La scelta tra il calcolo dell’asino e il calcolo dell’uomo
Dobbiamo accettare tutti gli eventi con pazienza e vederli in due modi, dal punto di vista del giudizio e della misericordia, allo scopo di distinguere con precisione tra ciò che influenza il mio “asino” (la mia sostanza egoistica) e ciò che potrebbe influenzare l’umano che c’è in me. Allora sentirò una rottura dentro di me e nella misura in cui ciò sarà possibile, aderirò all’umano che c’è in me.
Se improvvisamente scoprissi di essere stato dalla parte dell’asino per un po’ di tempo, avrò bisogno di essere riconoscente di questo invece che sentirmene rincresciuto. Infatti, è il Creatore che ha predisposto tutto senza che me accorgessi e così mi sono ritrovato ad essermi rivestito del mio “asino” ed in questo modo, di nuovo, ingloberò i desideri dell’asino e scoprirò che ancora ero ritornato ai calcoli dell’asino. Da qui, mi devo elevare ai calcoli dell’umano e sforzarmi sempre di più per restarci aggrappato con l’aiuto del gruppo.
Se mi dimentico del gruppo e non ho alcun posto da cui attingere il suo materiale e i suoi pensieri al fine di attaccare e sviluppare la parte umana che c’è in me, il Creatore mi getta di nuovo sul mio asino. Da qui gradualmente costruisco l’umano che c’è in me con l’aiuto di queste due fonti: il gruppo e l’asino.
Quando improvvisamente ci ritroviamo di sotto, dentro il nostro desiderio di ricevere, e di nuovo facciamo dei materiali calcoli pragmatici come se non ci fosse alcun Creatore e uno scopo superiore, come se non ci fosse alcun cammino spirituale, ma solo la nostra vita ordinaria, non ce ne dobbiamo dispiacere. Un uomo si dovrebbe dispiacere solamente un pochino del fatto che il Creatore lo ha gettato in un “luogo di lerciume”, nell’ego puzzolente, e la cosa principale è trarre le conclusioni, per separarsi da questa discesa ed iniziare a paragonare gli stati per comprenderli e percepirli meglio.
In questo modo, questi concetti entrano ancora più profondamente nella mente e nelle sensazioni di una persona che compie lo sforzo di analizzarli dentro di sé. Di conseguenza questa persona costruisce un sistema per controllare se stesso e i suoi stati, e da qui avanza.
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(Dalla 3.a parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 03.04.2013, TES)
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