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Il veleno che guarisce

Non c’è altro tranne la Torà e la preghiera, cioè, la scoperta delle mancanze che devo chiarificare, riordinare tramite esse. Devo connettermi con gli amici in modo da creare la mancanza giusta che è imperativa per la connessione che avverrà tramite la nostra vicinanza, la nostra integrazione l’uno con l’altro, la connessione e adesione di tutte le parti frantumate.

Il risultato, aggiungiamo, le abilita a connettersi, e chiariamo che esiste qualche tipo d’ostacolo fra noi che ci disturba. Può essere che il Creatore che non ci permette di fare questo o è la nostra natura egoistica stessa, che è stata creata dal Creatore.

In altre parole, scopriamo i disturbi sul camino verso la connessione, la correzione, e il ristoro dell’intero vaso, l’unica anima collettiva in cui scopriamo il Creatore come un potere unico, e in questa maniera ci rendiamo conto dello scopo della creazione, essendo anche il nostro obiettivo personale.

Se lavoriamo su tutto questo, poi aggiungiamo le nostre vere mancanze: la nostra incapacità di ottenere la connessione. E di questo è detto: “L’Uno che fa pace in alto farà pace fra noi”, completerà la nostra unificazione, e ci connetterà. Una preghiera come questa sarà accettata immediatamente e noi meriteremo una risposta alla nostra preghiera.

La risposta alla preghiera arriva nella forma della Luce che Riforma che ci connette. Questa Luce si chiama la Torà. Pertanto è detto, “Creo l’inclinazione al male”, il desiderio che ci separa e non ci permette di connetterci. Nel momento in cui vogliamo connetterci, siamo inclusi l’uno con l’altro, per fondersi l’uno nell’altro, scopriamo che l’inclinazione al male si è svegliata in noi. E prima di ciò non mostra se stessa.

E’ nascosta in noi come un serpente e non la sentiamo. Però nel momento in cui cominciamo ad avvicinare l’una all’altra con l’intenzione di connessione, allora il serpente fa vedere la sua testa e non ce lo permette. Egli secerne il suo veleno, e poi capiamo, sentiamo, e scopriamo che cos’è “l’inclinazione al male”.

Però contro quest’inclinazione al male, la Luce che Riforma viene e la trasforma in inclinazione al bene. Cioè, senza questo ego non poteva succedere di raggiungere la connessione; è specificamente l’inclinazione maligna che diventa l’inclinazione buona. E come veleno di serpente, che da un lato è velenoso ma dall’altro viene usato come rimedio. Ogni rimedio è un veleno, ma un veleno preso in una dose molto piccola che può essere usato per trattare il malessere.

Il veleno è la base di ogni rimedio, ma ogni veleno non è un rimedio. Se abbiniamo il veleno del serpente al veleno dentro di noi, poi, la Luce di correzione, si rivela all’interno. Cioè come raggiungiamo la Torà; ovvero, abbiamo già la Torà (La Luce che Riforma) e la preghiera.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del  21.01.2014, Scritti di Baal HaSulam)

Materiale correlato:

Il male dell’Ego ai raggi X dell’Odio
La connessione distrugge il male

Lezione quotidiana di Kabbalah – 17.02.2014

Preparazione alla Lezione
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Workshop
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Zohar per tutti, Introduzione
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Scritti di Baal HaSulam, TES, Volume 3, Parte 9, Histaklut Pnimit, Parte 1
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Scritti di Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar”
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Riassunto della Lezione quotidiana di Kabbalah
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Il Foro a Davos

Opinione (Michael Khazin, economista): “Il Foro a Davos non è più così interessante al pubblico. L’economia è in uno stato di recessione, e gli uomini d’affari e i politici lo capiscono bene. E’ necessario discutere cosa e come cambiare, ma c’è bisogno di gente che può fare ciò, ma questo non è visibile a Davos.

“Oggi Davos è chiamata un foro ‘dopo-crisi’, è divertente e stupido: la riduzione della domanda privata e la scomparsa della classe media indicano che la crisi sta continuando. Il rifiuto a discutere i veri problemi dell’economia moderna produce l’illusione che la crisi è finita. Come risultato, la discussione a Davos, come negli ultimi anni, non fornisce una vera soluzione alla situazione dell’economia mondiale.”

Il mio commento: In generale, tutti hanno gli occhi bassi e continuano alla vecchia maniera, e l’abitudine crea l’illusione di uno stato normale. Però la natura (le forze che gestiscono l’umanità e le nostre proprietà di sviluppo) non rimane ferma; tutto in essa sta sviluppandosi verso un’armonia generale, e il ritardo dell’umanità in divenire assomiglia alla natura, il muoversi verso uno stato armonioso (integrale) sarà sentito come una crisi crescente onnicomprensiva.
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Materiale correlato:

Roubini a Davos
Il Rapporto del World Economic Forum