“Il capitalismo e la democrazia non sono compatibili in Internet”

Opinione (Robert McChesney, professore di comunicazione, autore di Digital Disconnect: How Capitalism is Turning the Internet Against Democracy): “‘Quando viene menzionato il capitalismo, lo si fa solitamente nel senso di ‘libero mercato’, il che è preso come un’indicazione gentile, quasi un sinonimo di democrazia’ scrive McChesney. Tuttavia ‘il vero capitalismo esistente non combacia con la ‘dottrina’ del libero mercato o con la democrazia, scrive, ‘la crisi dei nostri tempi sta nel fatto che il capitalismo indebolisce la democrazia.’

“Internet è stato trasformato da uno spazio pubblico e non-commerciale che molti sognavano nei suoi primi giorni in uno spazio che ‘è stato commercializzato, legalmente protetto, autorizzato, privatizzato, con controlli informativi, e monopolizzato’, scrive McChesney.

“Come parte di questo processo, la pubblicità nella rete è stata trasformata in un modo che elimina le precedenti nozioni di riservatezza, ed i governi hanno dei poteri di sorveglianza che una volta erano inimmaginabili. Grandissime corporazioni nel campo delle telecomunicazioni e dell’intrattenimento che una volta sembravano essere vulnerabili, grazie ad internet hanno prosperato attraverso la loro influenza sul processo ‘corrotto’ di elaborazione delle dinamiche politiche.

“I giganti di Internet che sono cresciuti nel corso degli ultimi vent’anni non sono la forza progressiva che alcuni pensano essere, e hanno prosperato in conseguenza dei privilegi dei monopoli, dello sfruttamento del lavoro, delle politiche e dei sussidi dei governi, dice lui…

“Questo libro arriva adesso, scrive McChesney, perché vede Internet come se si fosse cristallizzato ad un livello significativo. ‘Siamo in una posizione, per certi aspetti per la prima volta, che ci permette di dare un senso all’esperienza di Internet e di mettere in luce le questioni del momento che pone alla società’ scrive.

“Siamo anche in una posizione migliore per comprendere quali decisioni prendere che potrebbero determinare il futuro di Internet e la sua influenza nel dare forma alla società, dice nel suo libro.

“Tra le sue indicazioni: accessi gratuiti alla banda larga per tutti come diritto basilare, severo regolamento della pubblicità e una precisa riduzione o eliminazione della voce deducibile della pubblicità come costo d’impresa, stretta regolazione dei “monopoli naturali” digitali o la conversione degli stessi in servizi non-profit, ampi investimenti pubblici nel giornalismo, neutralità della rete, severa regolamentazione della privacy che renda le attività on-line private come la corrispondenza postale, e delle forti barriere legali contro la militarizzazione di Internet e l’uso dello stesso per una sorveglianza senza garanzie”.

Il mio commento: Internet è lo specchio della società moderna, e tutti i nostri vizi vi appaiono in una forma esagerata poiché l’accesso è libero, la reazione è istantanea, e la distribuzione è illimitata. Fintanto che non inizieremo a cambiare noi stessi, il nostro Internet non cambierà. Quindi, tutti i tentativi saranno vani.
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