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Assimilare i contenuti del Congresso

Domanda: Lei ha detto che nei prossimi giorni, invece di impegnarsi nella divulgazione è più auspicabile per noi scrutare il punto interiore per rafforzare l’unione…

Risposta: Io credo che voi dobbiate costantemente, in tutto il tempo libero, passare in rassegna tutti i materiali sulla garanzia mutua, sull’unione, sulla reciprocità e integralità. Potrebbe essere più utile il materiale elaborato, piuttosto della versione originale, poiché quella originale è scritta in un linguaggio particolare e può distrarvi dallo sperimentare questi contenuti in modo diretto. Forse dovreste semplicemente guardare il congresso un’altra volta.

Si dovrebbe vivere per questo e ripassarlo ancora e ancora per poter formare il Reshimo più forte, ovvero i ricordi, i sentimenti e lavorare con queste sensazioni. Scoprirete improvvisamente che abbiamo parlato di cose che forse sono sfuggite alla vostra attenzione là, o che forse avete sentito in un contesto diverso, in una prospettiva diversa. Dovete superare quello che è successo là e farlo diverse volte.

Ho constatato molte volte che le persone ascoltano in modo selettivo. Dio ti aiuta a prendere qualcosa dall’informazione che io ho messo lì, non segretamente, ma chiaramente, verbalmente. In realtà, la gente non cattura più del 10 – 15% di quello che ascolta. Personalmente, ripasso almeno due volte al giorno una qualsiasi lezione di Rabash (qualsiasi lezione! Non parlo nemmeno dei nostri congressi), a parte il fatto che vi ho partecipato.

Ho fatto anche un progetto: perché egli spiega in quella maniera particolare, dov’è l’inizio e dov’è la fine, come comincia una domanda, come la conclude, come procede dall’inizio alla fine, come sviluppa un tema, introduce domande aggiuntive, o come prepara un qualche compito non chiaro in mezzo. Provo ad “entrare”nella sua testa, a penetrare il suo approccio. Il risultato ottenuto da questo lavoro meccanico è che incomincio a sentirlo, inizio a percepire meglio.

E’ dunque necessario. Questo è quello che intendevo quando ho detto che non dovreste fare nient’altro. Siete voi quelli che avete sperimentato il congresso e che eravate all’interno, e ora dovete assimilarlo bene.
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(Da Kab.TV “Le Fondamenta della Società Integrale”, 26.02.2012)

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Separate voi stessi dal vostro stesso io

Domanda: Quando ho iniziato a studiare la Kabbalah un anno e mezzo fa, ho sentito quanto amo la gente, e quanto la gente mi ama. Ora, ho una sensazione molto strana e cioè che effettivamente non tratto bene la gente e che anche la gente non è troppo buona con me. Sento dell’ostilità da parte degli uomini, anche da parte di coloro che studiano la Kabbalah. Cosa dovrei fare con questa sensazione?

Risposta: Quando una persona studia la Kabbalah, attraversa ogni genere di stato. Una persona deve attraversare gli stati in cui odia tutti, li allontana, e in cui sente che anche tutti gli altri la trattano in questa maniera – con scaltrezza, con secondi fini, e così via. Questa persona attraversa tutti gli stati che possono esistere in ogni persona del mondo.

Una persona che consegue il mondo superiore deve attraversare assolutamente ogni cosa che l’umanità affronta. L’individuo e l’insieme sono uguali e, dunque, non c’è alcuna sensazione, alcun avvenimento interiore, alcuna intima analisi che una persona non attraversi o di cui non faccia esperienza.

Dobbiamo capire che abbiamo bisogno di tutto questo in modo da poter rimettere insieme dentro di noi quelle proprietà che servono per stabilire un equilibrio tra noi ed il mondo intero.

Tuttavia, dobbiamo guardare da lontano tutti questi accadimenti e sensazioni che affrontiamo dentro di noi. In altre parole, io mi dovrei osservare da lontano. Cosa significa “io”? Una certa creatura, che in questo preciso momento sta attraversando certi stati, e alla quale viene mostrato chi essa è, come percepisce il mondo, e così via. E’ come se in questo caso partecipassi ad un esperimento. L'”IO” è il mio corpo, le mie qualità, il mio carattere. E chi sta conducendo questo esperimento? Il punto nel cuore che è al di fuori di me. Io sto cercando di tirarlo fuori, di essere come un ricercatore rispetto al mio stesso io, per guardare a me stesso e per vedermi come se mi fossi accanto.

Se una persona riesce a farlo, fa dei grandi passi in avanti e progredisce rapidamente. In nessun caso ci dovremmo identificare con il nostro io, perché non è noi, è il Creatore! Egli ha creato il desiderio, ed Egli muove questo desiderio come meglio crede. Ma io non devo considerarmi un giocattolo e mettermi da parte a guardare come Egli gioca.

Allora, perché mi sento come se il desiderio fosse il mio? Al fine di capire e percepire veramente come Egli gioca, ci è stata data una sensazione che è nostra, altrimenti l’avremmo ignorata: “Che senso ha, Egli sta soltanto giocando con degli animali, delle piante e delle rocce”. Tutto è compreso nel dominio del Creatore, una singola forza governa ogni cosa. Ma quando Egli governa su di me: Oh, adesso è tutta un’altra storia!

Sono in grado di considerare tutto quello che Egli controlla come fatto da Lui e non da me? La capacità di “separare” noi stessi dal nostro proprio io e di guardarci come se fossimo fuori da noi stessi, è la condizione per andare avanti rapidamente.

Allora, non siamo noi! Guardiamo soltanto a quello che Egli fa con noi. Proviamo!

Avanzando in questo modo, saremo in grado di separare noi stessi tra il ricercatore (questo punto diventerà la nostra linea di destra) e l’egoismo, che continuerà a crescere sempre dentro di noi (linea di sinistra) in opposizione al ricercatore. Tutto questo è necessario.

Questa è la ragione per cui diciamo, “Non esiste nessuno tranne Lui”, a parte il Creatore. Perché? Se ci fosse qualcuno a parte Lui questo starebbe ad indicare me. Così non va bene. In questo modo non sto percependo la realtà correttamente.

“Non c’è nessuno tranne Lui”: ciò significa che a parte il punto che Egli mi ha dato (il punto nel cuore), tutto il resto è Lui, mentre il punto nel cuore mi viene dato perché io sia indipendente ed autonomo. Ciò significa che io lavoro per tirare fuori questo punto, ma tutto il resto è Lui. Il mio carattere, le mie qualità, tutto quanto proviene da Lui. Questo è il modo in cui dovrei percepire ogni cosa. Io mi devo identificare con il punto nel cuore. Eleviamo questi punti al di sopra di noi stessi e uniamoli. E tutto il resto, il nostro egoismo, il nostro corpo, rimarrà di sotto.

Dunque, proviamo a separare sempre noi stessi in questo modo, e allora non avremo problemi con il mondo. Naturalmente, io sono un egoista, e sono cattivo, e odio gli altri, e gli altri mi odiano. Tutto quello che mi appare, mi appare attraverso il mio corpo, che in realtà non è mio – è il modo in cui il Creatore me lo sta mostrando. Questo è il lavoro da fare.
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(Da Kab.Tv “Le basi di una società indivisibile” 26.02.2012)

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