Fare una prova di guida della macchina famiglia

Giudizio e misericordia si accompagnano a vicenda nelle relazioni familiari e devono essere sempre in equilibrio. Da una parte, essendo egoista io voglio usare il mio partner, dando per scontato che mia moglie debba fare quello che io le chiedo, e questo è ciò che io definisco “giudizio”. E “misericordia” significa che mi stacco assolutamente da me stesso, prendendo in considerazione ciò che mia moglie vuole da me, e provo a costruire un modello ideale. Come mi relazionerei con lei se non avessi il mio interesse egoistico e fossi intenzionato interamente solo a servirla?

Ora, io devo trovare l’equilibrio tra questi due estremi: giudizio e misericordia, che è chiamato la “linea di mezzo“. Tutto questo richiede esperienza, lavoro reciproco, ed un processo nel quale ognuno insegna all’altro. Ma già iniziamo a lavorare con la nuova creatura – con la persona in noi che è pronta a considerare il partner, a comprenderlo, ad essere sensibile nei suoi confronti, e ad amarlo come se stessa.

In una forma come questa potete non solo avvicinarvi a vostra moglie, ma potete anche iniziare ad essere sensibili con le persone. Dopo un esercizio come questo con il vostro partner, sentirete di essere preparati a connettervi con le persone e a rapportarvi ad esse: per la strada, al lavoro, in ogni posto in cui vi trovate. Esse inizieranno a sottostare alla vostra influenza, perché vi starete rapportando a loro con la “linea di mezzo”, con la giusta proporzione, nella misura in cui ogni persona si avvicina a voi, così fate anche voi.

In modo automatico, raggiungerete l’equilibrio con il mondo ed inizierete a percepire che potete gestirlo. Vedrete che la “linea di mezzo” è la legge fondamentale della natura in base alla quale l’universo intero funziona, tranne che per la società umana, perché l’essere umano è stato creato come un egoista. Ed ora voi vi connetterete a tutto questo e bilancerete il vostro ego. Imparando a considerare vostra moglie in questo modo, incomincerete a considerare tutti gli altri nello stesso modo quando realizzerete la “linea di mezzo” condivisa nelle relazioni con gli altri.

La prima linea si chiama “giudizio”; questo è ciò che richiedo per me stesso agli altri. La seconda linea è chiamata “misericordia”, nel senso che dono a mia moglie tutto quello che vuole da me quando mi stacco del tutto dai miei desideri. E’ come se la portassi dentro di me.

Siamo due egoisti che si trovano faccia a faccia. Se io soddisfo il mio ego, questo è ciò che si chiama giudizio in relazione a mia moglie, e se soddisfo il suo ego, questo è ciò che si chiama misericordia. Io devo porre queste due linee in una forma in cui si venga a formare una terza linea, la “linea di mezzo”. Ciò significa raggiungere l’adesione, un accordo. Il nostro scopo è quello di mettere insieme questi due egoisti e di portarli alla connessione. La prima condizione compulsiva, senza la quale è impossibile iniziare a lavorare, è che ognuno sia pronto a sentire i desideri dell’altro.

L’equilibrio si basa sul principio che ognuno è pronto ad annullare se stesso. Noi non possiamo appagare questi due desideri egoistici che si trovano faccia a faccia fino alla fine. Solo a condizione che una parte riduca le proprie pretese di un pochino, ci permetterà di appagare l’altra parte un pochino.

Domanda: Ma come sappiamo fino a che punto dobbiamo concedere? Vedi, hai detto che non deve essere un amore assoluto senza limiti. Devo far vedere che reagisco al rapporto che ho con il mio partner e che ne tengo conto?

Risposta: E’ necessario trovare un punto di equilibrio, come se steste guidando una macchina, concentrandovi sulla meta che volete raggiungere. Questo è il modo in cui dobbiamo fare le verifiche se vogliamo avvicinarci al traguardo: ci stiamo avvicinando a vicenda, vediamo che il partner reagisce nel modo giusto ai nostri sforzi di avvicinarci?

Giro il volante della nostra famiglia a destra e provo ad inserire quanta più compassione mi è possibile nella mia relazione, e a vedere fino a che punto funziona bene, e quando lo scostamento diventa troppo grande, dovrò aggiustare il volante. E anche mia moglie girerà il volante il che, vale a dire, incominceremo ad interagire, a “guidarci”. A questo punto staremo già lavorando al di sopra delle nostre nature! Diventeremo degli esseri umani che si elevano al di sopra dei loro istinti naturali.
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(Da Kab.TV “Una Nuova Vita n.46 ” 01.08.2012)

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