Non scappare dalla società

Lo Zohar, Capitolo “BeShalach (Quando il Faraone ha lasciato andare le persone)”, punto 11: E lei disse, “Io dimoro nel mio popolo”. Che cosa significa? Quando il giudizio pende sul mondo, una persona non dovrebbe separare sé stessa dal pubblico, e non dovrebbe essere distinta dall’Alto, e non dovrebbe essere riconosciuta separatamente.

Perché quando il giudizio pende sul mondo, quelli che sono conosciuti e registrati separatamente, anche se sono dei giusti, sono presi per primi. E quindi, una persona non dovrebbe separarsi dagli altri. Perché la misericordia del Creatore è sempre per le persone riunite insieme. E anche per questo, lei disse: “Io risiedo nel mio popolo e non voglio separarmi da loro, come ho fatto fino ad oggi”.

Si riferisce sia alle percezioni esterne, corporali, sia a quelle interne, spirituali. Iniziamo dalle ultime.

Un’anima unificata è stata divisa in molte parti. “Nel mio popolo” significa con la comunità che è stata creata dalla combinazione delle parti disconnesse, che correggono sé stesse attraverso la connessione di uno con l’altro. Loro superano il loro ego individuale che repelle uno dall’altro e da “le persone del Creatore”. Dopo tutto, queste parti condividono l’intenzione per la dazione e per questo somigliano al Creatore. Per questo motivo vengono chiamate “Il mio popolo”. Si riferisce alla collezione di vasi individuali, frammentati che si riuniscono con l’intenzione per la dazione, che ha anche il Creatore.

Queste parti si connettono con un’intenzione reciproca per la dazione per poter diventare il supporto, il vaso di rivelazione del Creatore come l’attributo generale di dazione. E senz’altro, il fenomeno chiamato “Creatore” (Bo-Reh), che significa “vieni e vedi” è rivelato in quest’assemblea. Questa è la formula per la rivelazione del Creatore nei vasi corretti: “Io dimoro nel mio popolo”.

Nel piano corporale significa che le grandi masse di persone sono sotto la Provvidenza generale che le mette in azione.

Più tardi Lo Zohar parla di giudizio che “dipende dal mondo”. “Il mondo” significa occultamento, una connessione egoistica, nella quale l’ego generale collettivo si rivela. E “una persona non dovrebbe separarsi dal collettivo”. Potremo chiedere perché? Se l’attributo dell’ego, “giudizio”, è rivelato nelle persone, allora perché non dovrebbero scappare da esso?

Il fatto è che guardandolo attraverso il prisma spirituale, io vedo un disegno totalmente diverso. Io vedo tutti i miei desideri che dipingono il “mondo esterno” immaginario per me. Se io scopro l’attributo di giudizio in essi, io li devo correggere per mezzo dell’attributo di dazione e dirigere questa regola all’attributo per la dazione. Questa è la missione d’Israele: Invece di scappare dal collettivo, io devo esserci dentro e cercare di correggerlo.

Lo Zohar continua, “quando il giudizio pende sul mondo, quelli che sono conosciuti e registrati separatamente, anche se sono giusti, sono “presi per primi”. Perché? Perché se una cert’attitudine della persona anela la dazione, è “presa per prima” e inizia a operare per ricevere poiché la fonte della Luce risiede proprio in essa.

È lo stesso nel nostro mondo, come dice Baal HaSulam alla fine dell’ “Introduzione al Libro dello Zohar” che il “giudizio” colpisce i migliori di noi. Per questo, le persone che arrivano alle altezze del raggiungimento vivono in difficoltà.

“La misericordia del Creatore è sempre per le persone riunite insieme” perché è qui che ha luogo la correzione. Allora, se vogliamo essere corretti e avanzare, non dobbiamo staccarci dal pubblico. Dobbiamo fare tutto il possibile per esserci dentro, per sentirlo il più possibile, anche se non è gradevole, e preoccuparci delle persone, introducendo la conoscenza, sensazione, e tutto il possibile per loro ed essere certi del loro avanzamento. Loro sono il vero scopo del Creatore e Lui è rivelato solo nella nostra connessione con le persone, come la scintilla nel desiderio di ricevere.

Perciò è detto: “Io dimoro nel mio popolo e non voglio separarmi da loro, com’ero fino ad oggi”.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 11.04.2012, “Il ruolo di Israele ed il mondo“)

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