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Mentre gustiamo il rinfresco, non dimentichiamoci del Padrone di Casa

Baal HaSulam, Shamati #52, “Una Trasgressione Non Cancella Una Mitzva”: Ho udito un’altra parabola che parlava di due amici, uno dei quali era divenuto re e l’altro era divenuto molto povero ed era venuto a sapere che il suo amico era diventato un re. Il povero andò dal suo amico, il re, e gli parlò del suo cattivo stato.

Il re gli diede una lettera per il ministro del tesoro, nella quale era scritto che per due ore egli avrebbe ricevuto tanto denaro quanto ne voleva. Il povero arrivò alla tesoreria con una piccola scatola ed entrò e riempì la piccola scatola con il denaro.

Quando uscì, il ministro diede un calcio alla scatola e tutto il denaro cadde sul pavimento. Questo continuò per molto tempo ed il pover’uomo gridò “Perché mi stai facendo questo?”. Alla fine il ministro disse, tutto il denaro che hai preso in tutto questo tempo è tuo e lo prenderai. Tu non avevi i contenitori per prendere abbastanza denaro dalla tesoreria ed ecco perché è stato applicato questo stratagemma con te.

Noi dobbiamo essere pronti che nel momento in cui riempiremo la nostra “scatola”, essa sarà immediatamente svuotata. Tuttavia, non è così che continuiamo a riempirla meccanicamente sempre di più dalla tesoreria.

L’ego sente in che modo la scatola viene svuotata ogni volta e comincia ad allenarci a percepirlo come qualcosa di normale; ed allora cominceremo a chiederci perché avviene in questo modo, qual è il suo significato e non siamo d’accordo con questo.

Attraversiamo gli stessi stati ancora ed ancora, mentre la Luce agisce su questa inflessibile ripetizione e cominciamo a capire che non abbiamo bisogno di preoccuparci della scatola piena, ma del lavoro in sé. L’opportunità di trasferire il tesoro del Re da un posto all’altro ci dà riempimento ed allora raggiungiamo la dazione “Lishmà”.

Non dovremmo puntare e focalizzarci sul riempimento che è piacevole ed importante per noi oggi, ma pensare costantemente a cosa sarà importante domani. Dobbiamo farlo immediatamente ed allora saremo simili allo stesso vecchio uomo che cammina chinato e cerca come se avesse perso qualcosa. Egli è costantemente spaventato all’idea di perdere l’importanza dello scopo e cerca di chiarire cos’è esattamente questo scopo.

Lo scopo non riguarda le piacevoli sensazioni. Queste sono necessarie in modo che io possa elevarmici al di sopra e chiedere un diverso riempimento, per sentire l’importanza dell’Essere per cui sto lavorando e restare in occultamento. Io chiedo la rivelazione della grandezza del Creatore solo per fornire a me stesso il carburante per il lavoro. Come è detto: “La saggezza (Hochma) è per l’umile” e “La ricompensa per un comandamento è un comandamento”. È a questo che una persona deve aspirare, in modo tale che le venga permesso di elevarsi al di sopra di un’azione alla prossima azione, la quale non ha relazione alcuna con il piacere che ha ricevuto.

È come se avessi preparato qualche azione da solo, l’avessi eseguita da solo ed avessi ricevuto dei buoni risultati. Adesso ho bisogno di ringraziare il Creatore per aver eseguito tutto dall’inizio alla fine. Dopotutto, adesso capisco che tutto è avvenuto perché Lui mi ha dato il desiderio, il carburante, la direzione, l’intelletto e tutto il resto. Lui è quello che ha sistemato tutto, ed io non ho fatto assolutamente niente.

Dunque ho bisogno di fare un sacrificio (Kurban), per portare un’altra parte di me più vicina (Karov) alla dazione. Devo sacrificare il piacere che ho ricevuto grazie al lavoro di “qualcun altro” e ai soldi (Kesef) che non erano neppure miei, ovvero lo schermo, che ricopre (Kisuf) questo mondo. Il Creatore mi ha dato tutto questo e Lui mi ha dato anche il riempimento, ed io voglio elevarmi al di sopra di tutto questo e lavorare non per questo riempimento, ma per il bene della Sua grandezza.

In questo modo non perdiamo il livello che abbiamo ottenuto e non discendiamo. Adesso determiniamo uno scopo persino più elevato per noi stessi, come il vecchio che cerca qualcosa come se avesse perso qualcosa.

Noi in verità abbiamo perso qualcosa. Per un piccolo momento abbiamo sentito quanto è bello e piacevole essere nell’ unione e adesso dobbiamo elevarci al di sopra di questo piacevole sentimento verso l’importanza dello scopo, e questa stessa sensazione piacevole noi la vogliamo passare al Creatore in modo tale da portargli la gioia.

Ne consegue che tutto questo processo che ha attraversato, tutti i rinfreschi che l’ospite ha ricevuto dal padrone di casa, adesso li vuole restituire in modo tale da non riceverli per sé stesso. Questo è già uno stato che in un certo modo diviene pura dazione “Lishmà”, e questa è già la corretta attitudine.
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(Dalla 1° parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 27.03.2012, Shamati #52)

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Non scappare dalla società

Lo Zohar, Capitolo “BeShalach (Quando il Faraone ha lasciato andare le persone)”, punto 11: E lei disse, “Io dimoro nel mio popolo”. Che cosa significa? Quando il giudizio pende sul mondo, una persona non dovrebbe separare sé stessa dal pubblico, e non dovrebbe essere distinta dall’Alto, e non dovrebbe essere riconosciuta separatamente.

Perché quando il giudizio pende sul mondo, quelli che sono conosciuti e registrati separatamente, anche se sono dei giusti, sono presi per primi. E quindi, una persona non dovrebbe separarsi dagli altri. Perché la misericordia del Creatore è sempre per le persone riunite insieme. E anche per questo, lei disse: “Io risiedo nel mio popolo e non voglio separarmi da loro, come ho fatto fino ad oggi”.

Si riferisce sia alle percezioni esterne, corporali, sia a quelle interne, spirituali. Iniziamo dalle ultime.

Un’anima unificata è stata divisa in molte parti. “Nel mio popolo” significa con la comunità che è stata creata dalla combinazione delle parti disconnesse, che correggono sé stesse attraverso la connessione di uno con l’altro. Loro superano il loro ego individuale che repelle uno dall’altro e da “le persone del Creatore”. Dopo tutto, queste parti condividono l’intenzione per la dazione e per questo somigliano al Creatore. Per questo motivo vengono chiamate “Il mio popolo”. Si riferisce alla collezione di vasi individuali, frammentati che si riuniscono con l’intenzione per la dazione, che ha anche il Creatore.

Queste parti si connettono con un’intenzione reciproca per la dazione per poter diventare il supporto, il vaso di rivelazione del Creatore come l’attributo generale di dazione. E senz’altro, il fenomeno chiamato “Creatore” (Bo-Reh), che significa “vieni e vedi” è rivelato in quest’assemblea. Questa è la formula per la rivelazione del Creatore nei vasi corretti: “Io dimoro nel mio popolo”.

Nel piano corporale significa che le grandi masse di persone sono sotto la Provvidenza generale che le mette in azione.

Più tardi Lo Zohar parla di giudizio che “dipende dal mondo”. “Il mondo” significa occultamento, una connessione egoistica, nella quale l’ego generale collettivo si rivela. E “una persona non dovrebbe separarsi dal collettivo”. Potremo chiedere perché? Se l’attributo dell’ego, “giudizio”, è rivelato nelle persone, allora perché non dovrebbero scappare da esso?

Il fatto è che guardandolo attraverso il prisma spirituale, io vedo un disegno totalmente diverso. Io vedo tutti i miei desideri che dipingono il “mondo esterno” immaginario per me. Se io scopro l’attributo di giudizio in essi, io li devo correggere per mezzo dell’attributo di dazione e dirigere questa regola all’attributo per la dazione. Questa è la missione d’Israele: Invece di scappare dal collettivo, io devo esserci dentro e cercare di correggerlo.

Lo Zohar continua, “quando il giudizio pende sul mondo, quelli che sono conosciuti e registrati separatamente, anche se sono giusti, sono “presi per primi”. Perché? Perché se una cert’attitudine della persona anela la dazione, è “presa per prima” e inizia a operare per ricevere poiché la fonte della Luce risiede proprio in essa.

È lo stesso nel nostro mondo, come dice Baal HaSulam alla fine dell’ “Introduzione al Libro dello Zohar” che il “giudizio” colpisce i migliori di noi. Per questo, le persone che arrivano alle altezze del raggiungimento vivono in difficoltà.

“La misericordia del Creatore è sempre per le persone riunite insieme” perché è qui che ha luogo la correzione. Allora, se vogliamo essere corretti e avanzare, non dobbiamo staccarci dal pubblico. Dobbiamo fare tutto il possibile per esserci dentro, per sentirlo il più possibile, anche se non è gradevole, e preoccuparci delle persone, introducendo la conoscenza, sensazione, e tutto il possibile per loro ed essere certi del loro avanzamento. Loro sono il vero scopo del Creatore e Lui è rivelato solo nella nostra connessione con le persone, come la scintilla nel desiderio di ricevere.

Perciò è detto: “Io dimoro nel mio popolo e non voglio separarmi da loro, com’ero fino ad oggi”.
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(Dalla quarta parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 11.04.2012, “Il ruolo di Israele ed il mondo“)

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Lezione quotidiana di Kabbalah – 26.04.2012

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Baal HaSulam, Igrot, Lettera 13
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Zohar per Tutti – Pasqua, Bo (Venite a Faraone), Pagina 6, Articolo “E passò oltre l’ Architrave e i due Stipiti”, Punto 88
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TES, Parte 15, Punto 43
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Argomento della Lezione “La Nazione di Israele (Giorno dell’ Indipendenza)”
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America: Dal sud al nord

Domanda: Sarò collegato al congresso nordamericano virtualmente, insieme ad altri amici. Come possiamo creare una potente unione durante il congresso? Come possiamo alzare la sua importanza anche quando siamo tutti scollegati nella corporalità e sentirci un unico Kli?

Risposta: Prima di tutto, vorrei consigliarvi di partecipare al congresso di New York. Questo è necessario senza alcun dubbio.

In secondo luogo, vi consiglio di leggere tutti gli articoli sul gruppo di Rabash e Baal HaSulam. L’unione, il cambiamento dell’atteggiamento di una persona verso il gruppo è ciò che è importante.

In terzo luogo, nella preparazione anche la divulgazione svolge un ruolo molto importante.

Quindi, dobbiamo cercare di aiutare per il Congresso, preparare e portare sempre più persone ad esso, che siamo in dubbio o meno dobbiamo prepararci ad aspettarli. Noi dobbiamo riunire quante più persone possibile e prendervi parte.

Inoltre, L’America del Nord dovrà prepararsi, con l’aiuto del Sud America, grazie ai nostri incontri in Colombia, Cile e Brasile. Questa sarà la preparazione reale, pratica, comprensiva non solo delle lezioni e conferenze, ma anche dalla partecipazione ai seminari.
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Responsabilità reciproca negli Stati Uniti

Le idee di responsabilità reciproca e del metodo integrale dell’istruzione e l’educazione sono in espansione nella divulgazione negli Stati Uniti. Sempre più persone sono entrate a far parte del nostro sistema di divulgazione.

Finora, si sono svolti sedici seminari virtuali sull’unione integrale. A questi seminari si sta unendo un numero crescente di nuove persone. Inoltre, sono state effettuate in sette città degli Stati Uniti, tra cui Washington DC e St.Louis, delle azioni di successo di divulgazione del materiale stampato con i messaggi di responsabilità reciproca e l’educazione integrale al pubblico.

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