Il Lavoro Spirituale con il desiderio chiamato “Schiavo”

La Torà, “Esodo,” 21:20 – 21:21: E se un uomo dovesse colpire il suo schiavo o la sua schiava con un bastone, e (costui o costei) gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta. Ma se sopravvive un giorno o due, non ci sarà vendetta, perché egli è sua proprietà.

Noi comprendiamo cosa viene detto qui sullo sfondo del nostro mondo, da un punto di vista etico, morale, democratico o qual si voglia che sia. Nel lavoro spirituale il desiderio è chiamato lo “schiavo” che è già sotto il mio dominio e con il quale posso già lavorare al fine della dazione. Ma in questo caso vediamo che stiamo avendo a che fare con una situazione nella quale, per ragioni differenti, il desiderio non obbedisce veramente al suo padrone. Allora la qualità di Din appare, il che significa che dobbiamo usare la forza.

Se io uso la forza, se io lo controllo usando la mia intenzione, allora va bene. Ma se uso la misura di Din eccessivamente senza la misura della misericordia per bilanciare i due, allora devo chiarire cosa succede davvero e se provoca la “morte”. In questo caso si tratta di un comportamento improprio.

“La morte” significa che io non posso più usare questo desiderio. Uno “schiavo”, un “uomo”, una “donna”, i “figli” e gli “amici”, sono tutti desideri che accompagnano il mio desiderio originale, Quindi uno “schiavo” è un desiderio sopra il quale ho il Masach (schermo).

Se io riesco ad usare questo desiderio per compiere una certa azione se non lo annullo, esso non scompare dopo il colpo diretto, ma scompare dopo che l’ho usato come conseguenza della mia correzione, significa che non scompare perché l’ho ucciso, e quindi non potrebbe essere più usato, ma perché l’ho già usato, è già morto e scomparso. Ma, se è scomparso come conseguenza diretta dell’utilizzo della misura di Din, significa che non l’ho usato correttamente.

In altre parole, se uso il mio desiderio ricorrendo alla forza e poi scompare, significa che lo uccido. Ciò significa che le mie azioni sono sbagliate perché ho usato troppa forza.

Ma se questo desiderio è comunque soddisfatto almeno in un’ azione e solamente dopo scompare in conseguenza della mia pressione, si tratta allora di un segno che era la cosa giusta da fare. Dobbiamo quindi esaminare il nostro lavoro interiore con i nostri desideri: a che livello sono, e come li usiamo.

Alla fine, tutti i desideri si devono sollevare in me ed io li devo usare completamente con l’intenzione di donare. Non devono scomparire, ma devono comparire nella loro massima misura e agire appieno su di me.
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(Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 29.04.2013)

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