Gruppi di fusione

Domanda: Diciamo che ci sono decine di gruppi di studio integrale in un determinato quartiere. Come potranno unirsi più tardi in uno solo?

Risposta: Adesso, avendo a disposizione dei media cosi potenti e altri modi che permettono alle persone di connettersi, dobbiamo semplicemente inventare molti giochi, forme in modo che le persone siano incluse, come programmi televisivi o altre attrazioni come giochi a panello, dove si possono incontrare diversi gruppi e interagire insieme. Iniziano a mostrarci maniere di cambiare uno all’altro, come una persona si posizioni per poter influire sugli altri in una maniera specifica.

Più tardi, generalmente i gruppi si diffondono. Non rimangono sempre statici come un’organizzazione congelata, una comunità, una città, o una dimora o unione del medioevo. Loro no. Alla fine questa sarà una società dove molte persone, forse perfino tutti, (mi riferisco al futuro), comprenderanno come fare per far sì che ogni situazione funzioni per loro, ma sia anche a beneficio degli altri allo stesso tempo.

Una volta che avranno compreso questo, vedranno chiaramente come interagire e comunicare uno con l’altro. In altre parole, ogni volta che interagiranno aiuteranno se stesse e gli altri ad avere la migliore interconnessione integrale. Lavoreranno sull’essere integrati con gli altri ogni singolo momento, e quindi sentiranno sempre una certa unità, che loro già sentiranno e percepiranno come uno stato completamente diverso, di loro e del mondo.

Si sentiranno oltre questo mondo in quest’unità, come se stessero galleggiando in un concentrato umano dove esistono leggi diverse di comportamento, le cosi chiamate “leggi di commutazione”, leggi di unità e integrazione. Supportandosi uno con l’altro in questo, ed essendo costantemente oltre il nostro egoismo, loro iniziano a percepire un diverso tipo di realtà.

Quando una persona è circondata costantemente da persone che sono d’accordo a giocare questo tipo di gioco, dopo questo gioco diventa un nuovo tipo di comunicazione, e poi la percezione di uno spazio diverso dove, invece di ricevere dagli altri, noi doniamo agli altri. Noi lavoriamo in una direzione che è contraria alla nostra attuale direzione.

Questa nuova direzione ci permette di diventare liberi dalle nostre limitazioni. Invece di vedere ogni stato come uno stato che mi costringe e mi offre l’opportunità di prendere dall’esterno, per il contrario, io li vedo come stati che mi offrono l’opportunità di uscire da me stesso, diventare più libero, e smettere di essere limitato e confinato in me stesso.

Inoltre, tutti mi supportano in questo. Alla fine arriverò a uno stato confortevole e senza restrizioni. Non mi costringe a niente. Per il contrario, mi offre l’opportunità di sentirmi libero.

Io mi riferisco alle relazioni tra persone che ancora non vediamo da nessuna parte adesso, ma se noi insegniamo questo tipo di relazioni alle persone, allora alla fine aspireranno a questo stato. Una volta che ci saranno molte persone cosi, supereranno le loro resistenze egoiste e comunicheranno uno con l’altro oltre il loro egoismo in un altro modo. Loro percepiranno una realtà superiore in esso. Dobbiamo portarli a questo.
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(Tratto da “Una conversazione sull’ educazione integrale”, 27.02.2012)

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