Io invidio significa io cresco

Una persona non ha la forza di compiere una sola azione spirituale. Dobbiamo dare un’occhiata pratica alla realtà, capire che agiamo in uno schema di rigide leggi e forze, che dobbiamo organizzare da noi. Questa è la ragione per cui se un uomo non si connette correttamente all’ambiente, in modo di connettersi attraverso l’ambiente alla fonte del metodo della correzione, cioè, con l’insegnante, e attraverso l’insegnante con la Luce che Corregge, allora l’uomo girerà costantemente dentro ai suoi desideri e aspirazioni che lo trattengono in questo mondo.

Egli non si spingerà mai oltre i limiti di questo mondo. E anche se imparerà qualcosa, alla fine rimarrà con la stessa natura con la quale è nato e rimarrà allo stesso livello. E’ possibile elevarsi ad un livello più elevato solamente a condizione che un uomo riceva un’ aggiunta di desiderio qualitativamente nuova, piuttosto che facendo crescere le comuni necessità terrene per il denaro, per la casa, per la famiglia, il potere e la conoscenza.

Egli può ottenere tutto questo nel mondo fisico. Ma se deve muoversi dal piano terreno di “denaro-famiglia-potere-conoscenza” ad un piano successivo, ad una dimensione più elevata, allora egli ha bisogno di un desiderio completamente diverso – il bisogno della qualità della dazione – perché il nostro mondo si basa solamente sul desiderio di ricevere. Il mondo spirituale si basa sulla dazione, verso la quale un uomo deve farsi attirare e deve aspirare come al tesoro più grande: il desiderio che potrà servirgli come una leva, un trampolino.

Egli deve soffrire perché non è capace di amare e di dare, ma è possibile riuscirci? Solamente l’invidia degli altri uomini che gli appaiono grandi, attraenti, e importanti può essergli di aiuto. Egli scopre che essi sono contenti di avere la capacità di donare, essi trovano qualcosa di insolito in questa qualità della dazione, e rispetto a loro egli è il nulla.

Se ha il punto nel cuore, incomincia ad invidiarli. Senza questo punto non ha nulla a cui aggrapparsi, non ha alcun organo sensoriale per sentire che loro hanno qualcosa di speciale che lui non ha. Ma non sentirà che gli manca qualcosa. E’ come una persona che ama la musica e sogna di diventare un musicista, non invidierà chi vuole diventare un medico. La medicina e la poesia sono mondi completamente diversi.

L’aspirazione spirituale funziona allo stesso modo. Solamente se un uomo ha il punto nel cuore, egli ha almeno un’opportunità di invidiare gli uomini che si trovano nella qualità della dazione. All’inizio, egli ne è attratto perché sembra una cosa mistica, che promette certe capacità soprannaturali, il potere della mente, la capacità di gestire la propria vita e la vita degli altri, il potere sopra l’intera creazione.

Vale a dire che, all’inizio, la qualità della dazione è rivestita in tutti i generi di rivestimenti materiali, non al livello corporale “cibo-famiglia”, ma al livello di “denaro-potere-conoscenza”. In sostanza, il tutto porta ad una cosa sola: al potere del dominio (il potere del denaro, il potere della conoscenza). Si tratta di un desiderio puramente egoistico, ma un uomo spera che riuscirà a farcela nella rivelazione del mondo spirituale.

Se l’uomo ha un forte desiderio allora, inizialmente, gli sembrerà di avanzare velocemente e con successo, ma in seguito scoprirà improvvisamente di essere indietro, e che non riesce a connettersi veramente agli altri. D’altro canto, egli sente dire che la connessione è lo strumento principale per avanzare. Egli incomincia ad odiare questo metodo, ma non ha nessun posto dove andare.

A questo punto avviene una battaglia risolutiva, dalla quale molti scappano. Ma ci sono quelli che rimangono. Costoro fanno crescere il loro punto nel cuore perché, grazie alla disperazione, essi si arrendono all’ambiente. Allora, finalmente, essi incominciano a capire che la spiritualità non è nel denaro, nel potere, nella conoscenza, ma solamente in via transitoria si riveste in questi abbigliamenti materiali al fine di far andare avanti una persona.

Ed ora la spiritualità spinge l’uomo ancora più in alto, perché incomincia ad apprezzare da sé la qualità della dazione e dell’amore per gli altri. Egli sente che questa precisa forza, questa qualità, viene insolitamente esaltata ed è straordinaria; è al di sopra di questo mondo e possiede l’essenza divina. Sono esattamente queste forze della dazione che dominano il mondo.

Piano piano, l’uomo si abbassa ancora di più e cancella la sua natura egoistica, ed è d’accordo ad annullare se stesso davanti alla qualità della dazione. Tutto questo lavoro avviene dentro il gruppo. L’influenza dell’ambiente è il solo fattore di questo cambiamento di valori nei quali la dazione e l’amore per l’altro diventano più importanti di quello che sono le normali cose positive: cibo, denaro, famiglia, potere e conoscenza.

Egli viene sempre di più pervaso dal desiderio di donare da parte dell’ambiente, ed in questo modo egli arriva alla fase del cammino che è chiamata “Lo Lishma.” Egli investe tutti i suoi sforzi e fa tutto ciò che è possibile per far crescere la parte di “Lishma” in “Lo Lishma”; vale a dire, egli dona e dona, desiderando di essere assorbito dalla qualità della dazione, anche se si aspetta comunque di ricevere qualcosa in cambio. In questo periodo, si tratta ancora di dazione egoistica, al fine di ricevere; tuttavia, è un avvicinamento alla dazione altruistica.

A questo punto, egli ha bisogno dell’umiltà; dell’auto-annullamento; della grandezza dello scopo, del gruppo, dell’insegnante, del Creatore. Tutto questo diventa per lui molto importante e, a parte tutto questo, non c’è niente altro…Tutto ciò che egli sognava prima perde piano piano di valore: prima il denaro, poi l’onore, e poi il potere. Chi ha bisogno di dominare e per quale scopo? Egli vuole che la Luce Superiore lo domini. Vale a dire, non si tratta solamente del desiderio di dominare in se stesso, ma il desiderio di inchinarsi davanti alla Luce in modo che Essa possa fare il suo lavoro.

L’uomo scopre la sua debolezza in tutto: egli non riesce né a cancellare se stesso né ad acquisire la qualità della dazione. Egli non trova dentro di sé una briciola di dazione e di amore per l’altro, ma non riesce nemmeno a dominare il suo egoismo. Egli sente di essere nudo e senza aiuto. Poiché egli non è più interessato alla ricchezza, all’onore, e alla conoscenza, non resta altro che il punto nel cuore che è chiamato il segno del patto con il Creatore. Mettiamo che egli arrivi a conoscere tutto quello che avviene nel mondo, tutta la scienza inventata dall’umanità. Ma tutto questo è incluso nella stessa Luce, e nella sua vera e diretta forma, invece che nella sua forma alla rovescia, sulla quale tutta la scienza e conoscenza terrena si basano.

Di conseguenza, l’uomo si ritrova a dipendere solamente dalla Luce che Corregge che gli arriva attraverso tutta la scala dei mondi spirituali, attraverso l’insegnante, il gruppo, a condizione che egli voglia restituire tutto quello che ha, al Creatore. La Luce Diretta e Riflessa si rivestono l’una nell’altra.
[111003]

(Dalla 1.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 24.06.2013, Shamati 175)

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