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Come parlare di un mondo sconosciuto

Domanda: Perché è molto più facile mantenere la giusta intenzione mentre si legge lo Studio delle Dieci Sefirot rispetto a quando si legge Lo Zohar?

Risposta: Il fatto è che abbiamo bisogno di un linguaggio per le spiegazioni. Dopo tutto, non vi sono parole nel mondo spirituale e i Kabbalisti devono parlare il linguaggio dei rami, che ci confonde.

Il linguaggio dei rami va bene per coloro che sono già nel mondo spirituale. Se sono sopra il Machsom, non ho alcun problema a comprendere, non importa il linguaggio della spiegazione. Questo avviene perché sento davvero questo mondo, lo comprendo, e lo percepisco dal livello dei 125 gradini in cui sono asceso. Capirò ciò che sta avvenendo dalla spiegazione, allo stesso modo in cui capisco una favola di questo mondo che mi è familiare.

Se però sono sotto il Machsom, non sono in grado di capire il linguaggio allegorico dei rami. Mi è più facile comprendere il linguaggio del TES, che è costituito da termini tecnici e utilizza definizioni spirituali, nomi della Luce, Sefirot, Partzufim, e le altezze dei livelli. In qualche modo riesco a capirlo; almeno mi è chiaro che il 120° grado è inferiore al 125°, e che Nefesh è più piccola di Ruach. Anche se non capisco cosa sia, posso compararli e valutarli in qualche maniera. E ciò è molto importante. Anche se non sento questi concetti nel mio cuore, almeno posso separarli in livelli nella mia mente: Reshimot Dalet/Ghimel, Ghimel/Bet, Partzufim AB, SAG, MA, BON.

Qui ognuno può essere saggio se ha studiato il materiale. Seppure non ha raggiunto praticamente niente, quanto meno ha imparato la terminologia ed è in grado di spiegarsi. Ecco perché è davvero fondamentale per noi e non saremmo in grado di esprimere nulla senza di essa. In fondo, i Kabbalisti devono stabilire una certa connessione con noi in modo da utilizzarla per portarci la Luce che Riforma.

Necessitano di un certo filo che li colleghi a noi per riuscire a versare di continuo la medicina attraverso ciò dentro di noi. Altrimenti non saremmo in grado di connetterci con loro poiché essi sono in un altro mondo che è separato da noi. Non vediamo i canali dai quali l’informazione fluisce fino a noi.

I Kabbalisti creano questo canale raccontandoci di Partzufim AB, SAG, MA, e BON. E noi li studiamo nella teoria e stabiliamo una connessione esterna con loro, essenzialmente senza alcuna comprensione, ma soltanto ripetendo obbedientemente le parole dopo di loro, in questo modo esprimiamo il nostro desiderio di ricevere la medicina da loro, la Luce della correzione, ed è per questo che la riceviamo. Ma questa connessione è necessaria.

Se i Kabbalisti, anziché parlare nel linguaggio del TES (Talmud Eser SefirotLo Studio delle Dieci Sefirot), parlassero il linguaggio del Tanakh, tu all’improvviso ti immagineresti che stanno parlando di questo mondo e che stai capendo ogni cosa. Il problema è tutto qui, le persone non capiscono che la leggenda appartiene al mondo spirituale, le azioni della dazione (chiamate la Santa Binà, le qualità della dazione), ed attribuiscono ciò al nostro mondo, e questo genera tutte le religioni e tutte le credenze.

Ad ogni modo, non appena le nozioni di gruppo, connessione, e divulgazione diventano più vicine, sentirai che il materiale nel TES sta divenendo più chiaro. Non sarai mai in grado di capirlo puramente nella teoria con la tua mente. Si possono memorizzare tutti i mondi, ma non si avanzerà oltre a questo. Se una persona desidera avanzare attraverso la realizzazione sensoriale dentro il suo desiderio, allora non capirà il TES fino a quando non lo collegherà a qualche correzione personale di sé stessa, già ottenuta. Già prima del Machsom, inizierà a percepire il significato interiore delle nozioni, e sarà più facile per essa studiare.

Quando una persona avanza correttamente, il raggiungimento si sposta dal sentimento alla mente. Questo è il motivo per cui non serve avere una grande mente per imparare. La conoscenza teorica non è legata all’avanzamento spirituale in alcun modo.
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(Dalla terza parte della lezione quotidiana di Kabbalah 16.05.2012, “Lo Studio delle Dieci Sefirot”)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 16.08.2012

Preparazione alla Lezione
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KFS, L’Arvut (Garanzia Spirituale), Pagina 254, Punto 21, 22, 23
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Il Libro dello Zohar, Bereshit Bet (Genesi 2), Lezione 156
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TES, Volume 1, Parte 3, Capitolo 9, Punto 1, Lezione 21
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Il compito nel congresso è una spinta in avanti

Domanda: Come faccio, avendo dei compiti durante il congresso, ad avanzare nel percorso spirituale?

Risposta: Tutti quelli che avranno dei compiti durante il congresso dovranno fornirsi di radio e cuffie in modo da poter prendere parte simultaneamente con tutti gli altri partecipanti a tutti gli eventi del congresso. Dobbiamo programmare i compiti durante le letture, domande e risposte, pause, ma non durante eventi come gli workshop. Quelli che hanno dei compiti devono fare dei turni.

Domanda: Quanto è importante avere dei compiti?

Risposta: Si può dire che sia la cosa più importante. Se io faccio qualche cosa per la società, non importa quanto io senta o se sia coinvolto fisicamente in un evento, perché qui sto facendo il lavoro giusto al cento per cento.

È per questo che avere un compito fisicamente da’ alla persona una grande spinta in avanti. Ci sono state molte persone venute a grandi congressi solamente per lavorare, ed è stato proprio durante il lavoro che hanno sentito all’improvviso l’emergere di un grande campo comune e condiviso. Questo è l’inizio del sentire il Creatore.
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(Tratto dalla lezione virtuale “Lezioni di base della Kabbalah” del 15.07.2012)

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