La distanza come chiamata per affrettarsi verso Lui

Baal HaSulam, “Introduzione allo studio delle dieci Sefirot,” Articolo 101: Quindi, fino a quando uno non ha raggiunto la Provvidenza della rivelazione del volto, l’abbondanza della Torà e delle Mitzvot, che egli ha adempiuto, rende il suo occultamento del volto molto più pesante. Questo è il significato di: “il Creatore si nasconde nella Torà.”

In effetti, tutta la pesantezza che egli sente attraverso la Torà sono solo proclamazioni con cui la stessa Santa Torà lo chiama, risvegliandolo ad affrettarsi e a dare la misura del lavoro richiesto, dotandolo prontamente della rivelazione del volto, come Dio lo desidera.

Quanto più una persona si avvicina, più si sente lontana. Ma capisce anche che questa distanza è dato a lui di proposito in modo che si affretti a completare la somma necessaria del suo sforzo. Ma una persona che non possiede la giusta connessione, che non avanza correttamente, sente semplicemente l’aumento dell’ “indurimento del cuore”, che alla fine lo porta fuori strada.

Dobbiamo capire questa differenza chiaramente. Entrambi sentono l’ “indurimento del cuore,” sia colui che avanza correttamente che colui che non avanza correttamente. Ma loro lo interpretano in modo diverso e sentono il loro stato in modo diverso. Quello che sta avanzando correttamente è connesso al maestro, al gruppo, al Creatore, allo studio, e non perde un’occasione, egli è costantemente alla ricerca di modi per stringere la connessione, la garanzia reciproca. Capisce che solo l’adesione all’ambiente sarà in grado di scoprire il Creatore al suo interno.

Così sente il supporto. Quanto più scopre il male nel suo atteggiamento verso gli altri, tanto più questo lo spinge a connettersi con loro e lo obbliga a chiedere a se stesso e agli altri di stringere questa connessione. Invidia il successo degli altri che avanzano ed è frustrato quando si paragona a loro, ma questo lo spinge alla connessione e alla correzione.

Invece, una persona che non avanza correttamente, il che significa che non cerca la dazione e la connessione con l’ambiente, al fine di scoprire lo scopo della creazione in essa, ma aspira piuttosto al successo personale, non può ricevere il sostegno dell’ambiente dal momento che non ha stabilito questo supporto. Poi sente che questo percorso non fa per lui. E gli sembra che gli altri non capiscono nulla, che sono assurdi, ed è impossibile raggiungere questo obiettivo. Alla fine egli lascia il gruppo.

Quindi dovremmo prestare molta attenzione a se o non stiamo costruendo la giusta connessione con l’ambiente che deve sostenerci costantemente. Quando una persona cade, l’ambiente lo aiuta a rialzarsi, e quando è pieno di forza, allora deve investirla nell’ambiente, costruire una “riserva”, grazie alla quale in seguito riceverà l’aiuto.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 23.12.2012, Introduzione allo Studio delle dieci Sefirot)

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