Il vetro non se ne stà lì ad aspettare il proiettile

Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar” Punto 33: E devi sapere che tutta la soddisfazione del nostro Creatore per aver dato alle Sue creature dipende dalla misura in cui le creature Lo percepiscono – sentono che Lui è colui che dà, e che è Lui colui che le diletta. Allora Egli trae un grande piacere da loro, come un padre che gioca con il suo amato figlio, sino al punto che il figlio sente e riconosce la grandezza e l’elevatezza di suo padre e suo padre gli mostra tutti i tesori che aveva preparato per lui…

Domanda: Come si accorda questo “giocare” con la sofferenza lungo la via?

Risposta: Quando una persona inizia a lavorare con la spiritualità divide se stesso in due parti. Da una parte, egli desidera acquisire il desiderio di dare e dall’altra parte, desidera correggiere il suo dediderio di ricevere sul quale costruisce la dazione. Quindi egli soffre entro il desiderio di ricevere ed ha piacere entro il desiderio di dare.

Domanda: E’ possibile sentire il “giocare” prima di attraversare il “Machsom”?

Risposta: No. Il “gioco” è una relazione con il Creatore dove io sono collegato con Lui, dove siamo assieme in un abbraccio, innamorati, ed egli mi riempie. Come sarebbe possibile sentire questo entro i vasi rotti? Se il Creatore doveva essere rivelato prima del “Machsom,” rimarrei per sempre dentro i vasi della ricezione e non potrei più riuscire a scappare dalla “Klipa”. Anche al tempo dello “Shevirat ha Kelim” il piacere non entra nel desiderio di ricevere per lo scopo di ricevere, è per questo che il “Masach” è stato precedentemente rotto. Così anche il vetro inizia a frantumarsi prima che il proiettile lo colpisca.

Un piacere spirituale ricevuto per lo scopo della ricezione mi inghittirebbe per sempre. Le droghe e molte altre dipendenze in questo mondo sono solo un piccolo assaggio di questo. Dopo la restrizione (Tzimtzum) la luce non può più entrare nel vaso senza il “Masach.” Nel momento stesso in cui si avvicina, anche prima del suo ingresso, il vaso è immediatamente frantumato, visto che non è pronto per ricevere, per sentirla. E così rimane solo una “Ner Dakik” piccola candela il cui fine è la correzione della frantumazione.

La Luce non entra mai nel desiderio di ricevere. Questo per via della legge di equivalenza della forma che è precedente alla creazione, e che è latente in tutta la creazione, ed è il desiderio del Creatore che la creatura sia come Lui, ovvero, perfetto.

E’ proprio dalla frantumazione, dalla distanza, che raggiungiamo il “giocare”. La via inizia da una grande desiderio, dalla sete. Visto che il “giocare” non è solo piacere. E’ come essere costantemente in contatto con Lui, io Lo “Gusto”, provo una grande varietà di sensazioni su tutti i lati e di tutti i tipi. Il “giocare” non è un piacere “leggero e scadente”, è qualcosa per cui non finiamo più di gioire, troviamo sempre più possibilità. Ma nel frattempo non sappiamo cosa sia il vero piacere che deriva dalla dazione.
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(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 20.01.2014, Scritti di Baal HaSulam)

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