I robot ci portano via il nostro lavoro?”

Opinione (Andrew McAfee, ricercatore principale presso il “Centro per il Business Digitale” presso la MIT Sloan School of Management, autore di Enterprise 2.0 e “La gara contro le macchine” (con Erik Brynjolfsson ): “Come si è visto, quando decine di milioni di persone sono disoccupate o sottoccupate, c’è una buona dose di interesse per cosa la tecnologia può fare per questa forza lavoro. E mentre guardo il discorso, mi sembra che sia concentrato esattamente sull’argomento giusto, ma, al tempo stesso, manca l’obiettivo su cui puntare il tutto. L’argomento è focalizzato sulla questione: se tutte queste tecnologie digitali influenzano o no la capacità delle persone di guadagnarsi da vivere, o, per dirla in un modo differente, sono i droidi che prendono i nostri posti di lavoro? E c’è qualche prova che sia veramente così ? […]

“I profitti delle imprese sono piuttosto alti. Infatti, se si guardano i profitti bancari, sono più alti di quanto siano mai stati prima. E gli investimenti delle imprese sono cambiati in attrezzature hardware e software a un livello molto alto. Ormai le aziende ottengono così i loro libretti degli assegni. […]

“In breve, sì, i droidi stanno arrivando nei nostri posti di lavoro. In breve termine, riusciamo a stimolare la crescita di posti di lavoro, incoraggiando l’imprenditorialità e gli investimenti in infrastrutture, in quanto i robot ancora oggi, non sono molto bravi a fissare ponti. Ma nel non-troppo-lungo termine, credo, entro i tempi di vita della maggior parte delle persone in questa stanza, stiamo per transitare verso un’economia che sarà molto produttiva, ma che proprio non avrà bisogno di tutti questi lavoratori umani, e la gestione questa transizione sarà la più grande sfida che la nostra società dovrà affrontare. Voltaire ha riassunto questo. Egli disse, ‘Il lavoro ci salva da tre grandi mali: La noia, il vizio e il bisogno’ “

Il mio commento: Se escludiamo la rivolta popolare contro le macchine e il progresso tecnologico in generale, l’unica cosa che ci rimane da fare è di occupare i disoccupati, il metodo più affidabile e necessario per questo è l’educazione integrale, in cui la gente potrà cominciare a capire l’essenza di quest’epoca e delle necessarie modifiche che si dovranno fare in loro e nella società.
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