Una Vita e una preghiera comune per tutti

Il centro del gruppo è il punto in cui ci liberiamo da tutti i frammenti della rottura e vogliamo concentrarci solo sulle nostre scintille e unirle insieme. E più si cerca di unire queste scintille, più saliamo sulla scala spirituale.

A causa di questi sforzi, riveliamo una nuova profondità del desiderio in noi, e una Luce più grande si rivela nell’unità delle scintille. Il collegamento delle scintille è la “Reshimo de Hitlabshut“, e la profondità del desiderio, sopra la quale vogliamo collegarci, è il “Reshimo de Aviut,” e quindi cominciamo a collegarci al nostro primo Partzuf spirituale comune in cui ci sentiremo una sola anima.

La prima volta che noi ci sentiamo nella realtà integrale in cui tutti siamo collegati l’uno all’altro, e al suo interno sentiremo la vita spirituale-uno per tutti. Come si dice: “Non c’è nessun altro oltre il Creatore,” uno per tutti: un solo pensiero, una luce, un sistema unificato. Noi sentiremo noi stessi vivere all’interno di una forza superiore.

E poi, inizieremo a riconoscerla sempre di più, distinguendo più funzioni in esso, atteggiamenti diversi verso di noi in rapporto alle dimensioni del Partzuf. Ma il primo punto da cui dobbiamo partire è il punto della nostra unità, chiamato il centro del gruppo. Si compone di due elementi: Il primo è il superamento del nostro egoismo, la Reshimo de Aviut, e la seconda è il nostro desiderio di unire le nostre scintille, che determina il Reshimo de Hitlabshut.

Se Io installo correttamente l’uno rispetto all’altro, è chiamata fede al di sopra della ragione. Tutto si riduce ad una realtà, ad un singolo stato. La fede è la connessione delle scintille, e la conoscenza è la forza del desiderio egoistico, sopra il quale vogliamo costruire la nostra connessione.

Non importa se non riusciamo a raggiungere il desiderio e a collegarlo al centro del gruppo. La cosa principale è quanto impegno vi abbiamo messo dentro. L’entità degli sforzi determina lo stato di successo.

Non riusciremo mai a raggiungere il successo direttamente attraverso le nostre azioni, ma solo attireremo la Luce a noi stessi, in modo che il Creatore terminerà questo lavoro per noi! Dopo tutto, “un prigioniero non può liberarsi dal carcere,” tutto accade per l’aiuto dall’Alto, attraverso la preghiera e la risposta ad essa.
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(Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 24.05.2012, conversazione sul Workshop)

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