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Difficoltà a percepire la realtà

Domanda: Dovremmo includere la questione della percezione della realtà nel corso base dell’educazione integrale?

Risposta: Io non insegno questo argomento nel primo corso perché è una questione molto complessa. Dovrebbe essere insegnata con molta attenzione, in modo che non sembri misticismo, new age o come tutte le altre filosofie, oppure solo come delle idee sublimi.

Il materiale per l’insegnare la percezione della realtà dovrebbe essere basato sulla ricerca scientifica seria, che mostra prima di tutto, che è scienza, è fisica, e che questo deriva dal studiare questo mondo e non da alcune fonti antiche e confezionati con le loro conclusioni. Questo significa che non si tratta di qualcosa che sembra semplicemente in questo modo a noi, ma che si basa su dati scientifici. Allora possiamo già mettere insieme una certa immagine della nostra percezione del mondo, dei nostri sentimenti, delle nostre impressioni, l’elaborazione di queste informazioni internamente, come comunichiamo con il mondo, qual è il meccanismo chiamato “Io sono — l’uomo” il significato, e che cosa io vedo.

Ripeto, non ogni persona può percepire questo correttamente. Ho paura che questo problema si può trasformare in un ostacolo e che può evocare il rifiuto o può condurre all’ intorpidimento, a seguito della quale una persona vorrà staccare se stessa e in seguito non percepire o capire più niente, perché non gli parleresti dallo stesso livello da cui le avevi parlato prima dandole spiegazioni dei problemi della vita le quali sono stati presentati in modo coerente. In questo caso, è impossibile abbassare la spiegazione fino al livello di percezione ordinaria di una persona.

Questo problema dovrebbe essere parte della formazione degli insegnanti e ancora una volta non nel senso che essi dovrebbero insegnare questo materiale, ma solo per il loro sviluppo generale.
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Dal 1960 l’umanità ha smesso di svilupparsi

Opinione (P. Till, investitore , l’ex direttore generale di PayPal, fondatore di Palantir, insegnante presso Stanford): Fino alla rivoluzione tecnologica le persone facevano soldi, prendendoli dagli altri. Dall’invenzione del motore a vapore alla fine del 17° secolo fino al 1960 il progresso tecnologico è stato colossale. La rivoluzione tecnologica ha portato dei cambiamenti: i soldi si potevano ottenere non rubando ma guadagnando attraverso il commercio.

Lo zenit dell’ottimismo riguardante il futuro della tecnologia è stato nell’anno 1960. Le persone credevano nel futuro, erano convinti che la successiva metà del secolo sarebbero stati anni di progresso tecnologico senza precedenti.

Ma è successo il contrario: bisogna lavorare di più e più a lungo ed il riempimento materiale diventa sempre di meno. Il progresso degli ultimi 200 anni va velocemente calando e viene sostituito con la crisi, che implica la necessità di rivedere lo scopo dello sviluppo dell’umanità.

Il mio commento: Dagli anni successivi al 1960 lo sviluppo non va a favore dell’uomo. C’è bisogno di elevarsi al prossimo livello e darsi come scopo il raggiungimento di altri valori, tranne quelli materiali che non possono più soddisfarci, non si sviluppano a nostro favore.
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