Una briciola di materia accanto ad una scintilla di Luce

Noi siamo nel mondo di Ein Sof (l’Infinito). Ma nel mondo di Ein Sof c’è una Luce piccolissima: Nefesh di Nefesh che ha creato l’essere creato come “qualcosa dal niente”, come un minuscolo granello di desiderio di ricevere. Questa è la prima fase, la “fase-radice” del mondo di Ein Sof. Allora, perché è chiamato infinito?

Perché non c’è nulla a parte una minuscola scintilla di Luce e una minuscola briciola di materia. Tutto il resto giunge grazie alla grandezza della Luce nelle sensazioni della briciola dell’essere creato, attraverso il grande rispetto verso la Luce che lo ha creato e che si prende cura di esso. Dal riconoscimento di questa grandezza giunge la sensazione del mondo di Ein Sof.

Poi questa briciola incomincia a svilupparsi e a diventare sempre di più indipendente, e tutti i mondi nascono nelle sue sensazioni. All’inizio avviene istintivamente, sotto l’influenza della Luce. Ma alla fine il suo sviluppo raggiunge il punto in cui ci troviamo adesso. Se ora, da questo stato, cerchiamo di risalire usando tutte le istruzioni che sono state realizzate per noi, raggiungeremo il verso riconoscimento della Luce.

Ma possiamo chiamare vero questo riconoscimento in modo condizionato, poiché è impossibile conseguire la vera essenza del Creatore e la Sua altezza rispetto all’essere creato. Ma quando ci eleviamo di nuovo, scopriamo la Luce di NRNHY, e la misura rispetto alla quale il Creatore ci permette di arrivare a Lui è chiamata “adesione”. In questa misura, in base alla Sua volontà, dobbiamo essere come Lui.

E’ scritto, “Egli ha sollevato il povero dalla polvere” (Salmo 113). Ma noi non chiediamo che Egli ci dovrebbe sollevare dalla polvere per essere ricchi, ma noi vogliamo essere sollevati solo perché così rispetteremo e loderemo il Creatore. Questa è la sola ragione per cui chiediamo a Lui di sollevarci dalla polvere: per conseguire la Sua grandezza e non per migliorare la nostra condizione.

Questa ascesa è al fine di comprendere chi ci ha creati e chi si è preso cura di noi. La materia in sé può restare in assoluta povertà poiché ciò che conta per noi è di unirci alla Luce superiore, la qualità della dazione, non per il nostro bene ma per rendere felice il Creatore. Questa è la nostra sola speranza. In questo modo arriviamo ad eguagliare perfettamente il quadro, l’immagine, che troviamo nel mondo di Ein Sof: una briciola di materia accanto ad una scintilla di Luce, e tutto il resto è l’infinita grandezza del Creatore.
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(Dalla preparazione alla Lezione quotidiana di Kabbalah del 07.03.2013)

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