Quello che ricevo dipende da me

Rabash, Lettera # 29: Ma una persona non ha la necessità di portare i rifiuti dal di fuori, come nel caso di concimare un albero. Deve tradurre le impurità dal mondo della rivelazione, il che significa, nel suo sentimento.

Domanda: Che cos’è per me “il rifiuto” e cos’è “il fertilizzante”?

Risposta: Dipende dalla tua scelta. Ti viene data la possibilità di decidere se preferisci mangiare dai rifiuti o cose buone dalle cose cattive? E tu scegli sempre qualcosa da queste due possibilità, ma a poco a poco l’ago della bilancia pende in direzione della dazione. Non hai la forza di annullare completamente la ricezione, ma in ogni caso, avanzi nella giusta direzione.

Nel tuo vaso, Kli, ci sono sempre tre parti. Nella parte superiore si può lavorare per il bene della dazione, nel mezzo regna la restrizione, e nella parte inferiore si trova qualcosa che si desidera per se stessi.

La linea di destra non può esistere senza la linea di sinistra, e la linea di sinistra non può esistere senza la linea di destra. Tutto deve essere diversificato, fino al Gmar Tikkun (la correzione finale), tutto il male funziona come bene.

Domanda: Questo significa che se gli amici creano un ostacolo per me, poi mi danno il “fertilizzante”?

Risposta: Dipende cosa intendi per “ostacolo”. Se gli amici mi dimostrano quanto desiderano riconoscere la grandezza del Creatore, ad un livello superiore, per l’adesione, per Gmar Tikkun, per l’unione e la connessione tra di loro, per la rivelazione della Luce, allora per me può rappresentare un ostacolo dal momento che questo approccio viene odiato dall’ego, ma può anche essere una motivazione che spinge in avanti.

La parte superiore mostra a quella più bassa la Luce, la Sua dazione, e quella inferiore, sentendo questo, deve chiarire se per lui questo è da considerare cibo o rifiuti. È scritto, “Diritte sono le vie del Signore, in esse vi è il solo cammino, ma i peccatori vi inciampano”. Posso decidere che la dazione per me è proprio la Luce che mi tira in avanti. Voglio aderire ad essa e superare me stesso per fare questo, anche se non è semplice riceverlo come cibo. E poi, in questo caso, io sono chiamato “giusto.” Ma se io non lo voglio, allora sono chiamato “peccatore”.

In questo modo, esamino me stesso secondo il principio di “una persona si vedrà sempre come mezza giusta e mezza malvagia”. Il superiore mi dà la Luce e io lo sento come Luce o come buio.

Per esempio, oggi durante la lezione c’erano molte persone sedute lì senza un buon umore. E sono stato molto felice di questo. Perché è così che si scopre una malattia. È molto buono. Ora, ciò che resta è portare la cura. Ma non la pensano così. Si sentono male.

Ciò significa che, la domanda è: Dipende da come una persona decodifica ciò che riceve. Non vi è alcun male nel mondo, ma tutto dipende da come si interpreta ciò che accade. Per me, la Luce, la forza della vita, può essere cibo o rifiuti. L’albero, naturalmente, riceve concime dagli animali, come una cosa buona, e noi dobbiamo scegliere, perché fin dall’inizio il “fertilizzante” che arriva dal superiore non sembra buono per noi. Questa cosa non mi sembra buona nella misura in cui sembra come un “escremento” e non come un tesoro…
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 25.01.2013, Scritti di Rabash)

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