Il rovescio della medaglia della competizione sfrenata

Opinione (Jag Bhalla, Imprenditore e scrittore): “’La competizione crea efficienza’ viene predicato come se fosse una legge della natura. Ma la natura stessa insegna una lezione diversa. La competizione biologica può creare dei costi folli ed una sorte avversa collettiva. Il ‘cuneo di Darwin’ mostra perché e ci ricorda il punto di essere umani. Il nostro competere, e la miope logica del mercato libero, non necessitano di essere ottusi come degli alberi.

“Robert Frank ha coniato il termine ‘Il cuneo di Darwin’ per descrivere situazioni dove gli interessi individuali divergono dai fini della collettività (Sino al punto di causare a volte delle catastrofi collettive). Il cuneo di Darwin si applica all’intera classe dei problemi dove delle decisioni cha appaiono razionali a livello locale si aggregano male (vedi la fallacita compositiva del mercato). Tra queste possiamo annoverare esempi studiati come la tragedia dei beni comuni, il dilemma del prigioniero, e l’equilibrio di Nash. In questi esempi usando una miope logica diretta a raggiungere il massimo per l’individuo finisce col generare il peggio per tutti. Ma se si affrantano come problemi che richiedono azioni coordinate, tramite controllo e esecuzione, i risultati possono essere guidati verso il beneficio di tutti. I mercati liberi non sono adatti a questi cambiamenti simultanei complessi e che richiedono l’intreccio di agenti di coordinazione.

“I benefici della competizione derivano dai limiti che crea. Dei freni intelligenti, e delle risposte creative ad essi, possono funzionare meglio di quello che risulta dalla competizione sregolata “naturale”. Il trucco dell’essere umano non è l’auto-organizzazione ma l’altro-organizzazione. Abbiamo coordinato dei gruppi di sopravvivenza per 10.000 generazioni. Le nostra scelta adesso consiste nel lasciare agire il potere dei mercati come degli ottusi alberi o se guidare le loro competizioni verso dei risultati megliori.”

Il mio commento: Il mondo sta diventando integralmente interconnesso. E’ impossibile sviluppare un piano limitato alle nostre capacità discrete. Non è possibile pianificare tutti i servizi di comunicazione, la società, l’industria, etc., calcolando ognicosa e dirigendo tutto come se fosse un solo organismo. Questo era un fine irraggiungibile per i Comunisti perché loro si relazionavano verso la società come se fosse un singolo sistema, essi creavano attraverso metodi singolarmente imposti.

Adesso la comunità umana sta diventando integrale, non attraverso la scelta od attraverso l’unificazione forzata come in un contest socialista, ma come il risultato del nostro sviluppo naturale. La soluzione al problema della società interconnessa può risiedere solo nel portarla verso una predeterminata forma integrale.

Prima dobbiamo comprendere che non siamo liberi: siamo nel sistema della direzione superior della natura. L’umanità avanza nel suo sviluppo lungo il sentiero dello sviluppo inconsapevole, come un bambino. Questa fase finisce nei nostri tempi. La fase dello sviluppo inconsapevole è finita nel nostro tempo. Sin dal ventesimo secolo è iniziato uno stadio dove dobbiamo studiare la legge della natura e seguirla. La Natura si manifesta come un sistema integrale, globale e richiede a noi, al genere umano, di accordarsi a questo.

Possiamo soddisfare questa condizione solo se ri-educhiamo le persone, cambiando le nostre relazioni da egoistiche ad altruistiche.
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