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Pazientemente e ostinatamente proseguire sul sentiero

Domanda: Cosa devo fare in modo che la Luce mi senta: urlare, piangere?

Risposta: Non importa come la vostra richiesta sarà espressa verso l’esterno, se ballerete o piangerete, urlerete o tacerete. La cosa principale è per la richiesta di penetrare il più profondamente possibile nel cuore. C’è solo un modo per controllarla: è il vostro desiderio rivolto in modo sempre più preciso nei confronti della connessione, poiché solo tramite la connessione puoi avvicinarti alla Luce?

Se la luce non risponde alla vostra richiesta, significa che non avete ancora il desiderio. Il Desiderio nel cuore, questa è una richiesta verso la Luce. Se sviluppate il desiderio dentro di voi, allora la Luce inizierà a influenzarlo e riempirlo.

Si dice che ogni persona è in continua preghiera, la luce colpisce ogni desiderio che sorge nel nostro cuore. Dopo tutto, la Luce è a riposo assoluto, è una forza che riempie tutta la creazione, il campo di forza informativo in cui siamo tutti immersi come in un oceano d’ acqua. E il momento in cui appare un desiderio in me, colpisce la Luce.

Ma il fatto è che ci sono desideri che non vanno nella stessa direzione con lui. E la luce funziona ancora su di loro perché interessa tutto, è una legge immutabile, come in fisica. Ma poiché questi desideri non corrispondono alla Luce, la Luce li sviluppa in una forma negativa fino a quando una persona scopre che lui o lei si sentono male. Poi si comincia a cercare una causa e si scopre che ci si stava muovendo nella direzione sbagliata e si ha bisogno di cambiare i propri desideri. Questa è chiamata la via della sofferenza.

In alternativa, posso utilizzare il metodo proattivo, che spiega ciò che si deve chiedere, al fine di corrispondere alla luce fin dall’inizio. Per fare questo aderisco ad un gruppo, che mi incoraggia, alimentando il mio desiderio. Nessuno di noi si vuole unire, ma quando tutti noi parliamo dell’importanza della connessione, legge della natura, siamo rimasti colpiti dal nostro ambiente.

Così ho scelto un ambiente che mi infonde con i pensieri giusti e desideri, che parla continuamente sui vantaggi di unificazione e le grandi conquiste che sono possibili attraverso di essa. E poi vedo che non posso fare a meno di connessione con gli altri, e comincio a desiderarla.

Se tutto funziona in questo modo corretto rispetto agli altri e ci vogliamo unire insieme almeno in qualche modo, allora la luce comincia ad influenzare noi e ci porta più vicino alla connessione. E quando ci porta al primo, il più piccolo della connessione dei nostri desideri, allora si rivela in loro come la Luce di Nefesh. Questo significa che abbiamo iniziato a vivere, siamo nati nel mondo spirituale. Cioè, siamo uniti insieme anche se per il momento è attraverso la più debole connessione iniziale.

Poi continuiamo su questo tipo di collegamento, realizzato già avendo una sensazione del nostro stato e il processo in corso. Ancora una volta cominciamo a chiedere, ora per un collegamento ancora maggiore. La luce ci interessa più fortemente e ci eleva al livello di Ruach, dal grado ancora vegetativo. Questo significa che possiamo andare da soli, sentiamo un certo movimento nelle nostre connessioni con l’altro, la capacità di fare qualcosa di noi stessi. Il grado di Ruach significa che non siamo semplicemente nati nel mondo spirituale, ma stiamo agendo e  vivendo all’interno di essa! Ruach (vento) è un grado vegetativo e significa la capacità di muoversi.

E poi avanzare ancora di più e raggiungere il grado di animato, Neshamà (anima). A questo punto una persona finisce i suoi cicli di reincarnazione. C’è un grado ancora più elevato alla fine della correzione (Gmar Tikkun) in cui tutti saranno corretti e si uniscono insieme. Ma per ora abbiamo bisogno di salire lungo i gradi precedenti, e tutto questo progresso accade solo in un gruppo, in unità, al fine di rivelare la Luce che riempirà il legame corretto tra noi.

In altre parole, se otteniamo la giusta connessione tra di noi, il sentimento della nostra unità è chiamata una sensazione di luce.

Chiedere in ogni modo possibile, ancora e ancora, e ogni volta che riceverete un impressione, chiarirete le Reshimot, e alla fine accadrà. La cosa più importante è continuare. È necessario studiare, partecipare alla vita del gruppo, cercare di avvicinarsi a tutti, e poi verrà. Secondo quanto è scritto: “Ho lavorato e ho trovato”.

E se non è ancora successo, vuol dire che per ora c’è ancora un’ insufficienza, anche se non di tempo e di azioni, ma il vostro desiderio interiore deve ancora svilupparsi e diventare perfetto. Nuove Reshimot più avanzate ancora avranno bisogno di apparire, il che vi farà rendere conto, grazie al vostro lavoro, e poi accadrà.

Si può urlare e piangere, ma non sarà di aiuto. Solo una cosa aiuta: meticolosamente e con perseveranza, pazienza e ostinatamente continuare il vostro percorso.
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(Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah dell’ 8.06.2012, Scritti di Rabash)

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Ognuno per sé

Messaggio: Il detto “Le donne e i bambini da salvare per primi” non viene più confermato dai dati di fatto. Gli scienziati svedesi dell’Università di Upsala analizzando i naufragi dal 1852 al 2011 hanno scoperto che tra i sopravissuti prevalgono gli uomini. La verità è che il capitano può ordinare “le donne ed i bambini salvarli per primi”, però, giudicando dai risultati per primi si salvano proprio il capitano e l’equipaggio.

La mia opinione: La nostra natura è l’egoismo nudo e crudo, ed è soltanto questo, quindi non si può parlare di nessuna regola e di nessuna preferenza, tranne quelle personali. Le esclusioni non fanno altro che confermare la regola, e cioè la legge della natura. Correggere la nostra natura, dandoci il desiderio di pensare agli altri invece che solo a sé stessi, lo può fare solo quella forza superiore che ha creato l’egoismo.

Lo scopo della nostra creazione è di conoscere l’egoismo come male e correggerlo ad ogni costo, cambiandolo in altruismo. Non appena lo vorremo, capiremo quanto tutto questo è semplice e facile da fare.
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