Pubblicato nella '' Categoria

Lezione quotidiana di Kabbalah – 14.05.2013

Zohar per Tutti “Chi ha creato questi di Elia, Punto 11, Lezione 9
Audio
Video

Scritti di Rabash, Lettera 41
Audio
Video

Riassunto della Lezione quotidiana di Kabbalah
Audio

Preparazione alla Lezione
Audio
Video

Preparazione alla Lezione
Audio
Video

Scritti di Rabash, Shlavey HaSulam, Articolo 16
Audio
Video

Zohar per tutti, Introduzione
Audio
Video

Scritti di Rabash, Shlavey HaSulam (I gradini della Scala) , Articolo 17
Audio
Video

Scritti di Rabash, Shlavey HaSulam (I gradini della Scala), Articolo 18
Audio
Video

Il Gruppo: La somma di sfumature e di volume

Gli Scritti del Rabash, “Cosa cercare nell’Assemblea degli Amici”: Non fa differenza se un amico lo sta calunniando e certamente lo deve odiare. Invece, un uomo che desidera acquisire l’amore degli altri ha bisogno di realizzare la correzione di amare gli altri.

Perciò, quando un uomo si sforza e lo giudica in base alla scala del merito, si ha Segula [rimedio/forza/virtù], dove, attraverso il duro lavoro che una persona compie, che è chiamato “il risveglio dal basso”, gli viene data la forza dall’alto per essere in grado di amare tutti gli amici senza eccezioni.

Domanda: Nella nostra realtà abbiamo sempre bisogno di cooperare, di aiutarci a vicenda. Diciamo che se volete comperare una macchina da una persona, questa persona deve essere d’accordo. Ma qui, ne consegue che se un amico mi odia, non ho bisogno della sua partecipazione, del suo lavoro – io posso comunque raggiungere l’amore degli altri se io stesso lo voglio…

Risposta: E’ tutto corretto, poiché il mio vaso frantumato è totalmente nelle mani del Creatore. Nel nostro mondo facciamo accordi tra di noi. Ma se voglio cambiare me stesso rispetto al Creatore, allora avrò il mio daffare con Lui e non con il mondo. Quindi, per me il mondo è un indicatore, un criterio della situazione e niente oltre a questo. Io dipendo dal Creatore che mi dà un particolare scenario premettendomi di comprendere e percepire che il mondo cambia se io cambio me stesso e che tutto dipende dall’ “osservatore”. Perciò, spetta a me rivolgermi al Creatore: Egli mi aiuta riversando un pochino di più di Luce superiore, e allora io cambio.

E’ possibile che io chieda qualcosa agli amici, ma solamente se capisco che anche loro sono sotto il controllo del Creatore. In questo caso, quando mi rivolgo a loro, mi rivelo anche a Lui.

Infatti, rivolgersi direttamente al Creatore è per me ancora un’astrazione, alla quale non posso restare attaccato, anche se quando lavoro con gli amici ho bisogno di aggrapparmi a Lui anche dentro di me, dentro il mio cuore. Al tempo stesso, all’interno del gruppo sono sopraffatto da pensieri, desideri, ed emozioni. Qui passo attraverso un’infinita catena di stati; sento la rabbia, l’odio, la gelosia, la bramosia, l’onore, il controllo, e l’estasi…Relativamente a questa diversità, il rapporto con il Creatore sembra essere senza senso, fiacco, e scolorito, e ancora non risveglia alcuna sensazione.

E’ logico che grazie al gruppo io acquisisca la possibilità di lavorare al livello corporale di questo mondo, dove ho una moltitudine di sensazioni e sfumature di percezioni, che si assemblano in forme ed immagini differenti. Il “mondo fisico” è solo un concetto, mentre, in sostanza, stiamo parlano di precise forze spirituali, è solo che qui acquisiscono ai miei occhi volume ed intensità, essendo predisposte su una scala che va dal mostruoso al meraviglioso.

Tutto questo mi influenza al posto della influenza spirituale diretta, e per questa ragione sono in grado di lavorare con gli amici reciprocamente, comprendendo che queste sono effettivamente le forze del Creatore. I Kabbalisti ci insegnano di vedere il Creatore dietro ad ogni amico e anche dietro al mondo intero. In conseguenza alla collaborazione io verifico e correggo me stesso, chiedendo aiuto. Ci sarà qualcuno che amo e qualcuno che odio, qualcuno che vedo in un modo o in un altro. Perché? Perché è un bene per il mio ego? Oppure che cambiando il mio rapporto con gli amici posso donare a loro e attraverso di loro al Creatore, perché veramente non c’è niente altro tranne Lui (?).

Perciò qui, sullo sfondo di questo scenario, io ho la possibilità di utilizzare me stesso correttamente – in modo da trovarmi sempre nel processo della correzione. Così facendo, io correggo me stesso, e agli altri posso solamente fornire delle spiegazioni come maestro o delle raccomandazioni come amico, niente più di questo. Il nostro lavoro principale è la correzione di noi stessi.
[104791]

(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.04.2013, Gli Scritti del Rabash)

Materiale correlato:

Laitman blog: Cosa cercare nell’assemblea degli Amici
Laitman blog: Il Lavoro Interno di un Kabbalista: “Riguardo all’Amore degli Amici” – 23.05.10

Zohar per Tutti – pozione settimanale del 14.05.2013

Il Libro dello Zohar, Porzione Settimanale,“Naso”
Audio
Video

Come un giglio tra le spine

Domanda: Perché il Creatore mi manda pensieri “spinosi”?

Risposta: Dall’ articolo di Rabash “Cos’è il giglio tra le spine nel lavoro”:
Lo Zohar dice: “Come un giglio tra le spine, così è la mia amata tra le ragazze.” Il Creatore ha voluto fare Israele come la sua forma in alto, così che ci sarà un giglio sulla terra come il giglio in alto che è Malchut, e il giglio profumato scelto tra tutti gli altri gigli del mondo è quello che cresce tra le spine.

Un giglio può crescere e fiorire solo se cresce tra le spine. E’ impossibile crescere senza le spine. Le spine sono le forze che ci aiutano ad avanzare. Altrimenti potremmo tranquillamente dormire nel nostro desiderio di ricevere e non avere mai la voglia di elevarci al di sopra di esso.

Le spine sono le forze dei movimenti che ci spingono in avanti e ci aiutano ad avanzare mentre aspiriamo verso il riposo, riempimento e piacere. Essi appaiono quando non c’è scelta, quando una persona disprezza la possibilità di avanzare con le proprie iniziative e cerca di riposare per tutto il tempo, giustificando se stesso, sentendo che egli fa abbastanza e che tutto va bene.

Allora la sua testardaggine e la sua pigrizia gradualmente si accumulano fino a quando compare una grave spina. Poi lui inizia a gridare e ad avanzare. Ognuno sarà d’accordo nel giudicare dall’ esperienza personale e dire che questo è esattamente ciò che succede, a volte di più e a volte di meno. In questo modo ad una persona viene insegnato che egli deve trovare la forza per avanzare da solo e non aspettare le spine. Comunque ci saranno ancora le spine dal momento che è impossibile gestire tutto senza di loro.

Dal 1 ° parte della lezione quotidiana di Kabbalah 5/3/13 , Gli scritti di Rabash

materiale correlato:

http://laitman.it/2011/03/10/un-giglio-tra-le-spine/