Ego, non sono tuo

Domanda: Come possiamo controllare qual è la nostra intenzione mentre leggiamo Lo Zohar?

Risposta: Lo Zohar è la fonte di Luce che viene a noi se vogliamo usarla correttamente. Perciò, mentre studio libri Kabbalistici, io convoco l’illuminazione su di me, ma essa viene in base all’intensità dei miei sforzi e al mio essere pronto. Se io studio per guadagnare qualche cosa di corporale, o di guadagnare il mondo a venire come un privilegio personale, in questo caso la Luce, con la sua influenza, crea per me ancora più oscurità. Io mi allontano dalla comprensione del perché questo sistema mi sia stato dato, cosa devo fare di me stesso, e come dovrei trattare gli altri. Anche quando leggo parole meravigliose di amore e connessione, non sento più il senso di appartenenza, non vedo la connessione e non so come percepire il testo: Se farlo entrare o no nel mio cuore, questo significa che io studio come un pipistrello alimentato dalla notte e che non aspetta l’alba.

Ma se io cerco di connettermi e per questo motivo io imparo il metodo, mantenendo e osservando la condizione di accettarlo al Monte Sinai, anelando insieme a tutti gli altri di essere “un solo uomo in un solo cuore”, entrare nella garanzia mutua, raggiungere amore fraterno e attraverso esso l’amore del Creatore, allora la Luce inizia ad avanzare verso di me. Non è più il percorso ordinario che si supera a fasi, ma io inizio a scoprire gradualmente lo stato frammentato nel quale si trova.

Lo studio egoista nasconde il mio ego, ed io mi vedo come un giusto. Dall’altra parte, nello studio corretto, io scopro di essere immerso nel male. La prima cosa che la Luce rivela sono i miei attributi negativi, ed io devo lavorare di conseguenza. Scoprendo il male, io ho dei sentimenti ancora peggiori di prima. E allora, che posso fare? Dopo tutto, in base alla mia natura, io voglio scappare quando mi sento male.

Forse dovrei smettere di studiare e allontanarmi dal gruppo? Forse dovrei sentirmi disperato? O forse dovrei essere contento che mi sia stato consentito di rivelare il male? Dovrebbe essere una legge per me, un invito: Se io posso elevarmi sopra questa sensazione sgradevole, io anelerò la dazione sopra la ricezione.

Preferisco ricevere un colpo, poiché le sofferenze rivelate nel mio ego mi mostrano che non lavoro per quello. Malgrado io sperimenti delle sensazioni spiacevoli, io le supero e anelo l’unità. Io non scappo per addolcire l’amarezza; io non mi chiudo, non scendo, non smetto di studiare. Per il contrario, io accetto tutti i problemi che arrivano da ogni direzione nel cammino per unirmi agli amici, come inviati dal Creatore e che non c’è nessuno tranne Lui.

Io accetto ogni stato come vantaggioso per il mio avanzamento. Io non li annullo e continuo a studiare per poter neutralizzare la cattiva sensazione. Di fatto io lo voglio lì perchè mi si concentra esattamente come inalzarmi sopra di esso, di essere al di sopra della ragione. Io accetto contento tutti i problemi e le interruzioni, la pressione delle circostanze, lo scherno esteriore, le diverse sofferenze, poiché mi aiutano a mettere a fuoco correttamente sul traguardo, creando tali limiti, tali quadri, che lavorando in esse io senz’altro avanzo in avanti.

Perciò costruendo in me i vasi di dazione sopra i vasi di ricezione. Questi continuano a crescere e a soffrire, mentre io, essendo a un livello superiore da loro, voglio mantenere la connessione con il Creatore finché raggiungerò la fede completa, l’attributo di Binà, iniziando ad usare i miei vasi di ricezione per il bene della dazione.

Ma anche allora non intendo calmarmi, dato che mi sono elevato a tale grado dove non ci dovrebbe essere un pensiero di compiacimento. Per il contrario, io anelo ancora più in alto e sono quasi pronto per ricevere piacere, ma non per soddisfare me stesso, ma per soddisfare il desiderio del Creatore.

Questo è tutto il nostro lavoro. Io ho bisogno di una vera fonte lungo questo percorso, un desiderio egoista che mi fornisce la forza di dazione grazie al superamento dei problemi e delle sofferenze rivelate in esso, e per me è chiaro che tutto proviene dal Creatore.
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(Tratto dalla seconda parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 16.08.2012, Lo Zohar)

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