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Lezione quotidiana di Kabbalah – 09.12.2013

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, “Un Discorso per il Completamento dello Zohar”
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Zohar per tutti, Nuovo Zohar, Parashat Bereshit, Punto 686
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Scritti di Baal HaSulam, TES, Volume 1, Parte 2
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Scritti di Baal HaSulam, “L’ Insegnamento della Kabbalah e la Sua Essenza”
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Cibo senza pensiero

Nelle Notizie (tratto da l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura): La perdita della strabiliante quantità di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo l’anno non solo causa gravi perdite economiche, ma anche grava in modo insostenibile sulle risorse naturali dalle quali gli esseri umani dipendono per nutrirsi, denuncia un nuovo rapporto FAO …

Il rapporto evidenzia che: Ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga in Russia, ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra nell’atmosfera del pianeta .

Oltre a questo impatto ambientale, le conseguenze economiche dirette di questi sprechi (esclusi pesci e frutti di mare), si aggirano intorno ai 750 miliardi di dollari l’anno secondo il rapporto FAO …

“Semplicemente non possiamo permettere che un terzo di tutto il cibo che viene prodotto nel mondo vada sprecati o perduto per via di pratiche non appropriate, quando vi sono 870 milioni di persone che soffrono la fame quotidianamente”, ha aggiunto il Direttore Generale della FAO, Graziano da Silva.

Dove viene sperperato il cibo:

Secondo lo studio FAO, il 54 per cento degli sprechi alimentari si verificano “a monte”, in fase di produzione, raccolto e immagazzinaggio. Il 46 per cento avviene invece “a valle”, nelle fasi di trasformazione, distribuzione e consumo.

In linea generale, nei paesi in via di sviluppo le perdite di cibo avvengono maggiormente nella fase produttiva, mentre gli sprechi alimentari a livello di dettagliante o di consumatore tendono ad essere più elevati nelle regioni a medio e alto reddito – dove rappresentano il 31/39 per cento del totale – rispetto alle regioni a basso reddito (4/16 per cento).

Il rapporto fa notare che più avanti lungo la catena alimentare un prodotto va perduto, maggiori sono le conseguenze ambientali, dal momento che i costi ambientali sostenuti durante la lavorazione, il trasporto, lo stoccaggio ed il consumo devono essere aggiunti ai costi di produzione iniziali.”

Il mio commento: Tutto questo ci indica una cosa sola: Fino a quando non cambiamo noi stessi, la nostra natura egoistica, non cesseremo di soffrire la fame e di distruggerci tra di noi. Dobbiamo capire dove si trova la radice del male e cercare modi per risolverlo – questo ci porterà alla realizzazione del bisogno di utilizzare metodi dell’ educazione integrale.

È possibile portare l’educazione integrale all’intero pianeta attraverso i mezzi moderni di comunicazione e tecnologia. Dopotutto stiamo parlando di salvare l’umanità. Baal HaSulam scrive che se non lo facciamo arriveremo a guerre e distruzione, dopo di che un numero ridotto di persone arriveranno all’unione e all’uguaglianza, diventando simile alla natura e andando verso la prossima fase di sviluppo.
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