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La fune di salvezza verso la spiaggia

L’avanzamento è possibile solamente attraverso lo spazio tra la Luce interiore e la Luce Circostante. La Luce Interiore rappresenta il presente e la Luce Circostante rappresenta il futuro. Più riusciamo ad elevare il futuro rispetto al presente, più potente sarà la forza che ci spingerà in avanti, ed il nostro desiderio per il futuro sarà più grande. E, in base alla forza di questa assenza, attiriamo la Luce che penetra lo stato presente dal futuro.

Perché nel mondo spirituale esistono già tutti gli stati; tutto dipende solamente dal nostro desiderio di conseguire il futuro. Se lo vogliamo, lo sentiremo come bene. Ma se non abbiamo desiderio per il futuro, allora la sua Luce ci arriverà in base al programma di sviluppo “a suo tempo”, e questa cosa ci provoca sofferenza.

Tutto dipende dal modo in cui aumentiamo il nostro desiderio per il futuro e risvegliamo noi stessi verso il futuro. Questa deve diventare la nostra principale preoccupazione. Per questa ragione, dobbiamo descriverlo a noi stessi, farne un disegno davanti a noi, e giocarci dentro come se già vivessimo in questo futuro. Dobbiamo comportarci come dei bambini che giocano a fare gli adulti e risvegliano dentro di loro l’entusiasmo per questo gioco, aiutandosi così a crescere.

Un uomo non può crescere attraverso i guai e la sofferenza. La sofferenza, invece, obbliga l’uomo a chiudersi in se stesso, a mettersi all’angolo, a nascondersi dietro uno scudo. Al contrario, la felicità apre il cuore alla grazia, alla misericordia, alla dazione, all’amore e porta un uomo avanti, come se avesse le ali.

Perciò, se descriviamo a noi stessi un futuro positivo e bellissimo, facciamo in modo di elevare tutto il gruppo, dando a tutti gli amici un sentimento di speranza, di fiducia e di gioia circa le prospettive per il futuro, dalla sua grandezza, la grandezza del Creatore, del maestro, dell’insegnamento, e del gruppo; tutto questo darà ad ognuno energia e desiderio, ed allargherà la percezione di tutti. Grazie a ciò, attireremo ancora più influenza della Luce Circostante per i nostri desideri allargati, e riceveremo ancora più forza e più Luce, e saremo attirati in avanti.

Quindi, rivolgendosi continuamente al futuro e ricevendo da qui la Luce, un uomo spinge avanti se stesso. E’ come se io avessi una corda e mi tirassi in avanti con il suo aiuto. O come se fossi seduto in una barca con una corda, e lanciassi la corda a qualcuno sulla spiaggia, e usassi la corda per tirarmi verso la spiaggia.

In questo modo, un uomo lavora con la Luce Circostante, risvegliando in se stesso un desiderio ardente per il futuro, lodando il Creatore e lo stato futuro e da lì raggruppare le mancanze per se stesso. Con la mancanza che sviluppa, l’uomo pensa ancora al futuro ed insieme a questo impara che in questo modo attira la Luce Circostante dal futuro. Tutto questo lavora sui suoi vasi esteriori che sono previsti per il futuro. Perché non sono ancora dei vasi interiori; non hanno ancora conseguito la correzione e l’appagamento.

In questo modo un uomo rivela il suo desiderio futuro; il che lo attira verso il futuro ed in questo modo avanza. L’uomo riceve questo risveglio dal futuro, riceve l’appagamento e la forza ad intermittenza. Con l’aiuto dell’ambiente e dello studio, l’uomo crea un collegamento con il futuro, con la Luce Circostante che influenza i suoi desideri non sono ancora corretti, e finalmente egli conquista il traguardo.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 12.04.2013)

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Un approccio maturo ai problemi

Un approccio maturo ai problemi è quando sai di poter raggiungere l’obiettivo solo superando il problema. Tu superi le sensazioni spiacevoli nel tuo desiderio di ricevere, sopra il buio, e lì chiedi la connessione con il gruppo, con il Creatore. Anche la tua preghiera è falsa, e interiormente aspetti solo che il problema vada via, che l’oscurità si dissolva almeno un po’, in modo che sarai in grado, in una certa misura, di riposare, di rilassarti e di sentirti al sicuro.

Ma mantieni te stesso e cerca una connessione e adesione con il gruppo, con i libri, e con l’insegnante. Tu sei come un bambino che vuole tenerli tra le braccia. Tu cerchi tutto il supporto che puoi ottenere, che ti permette di chiedere non che il buio si dissolva, ma piuttosto di superare il buio e pensare al Creatore, e non ai propri sentimenti. La tua preoccupazione è quella di portare il piacere a Lui e non a te stesso.

Se riesci a pensare in questo modo, allora in quella misura tu senti già la contentezza. Quando puoi desiderare di portare al Creatore un appagamento ancora maggiore attraverso il gruppo e attraverso tutti gli altri mezzi, allora senti una gioia ancora più grande. Se non riesci, allora dovresti chiederlo affinché tu possa sentire la vita nei vasi esterni, nei vasi stranieri, che significa “al di fuori della propria pelle”, dove si trova la tua anima.

I sintomi della “malattia” andranno via nel momento in cui smetterai di pensare a loro e aderirai al Creatore non a causa dei sintomi corporei. Potrai venire fuori dalla tua pelle, come se tu morissi, e aderissi al Creatore, all’anima e non al corpo. Questo si chiama vivere nella fede al di sopra della ragione, venire fuori da te stesso, la transizione tra la vita e la morte, almeno in una certa misura.

Poi a poco a poco ti unisci a questa transizione, e quindi combatti la morte. Dobbiamo almeno capire il modello di questa transizione, e poi tutto avverrà secondo lo stesso principio, nella stessa maniera.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 04.04.2013, Shamati 36)

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