente, è possibile solo tramite la rieducazione dei capitalisti sia volontariamente (spiegando la sua necessità) o contro la loro volontà (tramite sofferenza e crisi).
[130048]

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Yeshivat Haverim Mondiale – 30.03.2014

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Esisterà soltanto la lingua di dazione

Domanda: Perché il livello dell’ essere umano è chiamato il livello del parlante?

Risposta: Le bestie non sentono alcun bisogno per un linguaggio come il nostro poiché possiedono connessioni naturali e si sentono completamente soddisfatte.

La lingua umana che abbiamo sviluppato allo scopo di comunicare ha due forme. La prima è la forma santa di dazione usata allo scopo di trasmettere i rapporti nel sistema di dazione che è al di sopra del sistema di ricezione. E’ il sistema di fede al di sopra della ragione. C’è anche la lingua del posteriore che è stata sviluppata dopo la distruzione della torre di Babele, è il linguaggio di ricevere nel quale una persona non capisce le altre.

Il nostro livello è chiamato il livello del parlante perché parliamo e non ci capiamo! Però c’è un gruppo piccolo di persone che provano a capirsi l’un l’altra usando un linguaggio detto la lingua sacra, la quale viene trasmessa da cuore a cuore, grazie alla connessione del cuore.

Prima c’era un linguaggio importante nella Babele antica – l’Aramaico. La lingua ebraica era in uso fin dal tempo di Adam HaRishon (il primo uomo). Non sappiamo chi l’ha preceduto. Allora la lingua scritta e parlata derivava dalla realizzazione raggiunta dai Kabbalisti. La gente parlava lingue diverse nella vita quotidiana; semplicemente avevano deciso di usare un suono particolare allo scopo di indicare oggetti e fenomeni; come il gemito di un gremito dell’animale. Però la lingua vera cominciò a svilupparsi dal tempo di Adam HaRishon, ed era l’ebraico. Più tardi, l’Aramaico fu sviluppato come una versione opposta all’ ebraico, come due facce dello stesso fenomeno. Queste lingue, parlate dai Kabbalisti, erano il risultato del frutto della realizzazione superiore, mentre le persone comuni parlavano allo scopo di esprimere i loro desideri.

Quando i figli di Israele lasciarono Babele, presero con loro l’ebraico e l’aramaico. Tutti gli altri popoli si dispersero in tutto il mondo e svilupparono le loro lingue secondo il posto in cui si stabilirono.

Dopo tutto, non è solo una lingua. Il desiderio di avere piacere, il Masach (schermo) e la Luce Riflettente, il desiderio di dazione, i corrotti e gli stati coretti fanno parte del linguaggio di comunicazione interiore fra noi. Quando alcune persone raggiunsero l’ Inghilterra, alcuni la Germania, alcuni la Francia, come Josephus Flavius ci dice in modo pittoresco riguardo la dispersione dei Babilonesi in tutto il mondo, ritennero di dover parlare in un modo specifico a secondo del loro gruppo e della loro locazione perché era l’espressione di uno stato specifico. Così ogni gruppo ha sviluppato il proprio linguaggio.

Le parole non sono state create per caso. Era il modo, per una persona che aveva bisogno di qualcosa, di esprimere la sua attitudine verso le altre, e così lui ha usato parole particolari allo scopo di fare riferimento alla sua proprietà e ai suoi sentimenti. I diversi linguaggi si crearono cosi.

Domanda: Alla fine della correzione ci sarà nuovamente una sola lingua?

Risposta: Senza dubbio! Sarà il linguaggio di dazione.

Domanda: Come parleremo questo linguaggio?

Risposta: Non lo parleremo, lo sentiremo. Perché abbiamo bisogno di parole se siamo un corpo? La mia mano parla con la mia gamba? Semplicemente l’informazione scorre tra loro. E anche così trasmettiamo l’informazione tra loro. La dazione reciproca non richiede un linguaggio o qualsiasi forma di comunicazione.

Domanda: Come possiamo dar piacere al Creatore con questa dazione reciproca?

Risposta: Il Creatore abita in mezzo a noi nei nostri attributi di dazione.

Domanda: Semplicemente resteremo e non faremo nulla e si sentirà bene come risultato?

Risposta: Non so che cosa significa essere seduto o in piedi se non ho il corpo. I corpi scompariranno; anche ora esistono solo nella nostra immaginazione. Allora non ci sarà nessun linguaggio ma il linguaggio di dazione che fluisce tramite questo intero sistema. Il linguaggio ritorna a HaVaYaH.

Un linguaggio viene creato perché fra noi c’è una mancanza di connessione vera. E per questo abbiamo bisogno di parole. La migliore è la connessione interiore, abbiamo meno bisogno delle parole. Quando vivi con tranquillità con tua moglie, non hai tanto bisogno di parlare con lei. Quando discutete, c’è tutta una cascata di parole che scorre fra voi.

Domanda: Ma non lotto con tutta l’umanità!

Risposta: Semplicemente non lo sai ancora, e devi scoprirlo.
[129336]

(Dalla terza parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 06.03.2014, Scritti di Baal HaSulam)

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Riassunto della Lezione quotidiana di Kabbalah
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Perché dovrei odiare me stesso?

Domanda: Perché si dice che una persona dovrebbe odiare se stesso e amare gli altri? Perché dovrei odiare me stesso?

Risposta: L’odio si riferisce alla tendenza di essere separato, ad allontanarti dall’oggetto odiato. Si tratta dei nostri attributi egoistici che ci disturbano dal raggiungere il Creatore e dal somigliarci a Lui; attributi che ci disturbano dal raggiungere l’amore e la dazione e che ci disturbano dal raggiungimento del collegamento tra tutti.

Questi attributi mi disturbano dal arrendersi, dal annullare me stesso, di perdere me stesso, il che significa lasciare il mio cuore corporeo e mente e dal tentativo di acquisire un cuore e mente di dazione e di vivere fuori di me.
[129851]

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Rivelando la luce d’amore

Come risultato della frammentazione dei vasi capiamo che dobbiamo tornare allo stato che ha preceduto la frammentazione. Innalzando il MAN dallo stato frammentato, sforziamo noi stessi ad espandere i nostri vasi 620 volte. Poi raggiungiamo lo stato corretto dotato di tale intensità, come risultato del nostro sforzo riveliamo la Luce in tutta sua NRNHY, che è l’obiettivo della creazione.

Il Creatore vuole che riveliamo il Suo attributo d’amore e dazione, e non solo che gusteremo solo una goccia del Suo riempimento. E’ come un bambino che riceve 100 grammi di polenta dalla sua mamma e allo stesso momento effettivamente riceve anche tutto l’amore e attenzione che sua madre sente per lui.

Siccome siamo stati creati con il desiderio di ricevere, non possiamo assaporare niente più che una scintilla piccolissima, “una candela sottile,” di tutta la Luce. Questo ora è abbastanza allo scopo di essere in contatto e in qualche modo connessi al Creatore. Però tutto il resto è la Luce d’amore, la Luce di dazione, il nostro atteggiamento verso gli altri. Secondo la legge di equivalenza della forma, dobbiamo raggiungere lo stesso atteggiamento verso il Creatore allo scopo di rivelare la Sua attitudine verso di noi.

Per questo motivo ci hanno dato la frammentazione dei vasi in modo da scoprire e rivelare questo stato frammentato e da esso scoprire lo stato corretto. Poi saremo in grado di capire l’attitudine del Creatore verso di noi. Allora tutto il nostro lavoro è focalizzato sulla connessione fra noi, e così, oltre alla frammentazione, scopriremo i giusti rapporti d’amore e dazione invece che di separazione e odio.

Il Creatore è l’attributo d’amore e dazione rivelato all’interno del vaso, nel desiderio. Questo attributo è rivelato fra noi perché l’amore non può esistere in una persona ma deve essere diretto verso qualcuno. Ci impegniamo nella rivelazione di questo attributo e dobbiamo stabilire le stesse relazioni fra noi.

Prima non sentiamo nulla fra noi, né relazioni buone né cattive, ma cominciamo a lavorare su di esse evocandole l’un l’altra. Capiamo che una persona non potrà mai risvegliarsi all’ amore, dazione, e connessione da solo. Essa deve essere svegliata; le deve venir mostrato un esempio; invidia, lussuria, ed onore devono essere accesi; lui deve rispettare apertamente coloro che guardano bene gli amici e che dimostrano il loro amore, dazione e sollecitudine per tutti.

Dobbiamo invidiare chi si comporta in questo modo nel gruppo, si dovrebbe desiderare di essere come loro, e si dovrebbe rispettare questo comportamento. Si scopre che una persona viene risvegliata, e da Lo Lishma (non per il Suo bene) e diverse azioni con la giusta intenzione, si dovrebbe semplicemente imparare dagli altri e raggiungere Lishma (per il Suo bene). Nonostante l’indurimento del cuore, la persona deve sempre essere al di sopra di qualsiasi disaccordo, dei diversi problemi e conflitti fra gli amici dimostrando a tutti quanto fortemente egli anela all’amore e alla connessione. Tutto quello che raggiungiamo tramite la Luce che Riforma sono i livelli di connessione, gli stati che esistevano prima della frammentazione.
[129854]

(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah dell 13.03.2014)

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Raggiungendo la Terra di Israele

La Torà, “Esodo”, 34:12: Guardati bene dal far alleanza con gli abitanti del paese nel quale stai per entrare, perchè ciò non diventi una trappola in mezzo a te.

Una persona ha degli attributi che non può correggere. Dobbiamo allontanarli, il che significa che dobbiamo chiarire le cose e capire che non possiamo gestirli, superarli, o cambiarli in amore e dazione.

Dopo tutto, non abbiamo nemmeno il potere di elevarci al di sopra di loro. Quindi abbiamo bisogno di espellerli, come se li distruggessimo, non usarli, nel senso che in realtà è come se non esistessero.

Tutti questi attributi sono al livello più basso egoistico chiamato “la terra di Israele“, e si rivelano in noi quando saliamo ad un livello superiore. Solo allora potremo definirli e identificarli. Quindi non dobbiamo collaborare in qualche modo con quello che viene chiamato le sette nazioni (gli attributi di HGT NHYM, le sette Sefirot), e stabiliamo che è vietato toccarli.

In contrasto agli attributi più grossolani, che non possono essere corretti, vi è un immensa Luce, la Luce del mondo di Ein Sof (Infinito). E’ per questo motivo che dobbiamo prescinderne e lasciare che il Creatore li corregga, poiché questi attributi appartengono alla nostra creazione.

Quando un desiderio viene creato dal nulla, tutti i sette attributi sono nella zona secca “qualcosa dal nulla”, in questo punto di connessione. Pertanto si rivelano all’ultimo momento, quando stiamo per salire tutti i livelli che possiamo correggere. La Torà si conclude con l’ingresso nella terra di Israele, e la persona ha ancora a che fare con tutti questi attributi. Come dovrebbe operare da qui in poi? Non ci viene detto. La Torà è data solo a noi come una guida per correggere quello che possiamo correggere.

Domanda: Ma poi c’è la storia di Davide, su Gerusalemme, sulla terra di Israele, ecc.

Risposta: Questo non è più il livello di Mosè, ma il livello dei profeti, e quindi è ancora più nascosto. Dobbiamo capire che tutto ciò che è descritto dai profeti negli scritti sacri sono livelli che abbiamo già vissuto in passato nei nostri desideri non corretti. Non avremo modo di subirli in futuro perché le fasi della distruzione dei due Templi e dell’esilio sono finiti. Dobbiamo subire solo la fase di cui la Torà stessa ci dice e che è sufficiente. Allora raggiungeremo la terra di Israele e la fine della correzione. La Torà ci racconta riguardo a quello che è successo nelle nostre radici, e quindi dobbiamo correggere lo stato di transizione dal Monte Sinai nel deserto del Sinai fino a raggiungere la terra di Israele.
[129961]

(Da Kab.TV “I segreti del Libro Eterno” del 16.09.2013)

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Che cos’è un nome?

Domanda: Che cos’è un nome?

Risposta: Un nome è quello che noi chiamiamo un certo fenomeno nel modo più appropriato. C’è la Luce e il vaso, due fattori che si svelano a vicenda, e il loro aspetto comune conduce all’espressione detta “nome”. Non sappiamo che cos’è la Luce; non la capiamo o sentiamo. Sentiamo soltanto l’azione del vaso, il quale è opposto alla sua natura: Il vaso, il desiderio d ricevere è all’improvviso rivelato nella forma del desiderio di dare, e così vediamo la dazione sopra la ricezione.

Queste due forze opposte creano una certa forma collegandosi in una certa maniera, la quale è chiamata nome, benché nel nostro mondo, nella mia mente, nel mio computer, il nome sia già scritto in una forma diversa secondo il mio software, secondo i miei codici. La forma stessa è in realtà il nome dello stato che viene creato dalla cooperazione reciproca fra la Luce e il vaso.

Il nome è per quanto riguarda coloro che ricevono, significa che mi devo adattare a un fenomeno particolare in un certo modo e poi secondo la forma che si adatta al fenomeno chiamo il fenomeno per nome. Non conosco il nome del fenomeno generale, ma così posso chiamare una parte di quello, secondo il mio vaso, secondo il mio nome. Così quando dico qualcosa su qualcuno, non sto parlando di me o di lui, ma riguardo la portata del mio raggiungimento di esso.

Dovremmo tenerne conto. Non impariamo mai il fenomeno vero e proprio ma solo per ciò che riguarda la persona che lo raggiunge. Così, quando ho raggiunto qualcosa, non dico che si tratta di qualcosa di specifico ma che raggiungo il fenomeno perché la mia realizzazione è sempre secondo i miei vasi, secondo l’equivalenza della forma con qualche parte del fenomeno generale che non mi è familiare.

Noi esitiamo in un universo, ma ora cominciamo a realizzare che ci sono infiniti altri universi. Noi, comunque, raggiungiamo solo una parte di esso e lo chiamiamo universo. Allora il nome non è mai il fenomeno reale ma solo la parte che raggiungerò.
[130029]

(Dalla terza parte della Lezione quotidiana della Kabbalah 11.03.2014, Scritti di Baal HaSulam)

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