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Congresso di Unità – 20.09.2012

Congresso di Unità,  Lezione 1
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Congresso di Unità,  Workshop 1
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Congresso di Unità, Yeshivat Haverim 1
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Congresso di Unità, Yeshivat Haverim 3
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Nel campo di forza della misericordia

Domanda: Con quale materia possiamo costruire il vaso spirituale tra di noi?

Risposta: Il nostro vaso è la connessione tra di noi. Noi non siamo i vasi, ma le particelle negative attraverso le quali ci dobbiamo sforzare ad agire. Io devo spingere me stesso da me stesso, il mio “io” verso l’amico. La mia anima si trova nel contatto che si forma tra di noi.

L’amico fa la stessa cosa con me e la rivelazione spirituale avviene tra di noi. Tutto lo spazio tra noi è il nostro vaso spirituale. Noi siamo solamente le particelle negative le quali non hanno bisogno di altro; rappresentano il nostro ego, al di sopra del quale abbiamo costruito il nostro vaso della dazione.

In questo modo costruiamo il vaso al di fuori dell’ego; è fatto dalla nostra reciproca Luce che Ritorna, la mia e quella del mio amico. Un fenomeno spirituale avviene dentro questo vaso, in questo campo di sforzi reciproci, la Luce Diretta viene rivelata nella Luce che Ritorna.

Io sono solamente il corpo del Partzuf spirituale e, al di sopra di me, costruisco una “testa” nella quale tutta la Luce che Ritorna e la Luce Diretta viene rivelata. Naturalmente abbiamo bisogno di un “corpo” al di sopra del quale costruiamo la “testa”. Ma la cosa principale è la “testa” che simboleggia di già il livello umano; a questo proposito abbiamo un valore aggiunto.

Dunque, la nostra missione è di creare questo campo reciproco e di riempire lo spazio tra di noi con la Luce che Ritorna, con la dazione. Poi, in base al livello della dazione, il livello della Luce che Ritorna, Hassadim, con la quale il mondo viene colmato, il Creatore è gradualmente rivelato. Questi sono gli stessi vasi che adesso mi sembrano volutamente estranei, in modo che io mi devo sforzare di donare su di loro.

Immaginate cosa vi sembrerebbe il mondo se vedeste tutti gli uomini come se fossero i vostri figli, potreste agire senza tenerne conto? No, non potreste. Non potreste trattare i vostri figli come degli estranei, e soprattutto non li potreste odiare. Ma se provate a trattare gli amici come i vostri figli, i vostri sforzi vi faranno giungere la sensazione della spiritualità. Questa è la ragione per cui ci è stato dato il comandamento. “Ama il prossimo tuo come te stesso“.
[86956]

(Dalla 3.a parte della lezione quotidiana di Kabbalah 8.08.2012, Lo Studio delle Dieci Sefirot)

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La rivelazione avviene sempre all’improvviso

Domanda: La luce influisce su una persona di più quando essa capisce che cosa sta leggendo oppure quando è totalmente confusa e applica gli sforzi per mantenere l’intenzione?

Risposta: È impossibile saperlo. La luce influenza tutto il tempo, ma la persona non può sentire questo effetto immediatamente, ma solo col passare del tempo. Forse dopo due settimane, o anche in un momento inappropriato, improvvisamente la rivelazione succede. Tu non sai come accadrà perché ci sono tante condizioni interne ed esterne che di conseguenza ti portano a una tale scoperta.
[88299]

(Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 11.09.2012, Lo zohar)

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“Perché Socialismo?”

Albert Einstein (Monthly Review, Maggio 1949)

“E’ consigliabile a chi non è un esperto di argomenti sociali e di economia esprimere le proprie opinioni riguardo il socialismo? Io credo che lo sia per un certo numero di ragioni.

Fateci considerare la questione da un punto di vista della conoscenza scientifica. Potrebbe apparire che non ci siano diverse metodologie essenziali tra l’astronomia e l’economia: gli scienziati in entrambi i campi cercano di scoprire leggi generalmente accettabili per un circoscritto gruppo di fenomeni al fine di creare l’interconnessione di quest’ultimi il più chiaramente possibile. Ma nella realtà queste differenze metodologiche non esistono. La scoperta di leggi generali nel campo dell’economia è resa difficile dal fatto che osservare fenomeni di natura economica è spesso affetto da molteplici fattori che sono diversi e da valutare separatamente. In più, l’esperienza che si è accumulata dall’inizio di quello che è chiamato il periodo di civilizzazione umana della storia è – come noto – largamente influenzata e limitata da cause che non sono affatto di natura esclusivamente economica. Per esempio, la maggior parte dei maggiori stati della storia devono la loro esistenza alla conquista. I conquistatori si imponevano, legalmente ed economicamente, come la classe privilegiata del paese conquistato. Loro detenevano il monopolio della proprietà terriera e si facevano nominare un sacerdozio tra i loro ranghi. I preti, in controllo dell’educazione, mantenevano la divisione delle classi sociali un’istituzione permanente, e creavano un sistema di valori affinché le persone, da allora in poi, per la maggior parte inconsciamente, fossero guidate nei loro comportamenti sociali.

Ma la tradizione storica, per così dire, di ieri; in nessuna parte del mondo abbiamo veramente superato quella che Thorstein Vebeln chiama “la fase predatoria” dello sviluppo umano. I fatti economici osservabili dipendono da questa fase e persino certe leggi che possiamo far derivare da quel momento non sono applicabili in altre fasi. Poiché lo scopo reale del socialismo è stato precisamente superare e anticipare la fase predatoria dello sviluppo umano, la scienza economica al suo stato presente può portare un pò di luce nella società socialista del futuro.

Secondo, il socialismo è diretto verso una fine etico-sociale. La scienza, comunque, non può portare conclusioni e, ancor meno, instillarli negli esseri umani; la scienza, al massimo, può provvedere ai significati attraverso i quali possiamo raggiungere certi traguardi. Ma le conclusioni in se stesse sono concepite da personalità con elevati ideali etici e – se questi compimenti non sono nati morti, ma vitali e vigorosi – sono adottati e condotti da quegli esseri umani che, per metà inconsciamente, determinano la lenta evoluzione della società.

Per queste ragioni, noi dovremmo essere in guardia non sovrastimando la scienza e il metodo scientifico quando c’é una questione di problemi umani; e noi non dovremmo assumere che gli esperti siano gli unici che abbiano un diritto di esprimere se stessi riguardo l’organizzazione della società.

Innumerevoli voci hanno asserito che, all’incirca in quest’epoca, la società umana sarebbe potuta passare attraverso una crisi, dove la sua stabilità sarebbe stata gravemente infranta. E’ caratteristico di tale situazione che gli individui sentano indifferenza o addirittura ostilità attraverso il gruppo, piccola o grande, al quale loro appartengono. Al fine di illustrare il significato, lasciatemi rimembrare un’esperienza personale. Io ho recentemente discusso con un uomo intelligente e ben disposto all’argomento riguardo un’altra guerra, che nella mia opinione metterebbe in serio pericolo l’esistenza dell’umanità, ed io ho rimarcato che solo un’organizzazione sovrannazionale potrebbe offrire protezione dal pericolo. Perciò il mio visitatore, in maniera molto calma e fredda, mi ha detto: ”Perché sei così profondamente opposto dalla scomparsa della razza umana?”

Sono sicuro che solamente un secolo fa nessuno vorrebbe aver fatto un’osservazione di questo tipo. E’ un commento di una persona che si è sforzata invano di raggiungere un equilibrio in se stessa e ha più o meno perso le speranze di successo. E’ l’espressione di una dolorosa solitudine e d’ isolamento della quale molte persone soffrono in questi giorni. Qual è la causa? C’è una via d’uscita?

E’ facile portare queste domande, ma è difficile rispondere con un certo grado di sicurezza. Io devo provarci, comunque, nella migliore maniera possibile, benché io sia veramente cosciente del fatto che i nostri sentimenti e gli sforzi sono spesso contraddittori e oscuri e che non possono essere espressi in una formula facile e semplice.

L’uomo è, allo stesso tempo, un essere solitario e sociale. Come essere solitario, lui cerca di proteggere la propria esistenza e quella di coloro che gli stanno vicino, per soddisfare i propri desideri personali, e per sviluppare le proprie abilità innate. Come essere sociale, lui cerca di raggiungere il riconoscimento e l’affetto dei suoi simili, condividere i piaceri degli altri, confortarli nei loro problemi, e a migliorare la loro condizione di vita. Solo l’esistenza di questi vari, spesso conflittuali, impegnati accadimenti per il carattere speciale di un uomo, e le loro specifiche combinazioni determina l’estensione alla quale un uomo può raggiungere un equilibrio interno e contribuire al benessere della società. E’ abbastanza possibile che la forza relativa di queste due vie sia, principalmente, determinata dall’eredità.

Ma la personalità che emerge alla fine è in gran parte formata dall’ambiente in cui un uomo cerca di trovare se stesso durante il suo sviluppo, dalla struttura della società in cui è cresciuto, dalla tradizione di quella società, dalla sua valutazione preliminare di particolari tipologie di credenze. Il concetto astratto di “società” significa per l’essere umano individuale il sunto totale delle sue relazioni dirette e indirette verso i suoi contemporanei e le persone delle generazioni passate. L’individuale è capace di pensare, sentire, sforzarsi, e lavorare per se stesso; ma lui dipende molto dalla società – nella sua esistenza fisica, intellettuale ed emozionale – che è impossibile che pensi a lui, o a capirlo, al di fuori del contesto della società. E’ la “società” che provvede per l’uomo il cibo, vestiario, una casa, gli attrezzi da lavoro, il linguaggio, le forme di pensiero, e la maggior parte dei contenuti del pensiero; la sua vita è resa possibile attraverso il lavoro e i compiti di milioni di persone passate e presenti che sono celate dalla parola “società”.

E’ evidente, di conseguenza, che la dipendenza dell’individuo dalla società è un fatto naturale il quale non può essere abolito – come nel caso delle formiche e delle api. Comunque, l’intero processo vitale delle formiche e delle api è determinato nel più piccolo dettaglio da istinti rigidi ed ereditari, lo schema sociale e le interrelazioni tra gli esseri umani sono molto variabili e suscettibili al cambiamento. La memoria, la capacità di creare nuove combinazioni, il dono della comunicazione orale hanno reso possibile sviluppi dell’essere umano che non sono dettate da necessità biologiche. Questi sviluppi si manifestano nelle tradizioni, nelle istituzioni e nelle organizzazioni; nella letteratura; nei successi scientifici e ingegneristici; nei lavori artistici. Questo spiega come accada che, in un certo senso, l’uomo può influenzare la propria vita mediante la propria condotta, e in questo processo conscio il pensare e il volere giocano la propria parte.

“L’uomo acquisisce alla nascita, attraverso l’eredità, una costituzione biologica che dobbiamo considerare determinata ed inalterabile, includendo gli stimoli che sono caratteristici della specie umana. In più, durante la sua vita, lui acquisisce una costituzione culturale che adotta dalla società mediante la comunicazione e differenti altre tipologie d’influenze. E’ la costituzione culturale che, col passare del tempo, è soggetta al cambiamento e che determina principalmente la relazione tra l’individuo e la società. Gli antropologi moderni ci hanno insegnato, attraverso un’investigazione comparativa tra quelle che vengono chiamate culture primitive, che il comportamento sociale dell’essere umano potrebbe differire maggiormente, dipendendo dagli schemi culturali predominanti e dalle tipologie di organizzazione che prevalgono nella società. E’ su questo che coloro che si stanno sforzando per migliorare le sorti dell’uomo potrebbero far crescere le proprie speranze: gli esseri umani non sono condannati, dalla loro costituzione biologica, a distruggersi a vicenda o ad essere in balia di un crudele, auto-inflitto destino.

Se noi chiedessimo a noi stessi come la struttura della società e l’attitudine culturale dell’uomo dovesse essere cambiata al fine di portare la vita umana alla soddisfazione maggiore possibile, noi dovremmo costantemente essere consci del fatto che ci sono certe condizioni che non siamo in grado di modificare. Come già menzionato, la natura biologica dell’uomo è, per ogni scopo pratico, non soggetta a cambiamento. In aggiunta, lo sviluppo demografico e tecnologico degli ultimi secoli ha creato condizioni che ci permettono di rimanere in una relativamente densa e ben insediata popolazione, con tutti i beni che sono indispensabili per la loro esistenza, un’estrema divisione di lavoro e di un apparato produttivo marcatamente centralizzato sono assolutamente necessari. Il tempo – che, guardandoci indietro, sembra idilliaco – è passato da quando gli individui o i relativamente piccoli gruppi avrebbero potuto essere auto-sufficienti. E’ solo un’accennata esagerazione dire che l’umanità costituisce ancora oggi una comunità planetaria di produzione e consumo.

Io ora ho raggiunto il punto dove potrei indicare brevemente cosa per me costituisce l’essenza della crisi nel nostro tempo. Concerne la relazione dell’individuo alla società. L’individuo è diventato più conscio che mai della sua dipendenza dalla società. Ma lui non vive questa dipendenza come una risorsa positiva, un legame organico, una forza protettiva, ma principalmente come una minaccia ai propri diritti naturali, o anche alla propria sussistenza economica. Inoltre, la sua posizione nella società è tale che le pulsioni egoistiche della sua composizione siano costantemente accentuate, mentre le pulsioni sociali, che sono per natura più deboli, progressivamente si deteriorano. Tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro posizione nella società, stanno soffrendo da questo processo di deterioramento. Prigionieri inconsapevoli del loro stesso egoismo, si sentono insicuri, soli, privati dell’ingenuo, semplice e non sofisticato piacere di vivere. L’uomo può trovare significato nella vita, breve e pericoloso com’è, solo attraverso il dedicare se stesso alla società.

L’anarchia economica della società capitalista come oggi esiste, è, in mia opinione, la reale origine del male.Vediamo prima di noi una grande comunità di produttori i quali membri incessantemente si sforzano di privare l’un l’altro dei frutti del lavoro collettivo – non con la forza, ma nel complesso in accordo con regole legalmente stabilite. A questo proposito, è importante comprendere che i mezzi di produzione – vale a dire, l’intera capacità produttiva che è necessaria per produrre beni di consumo al pari di beni strumentali aggiuntivi – potrebbe essere legalmente, e per la maggior parte lo sono, la proprietà privata degli individui.

Per rendere chiare le cose, nella discussione che segue dovrei chiamare “lavoratori” tutti coloro che non condividono la proprietà dei mezzi di produzione – benché questo non corrisponda abbastanza al loro uso consuetudinario. Il proprietario dei mezzi di produzione è in una posizione di acquisire la forza lavoro dell’operaio. Usando i mezzi di produzione, il lavoratore produce nuovi beni che diventano di proprietà del capitalista. Il punto essenziale riguardo questo processo è la relazione tra cosa il lavoratore produce e quanto è pagato, entrambi misurati in termini di valore reale. Fin quando il contratto di lavoro è “libero”, cosa riceva il lavoratore è determinato non dal valore reale dei beni che produce, ma dai suoi bisogni minimi e dalle richieste del capitalista per la forza lavoro in relazione al numero dei lavoratori che competono all’impiego. E’ importante capire che nemmeno nella teoria il pagamento del lavoratore è determinato dal valore del suo prodotto.

Il capitale privato tende a diventare accentrato in poche mani parzialmente dovuto alla competizione tra i capitalisti e in parte allo sviluppo tecnologico, e la crescente divisone del lavoro incoraggia la formazione di unità maggiori di produzione alle spese di quelle minori. Il risultato di questi sviluppi è un’oligarchia di capitale privato d’enorme potere che non può effettivamente essere controllato nemmeno da una società con una politica democraticamente organizzata. Questo è vero dal momento in cui i membri dei corpi legislativi sono selezionati dai partiti politici, largamente finanziati o altrimenti influenzati dai capitalisti che, per ogni scopo pratico, separano l’elettorato della legislatura. La conseguenza è che i rappresentanti delle persone non proteggono a sufficienza gli interessi delle classi poco privilegiate della popolazione. In aggiunta, sotto le condizioni esistenti, i capitalisti inevitabilmente controllano, direttamente o indirettamente, le fonti d’informazione più importanti (la stampa, la radio e l’educazione). E’ così estremamente difficile, e infatti nella maggior parte dei casi abbastanza impossibile, per il cittadino individuale arrivare a conclusioni oggettive e fare un uso intelligente dei suoi diritti politici.

La situazione prevalente in un’economia basata sulla proprietà privata del capitale è così caratterizzata da due principi prevalenti: primo, i mezzi di produzione (capitale) sono proprietà privata e i proprietari ne dispongono come meglio credono; secondo, il contratto di lavoro è libero. Ovviamente, non c’è nulla che sia una pura società capitalista in questo senso. In particolare, dovrebbe notarsi che i lavoratori, attraverso lunghe e amare lotte politiche, hanno avuto successo nell’assicurarsi un qualcosa di forma evoluta del “contratto di lavoro libero” per certe categorie di lavoratori. Ma preso nell’insieme, l’attuale economia non differisce molto dal capitalismo “puro”.

La produzione è tenuta in piedi per il profitto, non per l’uso. Non c’è alcuna disposizione che tutti coloro che saranno capaci e vorranno trovarsi un lavoro saranno sempre in grado di trovarlo; un’”arma del disoccupato” c’è sempre. Il lavoratore ha sempre paura di perdere il lavoro. Dal momento in cui disoccupati e lavoratori sottopagati non provvedono in maniera proficua al mercato, la produzione di beni di consumo si restringe, e un gran disagio ne è la conseguenza. Il progresso tecnologico spesso risulta in una maggiore disoccupazione più che in un alleggerimento del carico di lavoro per tutti. Il motivo del profitto, insieme alla competizione tra capitalisti, è responsabile di un’instabilità nell’accumulo e nell’utilizzo di capitale che porta all’aumento di una crescente severa depressione. La competizione illimitata conduce a un grande spreco di lavoro, e alla paralisi della consapevolezza sociale degli individui che ho menzionato precedentemente.

Questa paralisi d’individui la considero il peggior male del capitalismo. Il nostro intero sistema educativo soffre di questo male. Un’esagerata attitudine alla competizione è inculcata agli studenti che sono allenati ad inseguire un avido successo come preparazione per la futura carriera.

Io sono convinto che ci sia solo una via per eliminare questi gravi mali, esplicitamente attraverso lo stabilire di un’economia socialista, accompagnata da un sistema educativo orientato verso scopi sociali. In tale economia, i mezzi di produzione sono posseduti dalla società e sono usati con una consuetudine pianificata. Un’economia pianificata, che detta la produzione ai bisogni della comunità, distribuirebbe il lavoro da fare tra la forza-lavoro e garantirebbe un’occupazione ad ogni uomo, donna e bambino. L’educazione dell’individuo, in aggiunta alla promozione delle sue proprietà innate, tenterebbe di sviluppare in sé un senso di responsabilità per i suoi compagni invece di glorificare il potere e il successo nella sua società presente.

Non di meno, è necessario ricordare che un’economia pianificata non è ancora socialismo. Un’economia pianificata in quanto tale può essere accompagnata dalla completa schiavizzazione dell’individuo. Il raggiungimento del socialismo richiede la soluzione di alcuni problemi socio-politici estremamente difficili: come sia possibile, in visione del lontano raggiungimento della centralizzazione del potere economico e politico, prevenire che la burocrazia diventi onnipotente e arrogante? Come potrebbero essere difesi i diritti dell’individuo e con esso avere un contrappeso democratico al fine di garantire il potere alla burocrazia?

La chiarezza riguardo le ambizioni e i problemi del socialismo sono di grande significato nella nostra era di transizione. Dal momento in cui, sotto certe condizioni, la discussione libera e senza ostacoli di questi problemi è stata oggetto di un tabù potente, io considero la fondazione di questa rivista un importante servizio pubblico.”
[86629]

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“L’economia mondiale sta per entrare nella stagione degli uragani finanziari”

Opinione (da Insurance Journal): “La stagione dell’uragano del Atlantico del Nord va da metà agosto ad ottobre, con un forte picco dell’attività di tempesta intorno alla metà di settembre. Un modello meno familiare, ma molto più distruttivo nella confusione è la stagione dell’uragano finanziario, che coincide con quello meteorologico quasi giornaliero. […]

“La coincidenza tra gli uragani meteorologici e finanziari non può essere completamente casuale. L’ economia globale, come l’atmosfera del mondo, è un sistema complesso finemente bilanciato.

“In questi sistemi, le piccole perturbazioni possono accumularsi e innescare grandi effetti. E proprio come i punti di non ritorno meteorologici tendono a verificarsi quando la circolazione dell’aria d’autunno inizia a disturbare l’aria umida accumulata nella stagione estiva, qualcosa di simile sembra accadere ai mercati finanziari quando le contrattazioni che si sono calmate per le vacanze estive ritornano al normale. Il risultato può essere un improvvisa e violenta reazione agli eventi accumulati durante l’estate quando i mercati sembravano ignorarli. […]

“In Cina, l’attività economica ha fallito nell’accelerare come previsto, nonostante i ripetuti tentativi di stimolo monetario e fiscale. Questo potrebbe significare semplicemente che il governo e la Banca centrale non hanno ancora fatto abbastanza. È possibile, tuttavia, che l’economia cinese è diventata troppo complessa per essere gestita e perfezionata nel modo più efficiente possibile come nel passato. O forse i risultati deludenti dello stimolo cinese fino ad ora riflettono un fallimento più ampio della politica monetaria, che sta diventando evidente in tutto il mondo. Le recenti delusioni in Gran Bretagna supportano quest’ultima interpretazione.

“Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si rifiutano di riconoscere che stampare denaro potrebbe essere controproducente. In Germania, al contrario, si rifiutano di accettare il fatto che stampare denaro potrebbe funzionare. Questo ci porta infine alla più importante fonte di instabilità che ci minaccia, un uragano finanziario in questo autunno – l’imminente scontro tra la BCE, la Germania e il resto della zona euro. “

Il mio commento: La mancanza di comprensione della natura di questo processo è la causa del nostro stato, e il problema scomparirà solo quando saremo a conoscenza della sua causa e le nostre azioni saranno in conformità con il programma della natura (vedi l’articolo: La pace nel mondo di Baal HaSulam).

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Quando un profeta salirà sulle cime delle montagne?

Baal HaSulam, “Lo Shofar del Messia”: La rivelazione della Kabbalah a tutte le nazioni è la rivelazione di Eliyahu (Elijah). E di questo compito si parlò a proposito del profeta Eliyahu, poichè alla rivelazione dei segreti della Torà ci si riferisce sempre come a “La rivelazione di Eliyahu.” E’ come essi hanno detto, “Lasciamola in pace finché non venga Elijah,” e anche, “Tishbi risponderà alle domande e ai problemi.” Per questa ragione, essi dissero che tre giorni (un noto annuncio) prima della venuta del Messia, Elijah salirà sulla cima delle colline e soffierà in un grande corno, ecc.

Ciò significa che noi non dovremmo divulgare la saggezza della Kabbalah? Qualcuno verrà, suonerà qualche grande corno, e il mondo intero improvvisamente si sveglierà? Qualche potenza discenderà su tutti? E se noi stiamo facendo qualcosa che non dovremmo? E se ci stiamo corrompendo anziché correggendo?

In realtà, dobbiamo fare del nostro meglio per divulgare. Il suo successo in tutto il mondo si chiama “rivelazione di Eliyahu”. Se la saggezza della Kabbalah si diffonde per il mondo, persino in differenti livelli di comprensione, sarà un segno che avremo raggiunto i “tre giorni prima della venuta del Messia”.

In realtà questo è ciò a cui dovremmo aspirare, ma dipende dalla nostra unione, da quanto è forte la connessione tra noi. Dobbiamo veicolare il messaggio al mondo intero attraverso i fili che si estendono tra le anime e attraverso i mezzi esterni.

Non importa come le persone la ricevono, se in modo buono o no. La cosa principale è divulgare cosicché la gente sappia che il popolo di Israele possiede una speciale saggezza che è intesa per la correzione del mondo. Alla fine, sarà accettata.

Domanda: Allora, perchè esitiamo e non usciamo con forza con il messaggio chiaro riguardo all’unico rimedio di cui il mondo ha bisogno? La spiegazione graduale e parziale allunga solamente i tempi e può complicare la transizione alla conoscenza Kabbalistica. Perché dovremmo temporeggiare quando non c’è più tempo?

Risposta: Vero. Perché non ci dovremmo rivolgere direttamente ai Giudei? Amici, noi apparteniamo alla nazione di Israele, che significa che noi aneliamo dritti al Creatore, Yashar El.

Dobbiamo connettere le “nazioni del mondo” con il Creatore—coloro che non sanno nulla e che non desiderano sapere e non troveranno nulla in un luogo lontano. Perciò, lasciate voi stessi e prendetevi cura di loro!

Tuttavia chi veramente si prenderà cura di loro? E’ una buona domanda dal momento che c’è bisogno di pensare prima di agire. Desidero portare compiacimento al Creatore conducendo le nazioni del mondo più vicine a Lui perché Lui vuole dare loro anzitutto il metodo della correzione.

Tuttavia abbiamo bisogno del potere per condurli più vicino a Lui. Noi siamo messaggeri; noi siamo un collegamento. Perciò, come possiamo adempiere la nostra missione? Per compiere ciò abbiamo bisogno di una forza spirituale, allora, prima di tutto, dobbiamo connetterci.

Dobbiamo essere grati ogni volta che il Creatore ci permette di farlo, di connetterci per compiere la nostra missione e portare le nazioni del mondo più vicine a Lui. E’ attraverso ciò che Gli rechiamo soddisfazione.

Questo è un ossimoro: Lui ci ama per il nostro ruolo, e ama le nazioni per la loro vicinanza. Loro sono i veri vasi per ricevere l’abbondanza. Noi siamo più vicini al Creatore solo durante il tempo dell’adempimento della nostra missione, mentre, alla fine della correzione, quando ogni cosa diviene un tutt’uno, i vasi più grandi e crudeli delle nazioni del mondo riveleranno l’immensa Luce e conseguiremo l’adesione più potente.
[87991]

(Dalla parte 4 della Lezione quotidiana 9.09.12, “Lo Shofar del Messia”)

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Gli scienziati consigliano di mentire meno

Nelle notizie (da Notre Dame News): «Abbiamo scoperto che i soggetti che hanno potuto di proposito ridurre drasticamente le loro bugie di tutti i giorni, questo processo a sua volta è stato associato ad un significativo miglioramento della salute,’ dice l’autore principale Anita Kelly, professore di psicologia a Notre Dame la cui ricerca comprende lo studio dei segreti e della scoperta di se stessi. […]

“Circa la metà dei partecipanti sono stati istruiti a smettere di dire bugie sia grandi che minori per tutta la durata dello studio di 10 settimane. L’altra metà è servito come gruppo di controllo che non ha ricevuto istruzioni speciali sulle menzogne. Entrambi i gruppi sono venuti al laboratorio settimanalmente per le relative misurazioni e controlli sulla salute e per fare il test del poligrafo per valutare il maggior numero di bugie che avevano detto durante quella settimana. Secondo Kelly, gli americani si ritrovano a dire mediamente circa 11 bugie alla settimana.

“Nel corso delle 10 settimane, lo studio ha trovato che il rapporto tra meno bugie e salute migliore era significativamente più alto per i partecipanti al gruppo dei non bugiardi. Ad esempio i ricercatori hanno trovato che quando i partecipanti al gruppo dei non bugiardi avevano detto tre bugie bianche in meno, loro hanno continuato a farlo anche nelle settimane successive, e hanno sperimentato in media circa quattro lamenti di salute in meno, come la sensazione di tensione mentale o di malinconia, e circa tre disturbi fisici in meno, come il mal di gola e il mal di testa.[…]

“Lo studio ha anche rivelato risultati positivi nei rapporti personali dei partecipanti, tra tutti quelli del gruppo dei non bugiardi sono state segnalate relazioni e interazioni sociali migliori, andandosi in contro più agevolmente in generale, quando hanno smesso di dire bugie.

“‘Le analisi statistiche hanno dimostrato che questo miglioramento significativo nelle relazioni era la causa del miglioramento in salute, che è stato associato con meno bugie,’ ha detto Wang, che è uno statistico.

“I partecipanti si sono resi conto che potrebbero dire semplicemente la verità rispetto alle loro realizzazioni quotidiane piuttosto che esagerare, mentre gli altri dicevano che hanno smesso di trovare false scuse per essere in ritardo o per non essere riusciti a completare le attività, ha detto Kelly. Alcuni dicevano che hanno imparato a evitare le menzogne rispondendo a una domanda preoccupante con un’altra domanda per distrarre la persona.”

Il mio commento: Si scopre che appagare l’egoismo nella sua dimensione è molto più difficile e costoso che andare direttamente contro di esso!
[88086]

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Sintonizzati sull’onda dell’infinito

Domanda: Visto che la Kabbalah parla del mondo spirituale, questo significa che non riconosce la realtà del nostro corpo materiale?

Risposta: Questi sentimenti che provi adesso sono veri. Se non ci credi prova a darti un pizzicotto, e vedrai che sentirai immediatamente che stai vivendo in un corpo. Comunque, attraverso delle azioni specifiche che ti aiutano a correggere le tue percezioni, puoi sentire la tua esistenza in uno stato completamente differente.

La tua immagine del mondo è molto relativa e dipende dalle tue sensazioni. Addirittura percepisci l’esistenza del tuo corpo attraverso le sensazioni, attraverso il senso del tatto. Questo comprende gli organi interni e tutto quello che tocchi.

Nel complesso possiamo immaginare di essere all’interno di un certo meccanismo sensoriale accordato secondo una certa tonalità, ed allora proviamo ad ampliare questa estensione. Estendiamo la profondità ed i limiti dei nostri sensi per quanto è possibile.

Se fai questo, il tuo mondo cambierà e percepirai te stesso in un modo diverso. Ogni cosa dipende dalle sensazioni e la Kabbalah ci insegna a spostare i sensi verso una modalità illimitata di percezione, che viene chiamato il mondo dell’infinito.

Oggi sei limitato dalla percezione di una realtà limitata. Tu percepisci questo mondo, te stesso al suo interno,e gli altri sette miliardi di persone, gli animali le piante e così via. Questi sono i tuoi limiti.

Inoltre sei, limitato dal fatto che non riesci a vedere le cause, le conseguenze e le forze attive, proprio come un bambino che vede i pezzi di un puzzle e che non riesce a vedere la logica e le interconnessioni tra i pezzi. Gli svaligiatori di banca spruzzano un gas speciale nell’aria per poter vedere i raggi laser dell’allarme.

Anche noi possiamo desiderare di vedere i legami che tirano il mondo spirituale.

Una volta che comprendi queste interconnessioni, sarai capace di fissare la tua vita, almeno all’inizio in questo mondo, ma non è ancora tutto. Il tuo corpo è “disegnato” dai sensi. Cambiali, accordali alla nuova onda, e possibilmente anche il corpo cambierà, prenderà una nuova forma eterna.

Tutto dipende su cosa sono accordati i tuoi sensi. Puoi innalzarli al livello dei loro equivalenti spirituali, che sono chiamati Keter, Hochma, Bina, Zeir Anpin, e Malchut . Allora, invece di lavorare per ricevere, per assorbire, lavoreranno per dare, e diventeranno eterni.

Quindi la percezione della realtà è una cosa importante. C’è un motivo se vogliamo che per prima cosa i bambini diventino familiari con il mondo in cui vivono. Prima di fare l’esperienza della vita lasciamo che prima trovino quel che è pericoloso e quanto invece è di benefico, verso cosa dovrebbero tendere e da cosa stare alla larga. Li poniamo noi nella giusta posizione prima che lo faccia l’ambiente.

Questo mi permette di capire chiaramente come agire. E’ meglio per me rivelare questa vera realtà e posizionarmi correttamente in relazione alle forze che vi operano. Oggi, sono come un neonato che dimena le braccia e le gambe senza la capacità di vedere o sentire nulla, questo è il motivo per cui devo acquisire dei nuovi sensi.
[87227]

(Dalla quarta parte della Lezione quotidiana di Kabbalah 31.08.2012, “Corpo e Anima”)

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