La percezione della realtà: Dai tempi antichi ai giorni nostri

L’uomo che aspira a conseguire la spiritualità inizia a vedere che il mondo intero è un unico sistema. E’ un continuo lavoro nella gioia, e ci si fa l’abitudine piano piano. Diventa un necessità. Esistiamo già a questo livello.

Tutti gli altri livelli sono piatti, uni-dimensionali, ed è impossibile considerarli come prima. Un uomo incomincia ad abituarsi a pensare nello spazio n-dimensionale che viene compresso in un’unica forza ed in un unico scopo; perciò, non è difficile percepire il mondo intero connesso ad un unico traguardo, ad un unico pensiero, ad un’unica forza, fino al punto in cui guarderai al cielo stellato e vedrai cosa connette tutte le stelle.

Tutto questo solleva delle domande molto interessanti, del tipo, “Come facevano gli antichi astrologi a collegare le stelle nelle costellazioni?” Infatti, se guardo le stelle non sono in grado di unirle in tutti i segni dello zodiaco, Orione, il Grande Carro e gli altri. Non ho quella grande immaginazione che avevano gli astrologi greci e babilonesi perché le stelle sono lontanissime tra loro e su diversi livelli.

Diciamo che una stella è centinaia di milioni di anni più vicina alla Terra, e un’altra è milioni di anni più lontana. Ma essi le vedevano connesse tra loro come se fossero state su un solo livello. Di cosa si tratta: primitive rappresentazioni o fantasia umana? Dove c’è un orso con quattro o cinque stelle che formano un quadrato con una coda? Come fa un uomo ad immaginarlo?

E’ una cosa molto interessante: l’idea che lega le stelle dei segni dello zodiaco è conseguita dall’uomo attraverso la propria influenza su di esso.

Gli antichi astrologi avevano la percezione della connessione esistente tra queste stelle. A causa dello sviluppo dell’egoismo, ci siamo staccati dall’universo, dalla percezione dello stesso come un solo insieme, ma questi astrologi avevano la percezione della connessione relativa perché essi percepivano l’universo come un banchetto degli dei, delle forze superiori dalle quali venivano influenzati. E questo avveniva non perché erano poveri e primitivi; si trattava semplicemente di una percezione umana non contorta o grossolana, con un sacco di filtri, come abbiamo oggi. Vale a dire, essi avevano una percezione di molto maggiore della Luce. Se oggi incominciassimo a correggere il nostro egoismo, percepiremmo la Luce molte più volte di quanto accadeva a loro, perché siamo molto più rozzi di quanto erano loro.
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(Da Kab.TV “I Segreti del Libro Eterno” 04.02.2013)

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