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Io sono al di sopra del desiderio; il desiderio è al di sopra di me

In questo momento, siamo ad un certo livello di egoismo, ed il suo valore, relativamente parlando, è pressappoco di un grammo. L’ascesa spirituale fa salire il livello del nostro egoismo. Nella fase successiva, varrà 10 grammi, poi 100 grammi, poi si espanderà a 10 tonnellate, 10 milioni di tonnellate e così via.

n questo modo, i nostri desideri di ricevere crescono continuamente, realizzando ogni volta un nuovo vaso spirituale. Questo è il luogo dove il Creatore si rivela a noi, quando i nostri desideri sono diretti alla dazione e al benessere degli altri. Usiamo in continuazione il nostro desiderio, ci eleviamo al di sopra di esso, mentre si appesantisce sempre di più. Ecco perché è detto: “Non importa quanto un uomo si eleva al di sopra degli altri, la sua inclinazione negativa si eleverà comunque al di sopra di lui”.

Tutto questo dà origine alla crescita spirituale durante la quale il vaso, il desiderio, aumenta dentro di me, ed in parallelo alla crescita ricevo la Luce, la qualità della dazione.

Ne consegue che, salendo la scala spirituale, creiamo sempre più situazioni di sfida, fino all’odio, sentito dai discepoli di Rabbi Shimon all’inizio dei loro studi. E’ impossibile crescere senza attraversare questa fase. Il che spiega perché dobbiamo essere felici quando riveliamo il “male” dentro di noi- infatti, adesso lo possiamo correggere.

Domanda: Mentre succede a noi, chi acquista nuovi vasi: il gruppo intero o l’individuo?

Risposta: Solamente coloro che sperimentano balzi interiori di egoismo sono capaci di acquisire nuovi vasi. Mettiamo in pratica lo sforzo del gruppo di cui ognuno di noi beneficerà nella misura del proprio personale contributo. Conseguentemente, se la partecipazione di un individuo al lavoro generale non è sufficiente, egli ne riceve il minimo poiché non ha il “posto” dove fare entrare qualcosa di più grande.

Tutto succede proporzionatamente all’afflizione che attraversiamo; non ci sono compromessi. I nostri sforzi sono uguali alla nostra capacità di assorbire nuove porzioni di Luce. Non possiamo mai “incamerare” più di quanto abbiamo contribuito a fare, mai più di quello che diamo, poiché la nostra dazione, il nostro spingerci, il nostro desiderio, ci permettono di percepire i risultati.
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 23.04.2013, Gli Scritti del Rabash)

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La Tecnologia della “Saggezza delle Moltitudini”: Un’immagine di unione

Domanda: In un gruppo indiviso ognuno deve abbassarsi rispetto a tutti gli altri e allo stesso tempo elevarsi al di sopra di tutti. Cosa vuol dire?

Risposta: Quando discutiamo qualcosa, ci uniamo gli uni agli altri, ci nutriamo a vicenda. Supponiamo che un nostro amico stia parlando. Da una parte, è come se cercassimo di entrare in lui, di percepirlo, di essere insieme a lui. Dall’altra, quando io parlo, allora tutti sono inclusi dentro di me.

Ne segue che quando il mio amico esprime se stesso, io annullo completamente me stesso e cerco di assorbire tutto ciò che lui sta sentendo e pensando, nel cuore e nella mente. E quando toccherà a me, io tirerò fuori tutto da dentro di me, e tutti gli altri saranno inclusi in me nella stessa identica maniera. Questo è il primo, minimo presupposto.

Inoltre, gli uomini devono capire che devono elevarsi al di sopra dell’ego e che non devono guardare le proprie facce: non mi piacciono i suoi occhiali, non mi piace il suo naso, non mi piacciono i suoi capelli e così via. Vale a dire che mi alleggerisco della mia apparenza esterna nel partecipare alla conversazione. Proviamo a mettere insieme le nostre emozioni, i cuori, e le menti. E quando questo cuore e questa mente condivisi, cioè, le sensazioni ed i pensieri che caratterizzano una persona, saranno uniti, tutto questo creerà un’immagine di unione che è chiamata “moltitudine” o “gruppo”; altrimenti non è nemmeno una moltitudine.

Nel nostro mondo consideriamo una moltitudine o folla una massa di persone che si ritrovano nella piazza di una città per picchiare qualcuno. E’ molto facile gestire la folla media. Non è così nella società integrale. In questo gruppo di persone, si manifesta una protezione chiara. Infatti, nessuna forza esterna può fare niente ai suoi partecipanti perché essi si elevano ad un altro livello, e lavorano ad un’altra frequenza.

Quando gli uomini creano un’immagine di unione, tutti i nostri tipici stereotipi terreni, le agitazioni, e le influenze non li toccano – essi hanno un diverso livello di percezione.
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(Da Kab.TV “La Saggezza delle Moltitudini” 06.05.2013)