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Workshop di Unità – 26.02.2013

Workshop di Unità (Io devo risvegliare la mancanza)
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Workshop con Rav, Solo Domande
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Un tronco che soffre

Baal HaSulam, “Un discorso per il completamento dello Zohar”: In quel momento raggiungerete l’equivalenza della forma con il Creatore – come tutte le Sue azioni sono per donare e per beneficiare gli altri, così voi, tutte le vostre azioni saranno solamente per donare e per beneficiare gli altri. Questo è il totale Dvekut.

Domanda: Che cos’è l’equivalenza della forma? Come posso essere uguale nella forma se io sono il desiderio di ricevere?

Risposta: Supponiamo che tu voglia assomigliare a me. Interagisco con te, mi presento a te in qualche forma, e allora tu cerchi di essere come me: fai quello che faccio, pensi come me e parli come me. Il giorno dopo ti presento una forma nuova e tu ti devi adattare a quello che sono io ancora di più, sia nel modo di parlare che nelle azioni e nei pensieri. Ti pongo degli esempi e tu li devi seguire; questo è ciò che si chiama equivalenza della forma.

A questo punto potresti chiedere: “Ma come posso assomigliare al Creatore se non Lo vedo?” E’ scritto: ‘Ritornate al Signore, vostro Dio’. Come posso ritornare a Lui, come posso diventare sempre più come Lui? Fammi almeno degli esempi…”

Chiedi. Chiedi al Creatore di darti un esempio, di mostrarti che Egli è e cosa Egli è, in modo che tu possa essere come Lui. Se non chiedi, significa che non vuoi essere come Lui. Quando tutto ciò di cui hai veramente bisogno è un esempio, lo riceverai.

Domanda: Ho un gatto, posso insegnargli tutto quello che so, ma alla fine diventerà come me?

Risposta: Un gatto non ha il punto nel cuore. Non lo si può insegnare, lo si può solo addomesticare. Ci si può creare qualcosa, ma non ci si può ricavare un essere umano, poiché l’essere umano, Adam, significa “Domeh– uguale” al Creatore. Un gatto non ha il punto di partenza che lo porta a questo, non ha la scintilla iniziale; non ha il punto nel cuore.

Se non fosse stato per il punto nel cuore che è entrato nel desiderio di ricevere durante la frantumazione dei vasi, anche noi non ci potremmo sviluppare fino al livello animato. Ma quando completiamo questa fase, il punto del livello parlante esplode in noi. Questo è ciò che sta succedendo oggi all’umanità: ha raggiunto la fine del suo sviluppo a livello “animato”.

Tutto ha avuto inizio da un punto zero, dal caos. Poi è apparso il livello della natura inanimata, poi il livello vegetativo, e poi il livello animato. Se non ci fosse stato il punto della parola nel livello animato, cioè l’essere umano che appartiene al livello della parola, allora non ci sarebbe stato nessun riferimento verso cui svilupparsi, tutto sarebbe terminato lì.

Questa è la sorpresa ed il problema del nostro mondo: gli uomini non capiscono che stanno affrontando un nuovo livello. Non capiscono perché non lo vedono; non è tangibile, è spirituale. Tutti i livelli precedenti erano concreti, mentre il livello della parola non lo è.

Se mi trovo al livello della natura inanimata, non posso individuare i livelli che sono più elevati del mio: i livelli vegetativi ed animati. C’è un collegamento tra di essi che è visibile sia a colui che è inferiore che a colui che è superiore, ma io non ho idea di cosa sia il livello umano, e come elevarmi verso questo livello è per me un grande mistero. Cosa posso fare, se non ho alcun sistema per attaccarmi ad esso, nessun esempio, ma solamente una grande incognita?

Questa è la ragione per cui il mondo intero non capisce cosa sta succedendo e non può accettare il messaggio della futura ascesa.

Inizialmente, il desiderio creato dal Creatore era la parte che funzionava da il punto nel cuore (•), Galgalta ve Eynaim (GE). Esso è chiamato Israele che significa “Yashar-El” (diritto al Creatore). Abramo portò fuori dall’antica Babilonia gli uomini che appartenevano a questa parte, mentre gli altri Babilonesi senza il punto nel cuore rimasero lì.

Poi con la frantumazione, la distruzione, i punti di Israele caddero e si mescolarono con la materia del desiderio. Questo è l’esilio del popolo di Israele, la reciproca incorporazione delle caratteristiche che si manifestano oggi in ogni uomo che ha il punto nel cuore.

Comunque, è molto difficile per gli uomini vedere che c’è un’altra fase nello sviluppo che è davanti a loro, un altro livello che è una qualità superiore ed è più importante e potente del livello “animato”. Immaginiamo di poter vedere solamente piante sulla superficie della terra. Sarebbe molto diverso questo scenario dal livello successivo, con gli animali, gli uccelli, i pesci e gli uomini con la loro civilizzazione.

Ora, quando ci troviamo davanti un nuovo livello, nessuno lo capisce e nessuno riesce a percepire il bisogno di elevarsi verso di esso.

Domanda: Se il punto nel cuore determina tutto, posso essere paragonato a Pinocchio oggi?

Risposta: Senza il punto nel cuore saresti un “tronco”, ma in questo tronco c’è qualcos’altro, e così quando Geppetto incomincia a tagliarlo con la sega, piange; questo è “il punto nel cuore” che innalza la voce dell’uomo. Tutto il resto che c’è in noi, in verità, è solamente un “tronco”.

Il livello successivo non può essere formato dal niente. Così, quando gli uomini che sentono il bisogno di svilupparsi vengono da noi, a Bnei Baruch, al fine di poter progredire per mezzo dell’amore, con una inclinazione che punta in alto. Altri uomini dovranno evolvere attraverso il cammino della sofferenza per raggiungere questo livello.

Se il punto nel cuore non si fa sentire e non ricorda agli uomini che esiste, sarà solamente la sofferenza a spingerli in avanti. Il punto attira gli uomini in avanti mentre la sofferenza li spinge da dietro. E’ come una corda con due vertici opposti e tutto dipende da quale scegliamo di muovere – se la Torà o la sofferenza.

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(Dalla 4.a parte della Lezione Quotidiana di Kabbalah del 03.02.2013 ” Un Discorso per il completamento dello Zohar”)

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Non sento di essere distante da voi

Baal HaSulam, Lettera 27: Certo che voglio unirmi a voi anima e corpo. Anche se non posso lavorare se non nella spiritualità e nella mia anima, io conosco la vostra anima e posso unirmi ad essa, ma voi non potete lavorare nei vostri cuori, ma solo con il corpo in quanto non conoscete la mia spiritualità per poter unirvi ad essa, e se comprendete questo, capirete anche che io non mi sento affatto distante da voi, ma voi naturalmente avete bisogno di essere vicini al corpo e al luogo, ma è per voi stessi e per il vostro lavoro, e non per il mio lavoro.

Ma io prego il Creatore affinché vi conduca attraverso la via della verità e che sarete salvati dagli ostacoli che troverete lungo la strada e che il Creatore sarà con voi in tutto ciò che fate.

E da parte vostra dovete stare attenti a seguire il percorso che ho preparato per voi, in materia, dei desideri del cuore e della mente e preghiere, e allora il Creatore ci aiuterà certamente e presto saremo uniti nel nostro cuore e nella nostra anima.

Naturalmente, per un kabbalista che è in grado di comprendere lo stato interiore dei propri studenti, le distanze sono prive di significato e non fa nessuna differenza in che mondo si trovi: in un corpo o senza un corpo, lontano da quel mondo o nelle vicinanze. Se tra l’insegnante e gli studenti esiste una connessione, allora nulla può influire. Si scopre che il problema riguarda solo gli studenti, per i quali è difficile cavarsela senza la sensazione fisica dell’altro o dell’insegnante. Quindi l’unica soluzione è, per quanto sia possibile, quella di accelerare l’avanzamento.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 17.02.2013, Scritti di Baal HaSulam)

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Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, “Introduzione al Libro dello Zohar”, Pagina 109
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