La spiritualità ha la propria Matematica

Domanda: Sappiamo che non c’è nessun “quasi” nella spiritualità ma, allo stesso tempo, il cammino spirituale è diviso in livelli, ed ognuno di essi ci avvicina alla perfezione. Come si mette d’accordo l’assoluto con il graduale avanzamento?

Risposta: Ad ogni livello, ad ogni grado della spiritualità, ognuno di noi ha le proprie misurazioni, in base all’ordine della realizzazione dei Reshimot (memorie spirituali). Il grande vaso generale è stato frantumato in pezzetti, ed ogni pezzetto ha i propri limiti, le proprie misure di congiunzione con gli altri, le proprie misure di correzione, e le proprie “misurazioni degli sforzi”, sia come valore assoluto che individualmente.

Infatti, non c’è alcun “quasi” nella spiritualità. Se, ad un dato livello, si correggono nove parti su dieci, allora non si è ancora riusciti a correggerlo. Solamente dopo aver corretto la decima parte si completa il lavoro.

Nella stessa maniera l’elettrone non può esistere separatamente dall’atomo. L’atomo è fatto di molte particelle e devono essere tutte al posto giusto. In seguito altre forme più grandi e più complesse vengono create: molecole, cellule e corpi, e tutte devono essere nella loro totale misurazione. Anche la misura più piccola deve essere completa, fino alla particella più piccola in assoluto.

Domanda: Da una parte, tutti devono essere come un solo uomo con un solo cuore, e dall’altra, si dice che ogni uomo può giudicare il mondo intero o con la scala del merito o sfavorevolmente. Come lo spieghiamo?

Risposta: E’ impossibile spiegarlo al nostro livello. E’ impossibile percepirlo con la nostra mente. Non sono le leggi della matematica ordinaria che sono all’opera qui, in base alle quali uno più uno fa due. La spiritualità ha la sua matematica.

Domanda: Che cos’è la “misurazione completa”? Qual è il criterio della completezza?

Risposta: Una misura completa è segno di cambiamento di ogni livello, in base al principio di “Mi sono sforzato ed ho trovato”. Mi impegno sempre di più e all’improvviso “salto” in un nuovo stato. E’ solamente in base a questa reazione che so per certo di essermi impegnato abbastanza. E’ impossibile prevederlo. Non c’è un “contatore”, nessuna indicazione precedente, con cui poter giudicare il mio successo.

E’ perché lavoriamo “al di sopra della ragione”, nella dazione, e la dazione non può essere misurata. Le misure sono sempre nel desiderio di ricevere. Nella dazione, la misurazione può essere fatta solamente rispetto alla rivelazione, e quindi è sempre in base a “Mi sono sforzato ed ho trovato”. Questo “trovare” è il controllo definitivo.
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(Dalla 4.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 18.04.2013 “Introduzione al Libro dello Zohar“)

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