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Io do significa io esisto

Io mi divido in due parti: GE e AHP. La parte importante in me è GE, e in essa io sono in uno stato fisso.

D’altra parte, utilizzo il mio AHP solo per le esigenze di un altro: è come se “ingoiassi” il suo desiderio e cominciassi a servirlo. La Luce viene dall’Alto, e passo su questa Luce agli altri attraverso il mio AHP, che è l’unico modo in cui usare l’AHP.

Se, invece, l’altro non ha bisogno di nulla, il mio AHP non esiste. Si è piegata nel mio GE, e ritorno allo stato di piccolezza, allo stato fisso.

Questo avviene perché io in realtà non ho bisogno di nulla, tranne che del mio GE, e ho bisogno di loro solo al fine di essere pronto a dare agli altri. In ogni contatto io controllo immediatamente ciò che l’altro vuole e quando trovo dei desideri non realizzati in lui, distribuisco e sviluppo in me solo la parte in grado di fornire ciò che egli desidera dall’Alto. Solo a questo punto posso utilizzare il mio AHP.

Questo è chiamato il mondo spirituale: io non esisto. Io esisto solo nella misura in cui do agli altri. Fino a quando non ci sono gli altri, io sono niente, uno zero. La ragione è che il mio GE non sono io, essi sono solo lo stato di prontezza, di ricerca – chi ha bisogno della mia dazione?
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 24.01.2013, Scritti di Rabash)

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Le porte al territorio del Creatore

La cosa più strana nella saggezza della Kabbalah avviene quando un principiante sente il messaggio riguardo “amore, unità, e inclusione reciproca” che sono totalmente contrari ai nostri desideri naturali. All’inizio, la Kabbalah ci appare come convenzionale, una scienza difficile: “Voglio comprendere il sistema, studiare i fenomeni dietro la facciata della natura, comprendere la forza superiore e i principi del Suo lavoro, studiare le leggi dell’universo e trovare le cause nascoste della storia…” In altre parole, una persona tende a studiare formule concrete e poi lui scopre che è tutto riguardante l’amore.

C’è qualcuno che seriamente indirizza questo soggetto? Hollywood? Le persone serie stanno sedute a Wall Street, mentre l’amore è dominio di compagni e “Bohemiene…”

Si impiega molto tempo per iniziare a comprendere il messaggio dell’amore. S’impiegano anni per avere questa informazione “va sotto la tua pelle” e raggiungere il cuore di ognuno. Il nostro egoismo non vuole accettare cose come l’amore, e neanche permette il messaggio che solo attraverso l’unità noi riveliamo una nuova realtà e che solo grazie all’amore noi ci eleviamo al nostro stato più elevato, diventare più gentili d’animo e riveliamo i nuovi mondi. La nostra esperienza materiale non provvede alcun esempio dall’alto, neanche questo prova questi stati in alcuna via.

Alcune persone sono maggiormente inclini ad accettare queste idee; agli altri, questo messaggio è veramente difficile da apprendere. Dipende dal fatto di essere pronti nelle nostre anime e sulla “profondità” del nostro desiderio (Aviut). Richiede anche persistenza, diligenza e un senso di totale necessità per raggiungere questo stato. Se entrambi questi fattori, un forte rigetto e un’attrazione travolgente, forzandoci a stare nel nostro cammino non importa cosa, allora, anche prima di raggiungere l’amore, noi continuiamo a scoprire che tutto dipende dalle nostre qualità. La Luce superiore ci influenza e iniziano diverse impressioni in noi; così, noi cominciamo a realizzare che i nostri cambiamenti interni o chiudono o aprono l’immagine del mondo superiore a noi.

Qualcosa “clicca” dentro di noi e cominciamo a vedere molto di più e avere sensazioni molto più acute di prima. Noi continuiamo a penetrare nella struttura della realtà; noi acquisiamo una più chiara ed ampia comprensione di ciò… Tutto dipende dal nostro cuore. E’ il posto dove sentiamo e distinguiamo tra tutti e tutte le cose che sono nel nostro campo di visione e sensazione.

Allora, la “porta” si chiude, come se un vestito nero scendesse sulle nostre sensazioni e l’intelletto, e ora di nuovo, noi ci fermiamo di comprendere e sentire qualunque cosa, come se camminassimo in un sogno e potessimo difficilmente far fronte alle nostre responsabilità. Il tempo passa, la porta si apre ancora, e così, si richiude. Quindi gradualmente noi cominciamo a realizzare che tutto dipende nel livello di apertura o chiusura della nostra mente e dei sensi.

E allora noi penetriamo profondamente dentro il centro del meccanismo che apre e chiude le porte. Dopo che siamo passati attraverso tutti questi stati molte volte, noi realizziamo che le “porte” ci mandano non solo verso qualcosa al di fuori di noi, ma verso gli altri. Quando ci sentiamo estremamente vicini a loro, i nostri occhi e le orecchie si aprono e avanziamo. Quando siamo più lontani da loro, tutto si spegne.

Questa è la via in cui la Luce ci impatta, così gradualmente formando la connessione tra le nostre sensazioni e la mente e costruendo la nostra attitudine verso gli amici, aggiungiamo maggior garanzia mutua, sensazioni profonde e aperte l’un l’altro, facendoci familiari con il mondo superiore e lo stato superiore. In questa fase, una persona realizza che questo mondo non è da qualche parte nelle nuvole, non è nemmeno dietro l’orizzonte, ma è soprattutto nelle nostre sensazioni: Più ci apriamo agli altri, maggiormente ci eleviamo.

Gradualmente, noi approcciamo i “bordi” e cominciamo a distinguere i dettagli del nostro desiderio di ricevere. Noi separiamo questo in diversi step e livelli; in visione di questo, costruiamo i desideri vicini alla mente.

Impiega diverso tempo. Noi dobbiamo includerci nel gruppo più che possiamo; letteralmente “buttarci” nel gruppo come dentro al mare; “perderci” in questo, dissolverci negli amici. Da questo tipo di “auto-annullamento,” uno si “immerge” negli altri e realizza che “non è importante cosa riceviamo da questa connessione e inclusione mutua. Tutto ciò che arriva dai nostri amici è territorio del Creatore. Tutto ciò che è in me è territorio dell’inclinazione maligna, “l’angelo della morte.”

Quando uno realizza così tanto, il requisito “di amare il prossimo come te stesso,” emerge. Uno sente che ha bisogno di loro e si sforza di relazionarsi a loro come se fossero veramente vicini a lui, come una madre che permanentemente abbraccia internamente il suo bimbo al fine di proteggerlo dai pericoli.

Da questo punto di vista è più facile avanzare, giacché uno ha già costruito il suo cammino correttamente: Uno già conosce che tutto è dentro di lui, dentro le sue sensazioni, nella sua attitudine verso gli amici e vicini, che nei fatti sono parti della sua stessa anima. Lui comprende che invece di vedere esternamente nella forma di natura inanimata, vegetativa e animata, lui deve osservare “dettagli” esterni che sono prodotti dalla sua mente e i suoi sensi come qualcosa che gli appartiene, ma allo stesso tempo sono separati da lui dalle “nuvole” e la “polvere” che coprono la sua percezione del mondo. Significa che uno deve ritornare a una visione chiara, anche se c’è confusione creata dall’inclinazione maligna; lui tende a unire la corretta visione del mondo e diventa un sentimento e intelletto unificato.

Questa è l’essenza del nostro lavoro. Se noi gestiamo questo, gradualmente ascendiamo la scala dei mondi. Al grado della nostra abilità nel ritornare nelle nostre parti “esterne”, li sentiamo come se fossimo riempiti dalla Luce superiore.
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(Dalla 2° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 16.01.2013, “Amore degli amici”)

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