Un caleidoscopio di forme spirituali

Quando ci muoviamo verso la correzione di noi stessi, tutte le nostre intenzioni devono essere orientate in direzione dell’unione, e nessuna deve avere natura personale. I nostri punti nel cuore sono la sola cosa personale che abbiamo. Può questo punto nel cuore preoccuparsi di qualcosa tranne che il raggiungimento dell’unione con il resto del nostro corpo collettivo, dal quale alla fine riceverà la spiritualità?

Questa è la ragione per cui i nostri sforzi di unirci al nostro corpo collettivo ci rivelano le sue varie forme e caratteristiche di cui leggiamo nella Torà: il faraone, un angelo, Mosè, Abramo, Isacco, Giacobbe, e molti altri. Chi sono? Essi sono l’immagine che tutta l’umanità, il gruppo, ed il mondo acquisiscono in base al livello del loro conseguimento.

Il quadro descritto nella Torà è la forma dell’anima generale che cambia e rivela se stessa in continuazione in una nuova forma. Tuttavia, questa rivelazione si manifesta solamente a condizione che noi aspiriamo senza sosta all’unione. Il Libro dello Zohar parla di questo. Ogni parola ed ogni frase del Libro dello Zohar rappresentano una profonda e graduale rivelazione che prosegue finché non si svela del tutto agli “occhi di tutto Israele”. Non è un caso che queste parole siano la frase finale della Torà.

Quando siamo connessi, riveliamo solamente le forme spirituali.
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(Dalla 2.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 01.01.2013, Lo Zohar)

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