Il giorno del Signore e la notte del Signore

Domanda: Dall’articolo di Baal HaSulam sul libro Shamati. “Qual è il giorno del Signore e la notte del Signore nel lavoro”, per favore può chiarire che cosa sono “il giorno e la notte del Signore in opposizione ai nostri giorni e notti?

Risposta: E’ scritto: Per quale motivo dovresti avere il giorno del Signore? È oscurità e non luce. La domanda è: Qual è il giorno del Signore? Se uno lotta per raggiungere la similitudine con le proprietà del Creatore, allora il giorno del Signore è lo stato nel quale uno è capace di donare. Non è sul riempire i propri desideri, ma piuttosto uno stato contrario a un desiderio soddisfatto quando uno chiede solamente una cosa: ottenere la qualità di dazione, la proprietà di fede al di sopra della ragione.

In altre parole, nei desideri che cambiano costantemente, uno sente l’oscurità e non vuole che la Luce splenda in sé perché potrebbe significare che uno si trovi nello stato chiamato “dentro la ragione”. Il Creatore desidera che noi otteniamo una nuova natura, che ci permetterà di  sentire che solamente quando ci eleviamo oltre la sensazione di oscurità possiamo effettivamente imparare a donare a Lui.

Che cosa possiamo donare? Unicamente la nostra aspirazione! È a questo punto che iniziamo a ringraziare il Creatore per far di noi degli egoisti e garantirci dei grandi desideri individuali con i quali possiamo giocare e, nel farlo, imparare ad andare contro di loro. È come se il Creatore volesse soddisfare tutti i nostri desideri egoistici e noi fossimo spaventati di ricevere da Lui. È così che ci eleviamo oltre i nostri desideri, questo processo ci dà l’opportunità di ricevere un “dono”, un aiuto, dal Creatore, che a sua volta ci permette di realizzare che la nostra opposizione ha il ruolo dell’attuale aiuto. È il nostro tangibile dono al Creatore.

La nostra preghiera non è mai genuina, poiché i desideri che emergono in noi sono completamente egoisti. E quindi, anche se noi preghiamo per acquisire la qualità di dazione, le nostre azioni hanno origine ancora dal desiderio corrotto di ricevere, il desiderio che portiamo dentro di noi, il desiderio di avere “in nostro beneficio”. È per questo che le nostre richieste non sono autentiche e sono chiamate “miskhak”, un gioco.

Dall’altra parte, il Creatore gioca anche con noi, com’è detto: Lui pratica (gioca) con Leviatan. Significa che lo scopo, che è la connessione del Creatore con le creature, è solo in pratica (gioco) non è questione di desiderio e bisogno. Di conseguenza, diventa possibile pregare e chiedere a Lui di garantirci la qualità di dazione in maniera “non seria”, e quindi portando la Sua seriosità e la nostra seriosità in equivalenza. Questo promuove la nostra similitudine con Lui, l’equivalenza della forma.

Tutto quello che dobbiamo chiedere è la Luce costante del Creatore, di fluire oltre le nostre condizioni interne che accadono a causa delle Reshimot. Non c’è altro da chiedere oltre di essere “trasportati” oltre le Reshimot come se fossimo sulle onde, oltre qualsiasi desiderio che emerga in noi e tutte le proprietà che abbiamo. Dovremmo lottare per elevarci sopra di esse per poter essere capaci di donare al Creatore.

Questa è l’unica cosa che possiamo dare a Lui; non c’è altro che possiamo donare. Se non riceviamo il potere di donare a Lui, non saremo capaci di generare da noi questa proprietà.

Se ci venisse detto che la conoscenza formale sarebbe il nostro profitto nel coinvolgerci nella Torà e Mizvot, (invece dell’autogratificazione) uno potrebbe dire: “Io la considero oscurità e non Luce”, poiché questa conoscenza ci porta all’oscurità.
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