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Lezione quotidiana di Kabbalah – 14.12.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti Sociali di Rabash, Pagina 123, “Venite al Faraone”
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Il Libro dello Zohar, Parashat “Naso”, Punto 1, Lezione 1
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TES, Volume 1, Parte 1, KFS, Histaklut Pnimit, Capitolo 1, Lezione 2
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KFS, Rav Yehuda Ashlag, “La Pace”, Pagina 263, Primo Metodo: Natura, Lezione 2
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Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Lettera 19
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Baal HaSulam, Volume 3, TES, “Causa ed effetto” Parte 8, Lezione 50
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Scritti di Rabash, “L’Amore degli Amici”
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Workshop con Rav, Solo Domande
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Workshop con Rav, Solo Domande
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Workshop di Unità
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Quando le parole finiscono

Domanda: Tu hai detto che nel corso della serata di unione tenutasi a Gerusalemme ti sono mancate le parole e la forza di parlare perché dal gruppo non sentivi provenire un desiderio. Che cosa ci viene richiesto, qui ed ora? In che modo dobbiamo formare un tale desiderio e fornirlo a te in modo che tu possa avere le parole necessarie da condividere con noi?

Risposta: Questa è stata davvero una rivelazione molto interessante e toccante per me. Non ho mai, di solito, difficoltà a parlare perché io vivo in quello che dico. E, in generale, così come uno parla della sua famiglia o del suo interessante lavoro, parlo di ciò che è più importante per me senza fine e in combinazione con qualsiasi altra cosa. Ma improvvisamente ho scoperto che non ero in grado di parlare. Ed è successo anche prima della manifestazione, poco prima non riuscivo semplicemente a capire cosa mi stesse succedendo.

A Gerusalemme, c’è stato un incontro serio con un pubblico vasto. Circa un terzo di esso, 1000 persone su 3000, erano persone venute solo perché erano state invitate. Non si trattava di nostri studenti, di nostri amici. E nella mia presentazione volevo davvero parlare bene. Perché con i miei studenti, con coloro che desiderano conoscere e sono coinvolti, con loro sono in contatto.

Essi camminano al mio fianco: nelle salite, nelle discese, sperimentiamo il percorso tutti insieme. Ma in questo caso, con i tanti nuovi partecipanti, volevo mostrare loro quello che stiamo facendo, quello che offriamo … e non avevo alcuna forza di parlare, continuavo a guardare l’orologio: un minuto, due minuti passati. Volevo riuscire a parlare almeno per una mezz’ora, non sapevo cosa fare con me stesso. E poi mi è diventato tutto chiaro: non mi ero preparato abbastanza bene per parlare con queste persone. Doveva avvenire su un livello completamente diverso, a livello di unione con il gruppo.

Normalmente, parlo a nome mio. Voglio dire, gli studenti mi danno il loro appoggio e io li sento, sento la nostra unione comune, collettiva, ma io continuo a parlare per me stesso. Qui non era il caso. Qui, avevo bisogno della disponibilità del gruppo in modo che in quei minuti, quando ero sul palco, avrei dovuto sentire gli amici come se fossero stati accanto a me, completamente. Questo è il desiderio, il bisogno che sentivo.

In altre parole, il sostegno deve essere non solo nella simpatia, ma nell’aiuto reciproco: “L’amico andò e lo stiamo sostenendo.” No, io sono lì con lui! Io sono con lui ora, allo stesso tempo! Non avevo mai sentito un tale bisogno di unione.

Io assorbo l’energia dei miei studenti, al fine di fornire loro quello che vogliono. Sento il loro desiderio, tutti i tipi di sfumature, le fluttuazioni nel loro stato d’animo, e in generale, i diversi stati spirituali. E anche se non è colpa degli amici visto che non li avevo preparati per questo, ma in quel momento tutto quello che volevo era che loro fossero consapevolmente “dentro di me”. Questo è ciò che mi mancava.

In verità, siamo saliti ad un livello totalmente nuovo, dove dobbiamo fare tutto insieme. Non ci sono più “io” e “tu”; lavoriamo insieme alla creazione di un potere dei nostri desideri unificati, le nostre aspirazioni verso la rivelazione del mondo, affinchè potremo sentire una vera forza in questa unione. Se dico una cosa, voi siete con me, e se voi la sentite, io sono con voi.

Questo è il tipo di inclusione reciproca di cui abbiamo bisogno, ed è ciò che abbiamo appreso due giorni fa a Gerusalemme: la nostra connessione sta diventando reciproca. E sono molto soddisfatto! Ciò significa che un sacco di miei studenti si stanno avvicinando sempre di più al mio livello e ora, in questo grado, siamo in grado di comunicare l’uno con l’altro.

Spero che in seguito continueremo ad interagire in questo modo l’uno con l’altro, rappresentando un tutto integrale. Non esiste nessun insegnante, docente, e non esistono studenti che ascoltano, esiste piuttosto una cosa comune, tutto il desiderio che vuole rivelare il senso della vita! Penso che ce la possiamo fare.
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(Dal Congresso di Novosibirsk del 07.12.2012, Lezione 1)

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