La lotta per la libertà di imparare

Notizie (da Salon): “La scuola è il posto dove i bambini sono spinti a comportarsi in un certo modo, e dove la loro libertà è grandemente ristretta – di gran lunga più ristretta di quanto la maggior parte degli adulti tollererebbe nei propri posti di lavoro. Negli ultimi decenni, abbiamo spinto i nostri figli a passare ancora più tempo in questo genere di condizioni, e c’è una forte prova (raccolta nel mio recente libro) di come questa situazione stia provocando danni psicologici seri a molti di loro. Inoltre, sempre più scienziati hanno riconosciuto come i bambini imparano in modo naturale, e sempre più di noi sono arrivati a capire che i bambini imparano più a fondo e di più, e con grandissimo entusiasmo, in condizioni che sono quasi opposte a quelle della scuola.[…]

“La maggior parte degli studenti – che siano bravissimi, discreti o incapaci – hanno perso l’entusiasmo per imparare al momento in cui raggiungono la scuola media o quella superiore. In una recente ricerca di studio, Mihaly Czikszentmihalyl e Jeremy Hunter hanno dotato più di 800 studenti di 33 diverse scuole medie e superiori di tutto il paese, di speciali orologi da polso che fornivano un segnale in momenti diversi della giornata. Ogni volta che il segnale appariva, essi dovevano riempire un questionario indicando dove si trovavano, cosa stavano facendo, e quanto felici o infelici erano in quel momento. I livelli più bassi di felicità, di gran lunga, si sono presentati quando i ragazzi erano a scuola ed i livelli più alti quando erano fuori da scuola a giocare o a parlare con gli amici. A scuola, erano spesso annoiati, ansiosi o tutte e due le cose. Altri ricercatori hanno dimostrato che, in ogni grado successivo di classi, gli studenti sviluppano delle attitudini negative sempre crescenti verso ciò che viene insegnato, soprattutto matematica e scienze.[…]

“Quando le scuole sono state sostituite dallo stato che le ha rese obbligatorie, e si sono indirizzate verso fini secolari, la struttura basilare e i metodi di scolarizzazione non sono cambiati. I successivi tentativi di riforma sono falliti perché, sebbene abbiano tentato di aggiustare un po’ della struttura, non hanno modificato il progetto di base. Il metodo dalla A alla Z, e della lezione con relativo esame, nel quale l’apprendimento è motivato da un sistema di ricompense e punizioni invece che dalla curiosità o da un qualunque reale e sentito desiderio di conoscere, è ben ideato per allenare all’indottrinamento e all’obbedienza ma non per molto altro.[…]

“Come società, siamo portati a minimizzare queste scoperte. Non siamo sorpresi dal fatto che imparare non sia piacevole. Lo pensiamo come una medicina che sa di cattivo, difficile da ingoiare, ma positiva a lungo termine per i bambini. Molte persone pensano perfino che la grande sgradevolezza della scuola sia un bene per i bambini, perché in questo modo impareranno a sopportare i fastidi, perché la vita dopo la scuola non è piacevole. Forse questa triste visione della vita deriva dalla scuola. Naturalmente, la vita ha i suoi alti e bassi, che siamo grandi o bambini. Ma ci sono un mare di occasioni per imparare a tollerare ciò che non è piacevole senza aggiungere in mezzo un modo di imparare sgradevole. La ricerca mostra che le persone di tutte le età imparano meglio quando sono auto-motivate, quando inseguono le questioni che sono le loro questioni reali, ed obbiettivi che sono gli obbiettivi della loro vita reale. In queste condizioni, imparare è di solito gioiso!

“[…] le spinte e le capacità naturali dei giovani ad imparare sono pienamente sufficienti per motivare tutta la loro educazione. Quando vogliono o hanno bisogno di aiuto dagli altri, lo domandano. Non dobbiamo costringere le persone ad imparare; tutto quello che dobbiamo fare è di far avere loro la libertà e le opportunità per farlo. Naturalmente, non tutti impareranno le stesse cose, nello stesso modo, o allo stesso tempo. Ma si tratta di una cosa buona. La nostra società prospera sulla diversità. La nostra cultura ha bisogno di persone con molti diversi generi di capacità, interessi e personalità. Soprattutto, abbiamo bisogno di persone che si buttino nella vita con passione e che si prendano la responsabilità di loro stessi nel corso della vita. Questi sono i comun denominatori delle persone che si sono fatti carico della loro stessa educazione”.

Il mio commento: La scuola appare ancora come un’istituzione stabilita per la produzione di esseri umani che eseguono come servivano ai tempi di Charlie Chaplin. Era necessario cambiare la scolarizzazione molto tempo fa, ma anche coloro che sostenevano un nuovo sistema di educazione non hanno mostrato alcun consenso. Il problema è che nessuno capisce la struttura del nuovo mondo: integrato, unito, interconnesso, al quale le persone dovrebbero essere adattate per entrare integralmente nella struttura del mondo. Una persona può essere cambiata solamente attraverso il metodo dell’educazione integrale.
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