Nove passi verso la scoperta della Spiritualità

Il nostro obbiettivo è di raggiungere l’equivalenza e l’armonia con la Luce, in altre parole, raggiungere la completezza delle correzioni, nell’eterno amore e nell’eterna dazione. Questo stato richiede la nostra presa di coscienza e la sensazione di tutte le caratteristiche e l’elevazione verso le stesse. Caratteristiche che servono per comprendere cosa ci manca per assomigliare alla Luce, quali cambiamenti interiori dobbiamo affrontare.

Vale a dire, tutto il nostro lavoro serve per capire cosa sto percependo adesso e cosa percepirei nello stato corretto. In ogni stato devo reagire come la Luce.

In ogni momento della mia vita, devo aspirare ardentemente all’equilibrio con la Luce, cioè, all’equivalenza con essa. Per riuscirci, prima di tutto, è necessario essere consapevoli delle qualità della Luce. Tuttavia, nel frattempo, siamo in una condizione di occultamento e non percepiremo la Luce fintanto che non avremo raggiunto l’equivalenza della forma con essa, e come posso assomigliare alla Luce se non la percepisco?

Qui troviamo una condizione che è stata creata specificamente per noi, al quale salva: questo mondo. E’ una meraviglia che non esiste in nessuno degli altri mondi. Qui, in questo mondo, anche se sono completamente devastato, se sono dalla parte opposta rispetto alla Luce, nonostante tutto questo, ho la possibilità di scoprire i desideri che, come me, stanno cercando l’equivalenza con la Luce. Come me, essi ricevono questa aspirazione dell’Alto, questa goccia di seme, questo “punto nel cuore” senza il quale questa aspirazione non sarebbe risvegliata.

Da questo punto, possiamo già iniziare con delle azioni uguali alla Luce. Cioè, quando interagiamo tra di noi, possiamo fare di noi stessi un esempio di ciò che è chiamata l’azione della Luce: dazione, amore, aiuto reciproco, cooperazione reciproca, e risveglio. Abbiamo l’opportunità di fare queste azioni che la Luce fa con noi per scaldarci a vicenda un po’, per agitare, nel senso per sollevare in ogni amico il desiderio e l’invidia.

Invece della Luce, del Creatore, abbiamo il gruppo. Il Creatore porta una persona verso la buona fortuna e dice “Prendila!”. In altre parole, Egli lo porta ad un laboratorio, lo mette nel modello attraverso il quale possiamo avanzare con l’aiuto degli amici nonostante il nostro stato distrutto, e rovinato. Il Creatore ti porta da loro, e adesso tu incominci ad agire!

Tutto il resto dipende da te, dal modo in cui farai il lavoro e ti relazionerai al gruppo come fa il Creatore che dona a te. Quando inizierai il dialogo, il lavoro reciproco con il gruppo, ti sarà chiaro in che modo il gruppo ti influenza e tu influenzi il gruppo. Allora, sarà possibile elevarsi insieme.

Quindi, dobbiamo raggiungere uno stato che è chiamato Arvut (sostegno reciproco) che rende obbligatorio l’aiuto reciproco e l’influenza reciproca di ognuno per ogni membro del gruppo. Ci presentiamo davanti agli amici come la dazione della Luce, del Creatore su di loro, e gli amici devono comportarsi verso di noi come creature che vogliono correggersi ed assomigliare alla Luce.

In altre parole, ognuno vuole identificarsi con il gruppo, per essere connesso ed aderire ad esso, per diventare un solo uomo con un solo cuore, e una sola mente. Tutto qua, io mi devo amalgamare assolutamente con gli amici in modo che non resti nulla di me. Mi voglio immergere nel gruppo. Questo è ciò che ognuno deve fare, ed in questo modo, tutti aiutano tutti.

In conseguenza di questo, dopo l’ultima goccia di sforzo, diventiamo veramente un solo uomo con un solo cuore. Questa goccia è come l’ultimo morso che diamo al pasto, e dopo arriva la sazietà, e noi sentiamo di esserci riempiti. In questo modo, completiamo in pieno HaVaYaH, le dieci Sefirot. Vedete, solamente l’ultima fase, Malchut de Malchut, sente, capisce, e sa con chi ha a che fare, perché e come si deve comportare, come è costruita, come è fatto il Creatore, e cosa deve essere fatto in risposta se si ottiene tutto da Lui: sia la Luce che il desiderio.

Quindi Arvut è la prima fase —la connessione in un solo insieme—e sembra che non ci sia niente di più da fare. Tuttavia, nel frattempo capiamo che queste sono solo parole, come è detto “la fine dell’azione, sta nell’inizio del pensiero”. Nei pensieri, vogliamo già raggiungere il risultato finale, ma si deve attraversare un cammino che può essere lungo. Vedete, io devo costruire me stesso, e solo allora riconoscerò il Creatore.

Tutto è creato dall’Alto in una forma perfetta, ma la creatura deve conseguire questa perfezione, essere consapevole del Creatore, essere come Lui, comprenderLo nella Sua totale profondità, ed assomigliarGli in tutte le sue azione. Vedete, se lo stato della creatura è inferiore alla completa equivalenza con il Creatore, non è considerato che il Creatore sia stato di beneficio alla creatura.

Noi dobbiamo attraversare tutte queste fasi, e fintanto che non abbiamo terminato la fase precedente, non possiamo passare alla fase successiva. Perciò, dal principio, noi stiamo parlando di Arvut, di conseguire l’equivalenza della forma con il Creatore, dell’armonia con la natura: copulazione, abbracciarsi, baciarsi, tutte le espressioni di equivalenza con il Creatore, e nonostante tutto questo, ci sono ancora tutte le parole, ed ora iniziamo a costruire questo stato; cioè, entriamo nel secondo stato e oltre. Nel complesso, è possibile scoprire le nove fasi verso la scoperta spirituale.
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(Dalla 1.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.01.2014, Lezione sull’argomento: “Preparazione per il Congresso”)

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